[Tesi] Progetto di educazione sanitaria: l'infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche - 3.2 Prevenzione primaria

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3.2 Prevenzione primaria

La prevenzione primaria è quella, in assoluto, da privilegiare per la sua azione tesa ad impedire l’avvento della malattia consentendo di ovviare a tutti i provvedimenti previsti dalle altre due forme di prevenzione; essa si rivolge all’uomo, al suo ambiente ed alla società di cui egli è parte integrante.

Le azioni che caratterizzano questa forma di prevenzione devono essere ripartite tra Stato, Regioni e Aziende Sanitarie Locali che intervengono in tema di disciplina urbanistica ed edilizia, sorveglianza sanitaria degli alimenti e delle bevande, controllo dei farmaci, distribuzione dell’acqua potabile, realizzazione di fognature, di impianti di smaltimento dei liquidi e di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, interventi che sono tutti di grande rilevanza per la tutela della salute pubblica.

Purtroppo, molto spesso, la gente riceve informazioni sulla salute da varie fonti, in particolare dai mass media o dagli amici, che non sempre sono qualificate, per cui bisognerebbe cominciare a considerare il proprio medico ed altre figure professionali, come un protagonista della prevenzione e dell’educazione alla salute, la persona cioè a cui ci si rivolge non solo per la cura dalle malattie, ma anche per chiedere informazioni su come prevenirle.

Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti rivolti all’individuo, in fase di prevenzione primaria, è da sottolineare come sia fondamentale una sana informazione circa i rischi legati a comportamenti o fattori determinanti per l’insorgenza di uno stato di malattia.

Ai fini della prevenzione primaria, occorre fare un cenno a quello che comunemente viene definito “fattore di rischio” nei confronti di una malattia: ”una qualsiasi variabile associata positivamente con la medesima, purché tale associazione sia statisticamente significativa, costante e preceda, nel tempo, il suo inizio”.

I fattori di rischio possono essere identificati in errate abitudini di vita; basti pensare alle conseguenze legate ad una errata alimentazione (diabete, obesità, alterazioni del metabolismo) o al consumo di alcool e tabacco (epatopatie, danni neurologici, malattie respiratorie croniche, neoplasie).

Il viraggio dell’interesse generale verso le malattie cronico-degenerative, appannaggio dei tempi moderni e sicuramente causa di devastanti problemi di invalidità e mortalità, ha orientato gli educatori a privilegiare la diffusione di notizie chiare e comprensibili circa stili di vita, abitudini alimentari, comportamenti sociali, utilizzo di farmaci e droghe, abitudine tabagica ed alcoolica.

Tali impulsi educativi sono, senza dubbio, elementi portanti di prevenzione primaria al pari di semplici manovre quotidiane come quelle di lavarsi, evitare di toccare sostanze tossiche od irritanti, evitare ambienti confinati e scarsamente areati ecc.