50 passaggi per posizionare bene un ago cannula

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cvp2Il catetere venoso periferico (CVP) è chiamato anche ago cannula e viene utilizzato per la terapia endovenosa, quella che più frequentemente viene effettuata ai pazienti ricoverati in ospedale.

Capita spesso che l'infermiere si trovi a raccogliere le lamentele del paziente sulla terapia endovenosa, l'ematoma, il dolore, il gonfiore. 

Il posizionamento dell'ago cannula richiede pochi minuti, ma è il primo passo per una buona terapia endovenosa. (Per saperne di più sulle fasi di posizionamento leggi "Posizionare un catetere venoso periferico")

L'ago cannula è un dispositivo che, posizionato in vena, consente di infondere farmaci o flebo; molto spesso viene chiamato semplicemente catetere venoso periferico con l'acronimo CVP per distinguerli bene dai cateteri venosi centrali i CVC, che permettono fleboclisi con farmaci e soluzioni più concentrati.

L'inserimento in vena di un ago cannula, CVP, è mostrato rapidamente in molti video su youtube cercando "posizionare cvp".

Ne compaiono decine, sembrano tutti uguali e semplici, ma quando sei dal paziente scopri che ci sono molte differenze e decisioni da prendere, perchè ogni individuo .

Il posizionamento di un ago cannula richiede una tecnica specifica che consiste nell'incannulare la vena. Prendere sempre la vena al primo tentativo dipenderà dalla preparazione, valutazione, manualità e dall'abilità raggiunti.

I suggerimenti li ho trovati in un bell'articolo con le immagini di un sito inglese e l'ho riadattato con la mia esperienza; prova a leggere questi consigli, forse possono essere utili e migliorati dalla tua esperienza:

1. Calma e preparazione

Il paziente e chi fa il prelievo dovrebbero avere una posizione composta e tranquilla perchè una procedura nervosa e affrettata ha le premesse per un fallimento.

Spiegare la procedura al paziente metterlo comodo e capire la sua storia con la terapia endovenosa per verificare il livello di stress che potremmo creare.

E' vero che spesso siamo di fretta, ma capire subito con chi si può essere veloci e con chi è necessario un momento in più è la premessa per un lavoro ben fatto.

2. Trasmettere fiducia

Scegliere le parole giuste per il paziente che abbiamo di fronte, avere un atteggiamento positivo e credere in sè stessi, rassicura il paziente e cerca di trasmettere che sai cosa stai facendo.

Il paziente è incoraggiato dalla tua fiducia, starà fermo e la tensione non giocherà brutti scherzi. Se si inizia a dire frasi del tipo "che brutte vene, qua non si può fare", non si otterà nessun rapporto basato sulla fiducia.

3. Valutare la fobia dell'ago

La fobia dell'ago (belonefobia) può nascere come risposta a seguito di precedenti inserimenti di cvp e i sintomi includono tachicardia e ipertensione prima dell'inserimento.

Al momento dell'inserimento, la bradicardia e un calo della pressione arteriosa si verificano con segni e sintomi di pallore, diaforesi e sincope.

Rassicurare il paziente con un tono calmo e assertivo, informare il paziente, tenere gli aghi fuori dalla vista del paziente l'ago fino all'ultimo può aiutare molto a gestire belenofobia.

4. Osservare le misure di controllo delle infezioni

Utilizzare i guanti per inserire una cannula nel paziente protegge l'operatore sanitario, l'inserimento di un cvp è una procedura invasiva e richiede disinfezione e tecnica asettica.

La disinfezione consente di ridurre la carica microbica locale e deve consentire alla vena di essere visibile e ben palpabile con il tatto.

5. Valutare la vena

La valutazione della vena è necessaria sempre, ed indispensabile nei pazienti anziani o disidratati.

Se c'è stato un dimagrimento importante, le vene del braccio sono si di calibro adeguato, ma appaiono dentro un solco e potrebbero essere molto fragili.

6. Sentire la vena piuttosto che guardare

Le dita sono lo strumento più importante nel posizionare un agocannula, hanno una capacità di fornire informazioni superiore a quella della vista.

Se non riesci a vedere una vena adatta, fidati delle dita ancora di più dei tuoi occhi. Un tendine, alla vista, può sembrare una vena, ma al tatto è molto più duro e attraverso i movimenti puoi capire che non è una vena.

7. Chiedere al paziente

Il paziente che ha una storia di terapie endovenose può sapere quali vene sono adatte e consigliare quella giusta, si possono notare più fori vicini alla sede indicata, come anche se in altri punti ci sono dei lividi per i precedenti insuccessi.

