Principi di base per posizionare un accesso venoso periferico

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Il posizionamento di un accesso venoso è una delle tecniche medico infermieristiche più importanti che consente la somministrazione di farmaci e l'esecuzione di tecniche più complesse.

Il posizionamento di un accesso venoso richiede di incannulare una vena, quindi, essenzialmente, inserire un tubino di materiale biocompatibile.

La descrizione della tecnica nel dettaglio sarà oggetto di un altro articolo, adesso vorrei elencare dei principi generali comuni.

Riflettere su quali sono i passaggi che ci indirizzano quando si posiziona un ago cannula ci consente di migliorare la tecnica.

I concetti che scrivo li avrai sentiti spesso, la mia esperienza è nata all'inizio degli anni '90, quando i medici hanno deciso che gli infermieri potevano posizionare le ago cannule e il mansionario non lo prevedeva.

Per questo motivo le abbiamo studiate tutte, all'epoca ero in oncologia e posizionare male un ago cannula voleva dire fare uno stravaso di farmaci chemioterapici che portava a conseguenza molto gravi.

Per questo motivo, sin da subito è nata la necessità di studiare gli aspetti tecnici per avere le performance migliori.

La tecnica è cambiata recentemente grazie  alle agocannule con sicura  che hanno introdotto una delle più grandi innovazioni tecniche che favoriscono l'impianto.

I principi generali del posizionamento di un accesso venoso sono immutati nel tempo:

  1. Informazione

L'informazione corretta consente di avere la maggior collaborazione sia in fase di posizionamento che nella cura che l'assistito deve avere dopo.

L'informazione ci consente di evidenziare che esiste una necessità e che per mantenere il device i sede dovrà anche avere delle attenzioni di delicatezza.

  1. Il consenso

In sanità il nostro assistito ha sempre la possibilità di rifiutare una nostra prestazione. Quindi per avere il concenso informato corretto è necessario spiegare quale motivo si rende necessario il posizionamento di un accesso venoso.

Questo non deve essere visto come solo un obbligo normativo o ritenuto necessario solo se è scritto perchè consente di ottenere una performance migliore perchè aumenta il coinvolgimento e la compliance. 

  1. Il lavaggio delle mani

Il principio cardine per ridurre le ICA, è obbligatorio ricordarlo per l'importanza che riveste.

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  1. Organizzazione del materiale e postura corretta

Questi due elementi consentono la migliore esecuzione per una tecnica che è operatore dipendente.

L'infermiere deve sistemare tutto il materiale necessario e avere una postura comoda.

  1. La valutazione del braccio e della la vena per la scelta del punto da forare

Prima si valuta poi si fora, il fallimento non è mai colpa del paziente che non ha vene, è una dichiarazione sbagliata che non deve essere fatta.

La valutazione del braccio può essere più o meno difficile e richiedere più o meno tempo ed è un'azione operatore dipendente.

Non esiste una vena facile, ma esiste una vena che non sei in grado di prendere e se fai una valutazione corretta puoi arrivare a chiedere aiuto ad un collega ancora prima di forare.

La valutazione del braccio ci consente di capire alcuni aspetti utili:
  • lo stato nutrizionale del paziente, se è dimagrito molto la vena del braccio è all'interno di un incavo e le vene saranno fragili,
  • la presenza di ematomi, ci segnala che le vene sono fragili e si rompono facilmente,
  • la presenza di vene trombizzate,
  • la presenza di aree da non forare, per la presenza di aree infiammate,
  • la presenza di circoli collaterali grandi, perchè le altre vene sono state trombizzate.

La valutazione del punto del foro si fa con il tatto, trovando le dimensioni della vena, necessarie per il foro, il diametro, la profondità, la direzione e l'inclinazione

  1. Il posizionamento del laccio

Il laccio non deve essere stretto all'inverosimile, i lacci piatti devono essere stesi bene prima di essere tirato.

Causare dolore con il posizionamento del laccio è sbagliato ed indispone il paziente, che sarà più nervoso. Il nervosismo del paziente potrebbe comportare movimenti bruschidurante il foro che possono complicare di molto la procedura.

In persone sensibili, il foro può facilmente provocare vasocostrizione.

  1. La giusta tensione della pelle

Il foro della vena o prendere una vena, è una tecnica a due mani e l'argomento tensione della pelle merita anche in questo caso un articolo dedicato che sarà disponibile prossimamente.

Una mano tiene il paziente e modifica la tensione della pelle e la mano dominante fa il foro.

