L'infermiera di Lugo è innocente

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pexels pixabay 357573L'infermiera di Lugo è stata accusata di omicidio sulla base di indizi e ha rischiato l'ergastolo, ha fatto oltre due anni di carcere e adesso assolta per non aver commesso il fatto. 

Un'accusa partita da una riflessione semplice, come dice il familiare, "ho visto entrare l'infermiera e poi quando è uscita la mamma si è aggravata ed è deceduta" basta questo per andare in carcere oltre 2 anni?

Come scrive il giurista Luca Benci, un'assoluzione attesa (LINK).

Il clamore mediatico attorno al caso, le comparse in televisione, i social e le informazioni del processo condivise ad arte hanno fatto si che tutti i colleghi prendessero le distanze.

Purtroppo ad oggi tutti gli infermieri che lavorano in medicina o in reparti dove i pazienti sono a rischio decesso e i familiari non vengono informati o non vogliono accettare che il paziente sta morendo, sono a rischio denuncia e relativo processo.

In questa situazione ogni giorno un collega può terminare il turno andare a casa e scoprire dopo poco di essere accusato di omicidio.

La giustizia italiana ci ha messo oltre due anni per decidere, mentre alla giustizia mediatica è bastata una brutta foto, indegna per la nostra professione, ma è troppo poco per fare di una persona un omicida.

Il decesso di una persona porta a reazioni che il cervello non sempre è in grado di elaborare e il comportamento è diverso da operatore ad operatore.

Ma non importa, per definizione l'infermiere deve essere perfetto e se sbaglia tutti pronti ad accusare e nessuno a riflettere se le condizioni di lavoro stanno degenerando. 

Gli infermieri sono sempre più a rischio denuncie, responsabilità e rischi a cui non corrispondono tempi di lavoro e retribuzione adeguati, che osa che dovrebbero fare le giovani generazioni che hanno davanti 40 anni di reparto?

 

Foto di Pavel Danilyuk