8. Usare le dimensioni della cannula appropriate per la vena

Provare a prendere una vena di piccole dimensioni con un cvp di calibro non adatto può significare una rottura della vena certa.

9. Considerare la soluzione da infondere

Ricordarsi che un cvp di calibro troppo piccolo non è adatto all'infusione di sangue e a infondere quantità elevate di liquidi.

10. Scegliere per prima la mano non dominante

Importante pensare sempre al paziente nel momento in cui avrà un' infusione o un cvp posizionato, pensando a quale livello di autonomia gli si lascia a disposizione per fare le attività più semplici.

Se non è possibile si procedrà oltre.

11. Iniziare dalle vene distali fino a quelle prossimali

Inizia a scegliere tra le vene più basse e poi a lavorare verso l'alto.

Partendo dal punto più prossimale è possibile che si perdano diversi siti che si potrebbero avere sotto di esso.

12. Utilizzare un bracciale per la misurazione della pressione arteriosa anziché un laccio emostatico

Non mi è mai capitato di utilizzarlo ma è una buona idea se il paziente ha una pelle molto fragile o una dolorabilità della pelle.

Un bracciale può essere gonfiato ad una pressione appropriata così da far dilatare le vene a valle e avere un confort del braccio adeguato.

13. Applicare correttamente il laccio emostatico

Il laccio emostatico deve essere posizionato abbastanza stretto da ostacolare il flusso venoso, ma non troppo stretto per impedire il flusso arterioso, in questo modo il sangue scorre continuamente verso l'estremità, ma incontra resistenza mentre cerca di andarsene, facendo apparire le vene.

Applicare il laccio emostatico comodamente, a circa 10-20 cm sopra il sito di inserimento dell'ago. Nel dubbio che il laccio sia troppo stretto sentire il polso radiale.

14. Forare senza un laccio emostatico

Capita raramente di dover fare questa scelta, c'è da tenere presente che la cute sopra la vena non è tesa e il foro può essere più doloroso. Questa può essere l'unica scelta se il paziente ha le vene adeguatamente riempite ma fragili.

Per rendere la vena più visibile

15. Usare la gravità

Lasciare il braccio del paziente penzolare sul lato del letto, se non si osservano vene per favorire il riempimento venoso.

La gravità rallenta il ritorno venoso e distende le vene.

Le vene piene e distese sono più facili da palpare e rappresentano sempre un'opzione eccellente per l'inserimento.

16. Usare un impacco caldo

Questo non mi è mai capitato di utilizzarlo perchè richiede tempo, in effetti potrebbe essere una scelta per quelle realtà che non hanno modo di chiedere il posizionamento di un CVC e hanno tempo per organizzarsi.

La soluzione potrebbe essere quella di applicare impacchi caldi e umidi o asciugamani caldi sull'area per diversi minuti prima di inserirli e, naturalmente, prima di pulire. Lasciare l'impacco in posizione per 10 a 20 minuti. 

17. NON schiaffeggiare la vena

L'abitudine di schiaffeggiare il sito di inserimento in modo che la vena sia più visibile, anche se a volte la pratica è utile, sarebbe opportuno non rendere ancora più dolorosa una procedura già dolorosa.

18. Toccare ripetutamente la vena

Piuttosto che schiaffeggiare, usa il pollice e l'indice per fare una pressione pulsata sulla vena; questo rilascia istamine sotto la pelle e favorisce la dilatazione delle vene.

19. Senti la vena

Avvolgi un laccio emostatico sopra il sito d'inserimento per dilatare le vene e palparle delicatamente. Usa le stesse dita nella palpazione in modo da essere in grado di familiarizzare con la sensazione di una vena ben gonfia.

20. Far chiudere e aprire la mano a pugno

Istruire il paziente a stringere e aprire il pugno per favorire la circolazione ematica grazie alla contrazione muscolare e favorire il ritorno venoso.

21. Usare la tecnica con più lacci emostatici

Non mi è mai capitato e non conoscevo questa tecnica, anche se credo che alla fine metta sotto sforzo la vena, potrebbero esserci dei limitati casi in cui può essere utile, usando due o tre lacci emostatici in lattice.

Applicarne uno alto sul braccio e lasciare agire per 2 minuti, applicare il secondo a metà braccio sotto la fossa antecubitale. Le vene collaterali dovrebbero apparire. 

