[Tesi] Progetto di educazione sanitaria: l'infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche

inquinamento
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L’ambiente è uno dei determinanti fondamentali dello stato di salute della popolazione umana, esso è sempre stato particolarmente importante ma oggi ancora maggiormente rispetto al passato a causa delle elevate concentrazioni di attività antropiche.

Negli agglomerati urbani infatti, la popolazione è esposta, insieme ad altri organismi animali e vegetali, a miscele di agenti fisici e chimici potenzialmente dannosi per la salute.

Evidenze crescenti mostrano che all’esposizione a inquinanti tossici presenti nell’ambiente di vita si possono attribuire quote non trascurabili della morbosità e mortalità per neoplasie, malattie cardiovascolari e respiratorie.

Di seguito riporto il capitolo 3 della Tesi di laurea di Carmela Mele e relatori dott. Massimo Esposito e dott.Giacomo Pirozzi, che ringrazio per la condivione su InfermieriAttivi..

Cap.3 La medicina d’iniziativa e il Nursing

3.1 Definizione di prevenzione

Con il termine "prevenzione" indichiamo qualsiasi atto finalizzato a ridurre la possibilità che un evento, generalmente indesiderato, si verifichi.

In particolare, in medicina si fa riferimento alle attività che riducono gli esiti negativi di una certa patologia: si parla di riduzione di morbosità (la frequenza con cui una malattia si presenta nella popolazione) e di mortalità (la frequenza con cui la malattia in questione conduce al decesso dell'ammalato).

Possiamo definirla, dunque, come quell’insieme di attività professionali volte a ridurre l’incidenza, la durata e i danni che possono derivare da diverse forme di disturbi, malattie e comportamenti disadattivi.

La principale strategia da seguire per ridurre l’impatto che le sostanze tossiche hanno sulla salute dell’uomo è la prevenzione, che può essere raggiunta mettendo in atto cambiamenti generali, come nel caso di una attuazione di uno sviluppo sostenibile, in particolare nel settore energetico e sanitario e cambiamenti comportamentali individuali migliorando lo stile di vita, in particolare nell’alimentazione e nell’attività fisica.

La riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili, per esempio, si riflette sull’inquinamento atmosferico.

E’ importante produrre strategie sinergiche ed evitare strategie contrastanti, come per esempio proteggere le donne in gravidanza, in allattamento e la prima infanzia dall’esposizione a sostanze tossiche e garantire loro alimenti non contaminati promuovendo l’adozione di metodi come l’ agricoltura biologica, ridurre gli alimenti industriali troppo elaborati ricchi di additivi e conservanti,così come prodotti chimici per la pulizia degli ambienti.

Inoltre, gli stili di vita hanno un forte impatto sull’ambiente in cui viviamo e, di conseguenza, possono avere un altrettanto forte impatto sulla nostra salute.

Non è necessario cambiare totalmente stile di vita, ma è importante capire che anche piccoli gesti quotidiani e consapevoli possono servire a realizzare un ambiente più vivibile.

In tema di sanità pubblica, premettendo che le cure primarie possono avere un ruolo anche nelle politiche di mitigazione (incoraggiamento verso servizi sanitari ecosostenibili), la prevenzione primaria, secondaria e terziaria possono essere considerate azioni di adattamento per ridurre gli impatti sulla salute.

Le attività di prevenzione, essendo parte della più ampia attività di "tutela della salute", sono parte delle competenze professionali tipiche delle professioni sanitarie, nei loro diversi ambiti applicativi (medico, infermieristico, ostetrico, psicologico...).

Gli obiettivi della prevenzione sono:

- proteggere il singolo;
- controllare le malattie nelle popolazioni;
- circoscrivere le malattie;
- eradicare le malattie.

Distinguiamo tre livelli di prevenzione, che agiscono in momenti diversi: prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

Per prevenzione primaria bisogna intendere tutti gli interventi da attuarsi “a monte”, prima cioè dell’instaurarsi di un qualsiasi stato di malattia, su tutti i fattori potenziali di rischio.

Per prevenzione secondaria dobbiamo intendere tutti gli interventi terapeutici precoci e tempestivi da attuarsi su uno stato di malattia, in fase latente o iniziale, prima che questa si possa manifestare nella sua piena ed evidente sintomatologia.

Per prevenzione terziaria bisogna intendere, infine, tutti gli interventi da attuarsi su stadi di malattia conclamata al fine di evitarne la cronicizzazione, il consolidamento di danni compromettenti in maniera stabile la salute, ovvero l’instaurarsi di uno stato di handicap.

La Prevenzione rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero tra le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione.

E’ quindi parte integrante della medicina di sanità pubblica che ha lo scopo di prevenire le malattie, di prolungare la vita e di promuovere la salute attraverso gli sforzi organizzati della società (Carta di OTTAWA 1986).

La sua attuazione si esplica tramite l’educazione sanitaria che fornisce le informazioni necessarie per un esame critico dei problemi della salute e a responsabilizzare gli individui ed i gruppi sociali nelle scelte comportamentali che hanno effetti diretti o indiretti sulla salute fisica e psichica dei singoli o della collettività.

La prevenzione delle malattie e l’educazione sanitaria, insieme all’assistenza dei malati e dei disabili, sono le principali funzioni dell’infermiere (DM 739/94) che quindi “promuove, attraverso l’educazione, stili di vita sani e la diffusione di una cultura della salute: a tal fine attiva e mantiene la rete di rapporti tra servizi e operatori” in quanto “l’assistenza infermieristica è al servizio della persona e della collettività e si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di natura tecnica, relazionale ed educativa” (Codice deontologico 02/1999).