[Tesi] Progetto di educazione sanitaria: l'infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche - 3.3 Prevenzione secondaria

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3.3 Prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria, rappresenta un grado successivo rispetto alla prevenzione primaria, intervenendo su soggetti già ammalati, anche se in uno stadio iniziale.

Consiste in un intervento di secondo livello che mediante la diagnosi precoce di malattie, in fase asintomatica mira ad ottenere la guarigione o comunque limitarne la progressione.

Consente l’identificazione di una malattia o di una condizione di particolare rischio seguita da un immediato intervento terapeutico efficace, atto a interromperne o a rallentarne il decorso.

Con questo tipo di prevenzione si evita la progressione della patologia e si riducono gli effetti negativi per la salute.

I test di screening sono uno strumento fondamentale della prevenzione secondaria: possono essere di massa, rivolti cioè a tutta la popolazione, o selettivi, rivolti cioè a gruppi a rischio della popolazione.

Lo screening, consiste nell’esame di una popolazione con un test allo scopo di individuare e successivamente trattare una malattia che si trova nel suo «stadio precoce» e diventa un reale rimedio preventivo se si presentano delle condizioni.

I luoghi dove viene svolto lo screening devono essere facilmente raggiungibili dalla popolazione ed inoltre bisogna informare il più possibile i soggetti esposti ad altro rischio.

L’altro strumento utilizzato nelle campagne preventive è il check-up, che a differenza dello screening, è costituito da una serie predefinita di esami standard con i quali il medico cerca di aumentare le informazioni di base sul paziente, effettuando un controllo periodico sullo stato di salute.

Il check-up può essere una prassi routinaria oppure straordinaria.

Una condizione indispensabile, perché possa avere una sua importanza nel riscontrare prematuramente delle malattie, è che assieme agli esami il medico proponga al paziente prolungati colloqui che vadano ad indagare sulla sua vita quotidiana, sulle abitudini; infatti è il soggetto a dover rimanere protagonista della «sua» storia anche nel check-up.

Screening e check-up sono due strumenti che vanno misurati nei loro effetti sulla vita delle persone e sui comportamenti.

Gli screening dovrebbero essere effettuati solo quando possono essere completati da un programma di assistenza medica; ciò vuol dire che non solo i casi positivi di screening devono avere la possibilità di essere curati, assistiti e seguiti nel tempo, ma che anche i medici, che svolgono la loro attività nella zona in cui viene effettuata l’indagine, devono avere un ritorno dell’informazione, al fine di poterlo poi utilizzare per orientare interventi di educazione alla salute e di prevenzione.