22. Dilatazione della vena usando nitroglicerina

....La nitroglicerina come unguento vasodilatatore, l'idea è interessante ma non ho mai avuto modo di vederla usare perchè in Italia è commercializzata solo come pomata per le emorroidi.

23. Disinfettare secondo il flusso venoso

Mai fatto, se la vena si è gonfiata spontaneamente per la presenza del laccio spingere sangue ulteriormente aumenta la pressione sulle pareti della vena e avrei timore di una rottura imprevista, io ho sempre disinfettato in senso contrario, poi facendo attenzione a non premere troppo sulla vena che si è gonfiata..

Pulizia o disinfezione di siti 

24. Pulire una zona più ampia

Disinfettare un'area più ampia nel caso si presentasse un'altra vena vicina.

25. Utilizzare un localizzatore di vene

Non mi è mai capitato di utilizzarlo, anche se dubito che una vena che non sia palpabile possa essere utile per un foro.

26. Stabilizzare la vena

Tirare la pelle tenedola tesa in questo modo resta ferma durante l'entrata dell'ago e questo riduce anche il dolore che il paziente può provare al momento dell'inserimento. Inoltre è importante assicurarsi che l'alcol si sia già asciugato sulla pelle perchè sulla cute lesa brucia e il foro potrebbe diventare molto doloroso.

27. Inserire il cvp direttamente sopra la vena 

La scelta di forare sopra la vena consente di entrare immediatamente nella vena, vedere il ritorno venoso e far progredire la cannula.

La scelta di forare di lato la vena può comportare il rischio di lacerare la vena, perchè la punta dell'ago cannula ha un bordo tagliente per ridurre il dolore del foro. 

28. Prevenire il piegamento della cannula

A volte, se la vena è indurita o cicatrizzata, c'è il rischio di ripiegare la cannula mentre la si introduce nella vena. 

29. Ruota il mozzo del catetere

Nella fase di introduzione della cannula quando si incontra una resistenza o c'è una tortuosità della vena, è possibile agire anche in presenza di vene fragili, "facendo roteare il mozzo" del catetere.

Per fare questo bisogna inserire il cvp con un leggero movimento rotatorio per favorire l'ingresso della cannula. Questo non è possibile con gli aghi con la sicura.

30. "Bevel up"

Assicurarsi che la smussatura dell'ago sia rivolta verso l'alto in quanto questa è la parte più affilata dell'ago, infatti scivolerà facilmente se inserito in questo modo.

31. Fare il foro con un angolo di 15-30 gradi sulla pelle

Tenere il catetere in un angolo di 15-30 gradi sopra la pelle con la smussatura rivolta verso l'alto e informare il paziente che si sta per inserire l'ago.

32. Prestare attenzione alla resistenza durante l'introduzione dell'ago cannula

Quando inserisci l'ago, si percepisce una certa resistenza. Se non si avverte alcuna resistenza, far avanzare l'ago con attenzione.

Se si sente una modifica della resistenza con una riduzione di essa, interrompere l'inserimento perché è necessario introdurre la cannula.

33. "Il flashback" il ritorno ematico

Una volta che si vede un riflusso di sangue (cioè, "flashback") dalle vene, si può rimuovere il laccio emostatico e far avanzare completamente la cannula.

Interrompere il ritoro venoso premendo sulla punta della cannula.

La cannula ha una dimensione variabile a seconda del modello di 3 o 5 cm. Per evitare il reflusso ematico quando si è rimosso l'ago è sufficiente una lieve pressione sulla punta della cannula e non una forte pressione della metà di essa. 

I modelli più recenti dispongono di una valvola di sicurezza che impedisce il reflusso ematico una volta rimosso l'ago.

34. Non avanzare con tutto l'ago

Sapere quando smettere di far avanzare il cvp è importante e una volta presa la vena, si vede il "flah back", ritorno di sangue, quindi fermarsi e abbassare l'angolo di approccio, per far proseguire la cannulla attraverso la vena.

Avanzare ulteriormente con l'ago che ha un bordo affilato e tagliente potrebbe tagliare la vena nella sua lunghezza.

35. Non avviare rapidamente l'infusione

Una volta inserito e fissato il cvp, avviare lentamente l'infusione endovenosa come se si trattasse di vene fragili. Essere frettolosi per avviare subito la fleboclisi potrebbe causare un aumento di pressione e danneggiare la vena.

36. Rilasciare il laccio emostatico per primo

Una volta assicurato che il catetere sia all'interno della vena, slegare il laccio emostatico prima di far avanzare la cannula per evitare che soffra a causa dell'aumento di pressione.