La mano che tiene il paziente con il pollice o altre dita in aiuto favorisce la tensione della pelle. La pelle ha una elasticità che segue le Linee di Langer

Questo vuol dire che se la pelle non è tenuta in tensione quando fori si ripiega e aumenta la resistenza al foro.

La pelle deve essere tenuta tangenzialmente alle Linee di Langer in modo che quando si fora non si spostano.

  1. Il foro

Quando abbiamo valutato, il diametro della vena, la profondità, la direzione e l'inclinazione abbiamo tutte le informazioni. Il foro deve essere veloce nell'attraversare l'epidermide, in questo modo si riduce il dolore.

L'ingresso dell'ago cannula deve arrivare all'interno della vena, non oltre, altrimenti gli abbiamo creato die fori e potrebbe rompersi più facilmente.

L'inclinazione dell'ago cannula deve essere adeguata, fra i 15 e i 45 gradi.

Se l'inclinazione dell'ago cannula è troppo bassa si rischia di sfregare la cannula sulla pelle in ingresso. Se l'inclinazione dell'ago cannula è troppo alta fa si che quando si fissa la cannula si crea una piega fra il cono e il punto di ingresso.

  1. Sapere quando rinunciare e gestire il fallimento

Questi sono due aspetti che possono evidenziare la professionalità dell'infermiere. Sapere quando rinunciare è possibile se si valuta bene il braccio e si conoscono le proprie potenzialità e quelle del collega.

Se si è sicuri di non riuscire informare il paziente che la tua valutazione richiede il parere di un collega più esperto è un atto di responsabilità che viene apprezzato.

Il problema è che non sempre il collega più esperto è in servizio quel giorno.

Quando si sbaglia un foro le motivazioni possono essere molte, dire al paziente che ha le vene sbagliate rimane sbagliato.

La motivazione più facile è l'errata valutazione e la mancanza di esperienza e sensibilità nel gestire l'ago.

Dire al paziente qualcosa su cosa è successo, come ad esempio:

    • "mi scusi la vena si è gonfiata molto e al contatto con l'ago si è rotta";
    • "mi scusi ma sono entrato di lato e non sono riuscito ad orientarmi bene con l'ago";
    •        "mi scusi la vena era molto mobile e non sono riuscito/a a tenerla bene".

Le motivazioni possono essere le più diverse, dipende dal caso, nel forum mi piacerebbe vedere condivise le esperienze così che si possa crescere insieme.

La priorità deve essere la salvaguardia della vena, insistere e rendere irrecuperabile la vena è il più grande fallimento. 

  1. La medicazione

Deve essere la migliore che possiamo fare con quanto ci viene fornito, deve consentire il miglior fissaggio del device, ma anche il confort del paziente.

La tensione della medicazione deve essere adeguata all'obiettivo di fornire stabilità, troppa tensione può portare a disagio durante la rimozione e ad un decubito

  1. La rimozione dell'ago cannula

Deve avvenire in presenza di malfunzionamenti non risolvibili, in presenza di complicanze o quando non è più necessaria.

La medicazione deve essere rimossa con una delicatezza adeguata. MAI A STRAPPO

  1. Considerare la possibilità di utilizzare delle varianti della tecnica standard, non sono molte ma ci sono:

    • scegliere un dispositivo diverso, la BD intima per alcuni risulta più facile da utilizzare nelle vene difficili;
    • vene fragili, riferite dal paziente o sospette tali, richiedono una maggior attenzione al tempo di permanenza del laccio, che se porta la tensione della vena al limite, il contatto con l'ago la causa la rottura. Il laccio si mette, si identifica la vena, si toglie, si rimette e si fora appena la vena è visibile;
    • nella parte posteriore dell'avambraccio c'è la basilica, spesso è ignorata e può essere l'ultima risorsa, è la più difficile, molto mobile e si fora "a testa in giù.
  1. Non scoraggiarti per un fallimento

Decidere di essere incapaci per un fallimento è una pratica scolastica inutile, come lo è l'autoflagellazione emotiva. 

Studiare gli insuccessi e capire dove è stato l'errore ti consente di migliorarti e di migliorare la tua capacità di valutazione.

Questa pratica non è per giustificarsi ma per migliorarsi e rende un insuccesso una tua esperienza unica che ti consentirà una crescita tecnica.

Vale per ogni cosa, quindi migliora la tua capacità di analisi degli errori, tuoi e dei colleghi.

L'obiettivo finale è che il posizionamento e l'utilizzo di un ago cannula deve essere un'esperienza per il nostro paziente, ma non un incubo sin dal primo istante.

 

Foto di Angela Roma