Protezione della linea infusiva

Se hai inserito correttamente il catetere, devi assicurarti che duri. Di seguito sono riportati alcuni suggerimenti su come proteggere la linea infusiva.

37. Fissare il tubo sfavorendo la formazione di curve e non di pieghe

Con l'utilizzo del cerotto il tubo di infusione deve essere bloccato cercando di non fargli fare delle pieghe che risulterebbero essere dei punti di ostacolo del flusso. 

38. Controllare se l'arto si riesce a muovere

Ci sono posizioni che consentono il movimento del braccio mentre altre che richiedono di bloccarlo, ed è necessario motivare la scelta al paziente e ai familiari in caso si renda necessaria una contenzione del braccio.

39. Fissare il tubo controllando i movimenti naturali del braccio

Fissare con un cerotto il tubo tenendo conto dei movimenti naturali del corpo; cercando di evitare che il tubo si arrotoli o si aggrovigli o faccia pieghe.

40. Mettere dei cerotti per evitare lo strappo accidentale

Utilizzare uno o due nastri per evitare una trazione diretta sul cvp qualora il tubo si trovi ad essere impigliato e possa causare una trazione diretta.

41. Verificare le perdite di sangue o di soluzioni

Una piccola perdita o un punto umido che va dal cvp lungo il circuito deve essere indagata e risolta, che sia un raconrdo da stringere o il cvp da riposizionare.

42. Non sondare la vena

Chiamato anche "forare alla cieca" soprattutto quando nel sondare si tocca involontariamente il muscolo o il tendine.

Considerazioni speciali per la terapia endovenosa

Non tutte le vene sono uguali, diverse persone con condizioni diverse hanno vene diverse, quindi ecco alcune considerazioni speciali che è necessario notare.

43. Per i pazienti più anziani

Hanno vene più piccole e fragili probabilmente le vene più visibili e sicure sono nelle mani, ma assicurati di stabilizzare bene il cvp perchè è una posizione soggetta al movimento.

44. Rivalutare il posizionamento corretto

Quando si devono infondere chemioterapici una conferma in più che il cvp è posizionato bene la puoi avere creando una leggera pressione negativa.

Una pressione negativa delicata e controllata può essere realizzata abbassando la fleboclisi al livello del piano del letto..

45. Evitare le valvole venose

A volte si vedono lungo la vena valvole prominenti, possono ostacolare lo scorrimento della cannula.

Se pensi di esserti impuntato in una valvola, collega la cannula al tubo di una e infondi delicatamente soluzione fisiologica tramite una siringa o una fleboclisi, nel mentre si fa avanzare il cvp.

46. ​​Biforcazione delle vene

Si dovrebbe accedere alla vena al di sotto della biforcazione e questo offre maggiore probabilità di successo della cannulazione.

47. Scegliere di non proseguire

Dopo 2 tentativi la capacità di giudizio potrebbe essere alterata, al massimo si può fare il terzo tentativo ma non oltre e prima di esaurire il patrimonio venoso del paziente chiamare un collega esperto e spiegargli cosa è successo è una scelta responsabile.

48. Utilizzare la contenzione

Solo in limitatissimi casi e su prescrizione medica. 

49. Scegliere di non posizionare un cvp

Durante un'emergenza, potrebbe essere necessario scegliere la via intraossea, oppure in caso di infusioni prolungate il posizionamento di un CVC

50. Rilevare tempestivamente lo stravaso in un paziente obeso o con edemi

Confrontare il turgore del tessuto circostante l'infusione con il tatto e osservare l'aspetto della pelle dell'arto con l'estremità opposta e ispezionare meticolosamente il sito per verificare se gonfiore, freschezza, sbiancamento, scolorimento e perdite nel punto di inserimento dell'ago.

In alternativa posizionare un laccio emostatico prossimale al sito di venopuntura e renderlo abbastanza stretto da limitare il flusso venoso.

Se l'infusione continua senza assistenza da un dispositivo meccanico a pompa, hai confermato l'infiltrazione.

L'inserimento di un cvp è semplice guardando l'esecuzione di un infermiere esperto, ma quante scelte e valutazioni vengono fatte in pochi minuti sono intangibili e questo testo è solo una breve sintesi che vuole dare un'idea della complessità che un infermiera/e può incontrare nel posizionare un cvp in casi specifici.

Per approfondimenti:

50 IV Therapy Tips and Tricks: How to Hit the Vein in One Shot

 

Foto di Los Muertos Crew