Le complicanze del cateterismo vescicale

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caution 943376 640 Il cateterismo vescicale che sia maschile o femminile è una procedura in cui un tubicino sottile e flessibile, chiamato catetere, viene inserito nella vescica attraverso l'uretra per diversi scopi, tra cui:

  • il drenaggio dell'urina;
  • la misurazione della diuresi;
  • la somministrazione farmaci o l'indagine di problemi urinari.

Nonostante sia una procedura comune, il cateterismo vescicale, può comportare alcune complicanze immediate che consiglio di essere verificate dall'operatore che ha posizionato il catetere vescicale, almeno, entro le 24 ore.

Comunicare al paziente le eventuali complicanze che possono verificarsi è fondamentale e costituisce il cardine del concetto di educazione terapeutica e presa in carico che dobbiamo sempre tenere a mente.

Le complicanze variano in base alla gravità e possono includere:

  1. Infezioni del tratto urinario (ITU): l'inserimento del catetere aumenta il rischio di infezioni del tratto urinario, poiché durante la procedura si possono introdurre batteri nell'uretra e nella vescica. L'ITU può manifestarsi più o meno rapidamente con sintomi come bruciore continuo, stimoli di urgenza urinaria fino ad avere febbre con brivido.
  2. Traumi dell'uretra o della vescica: la fase di inserimento o in seguito di rimozione del catetere vescicale può causare danni alla mucosa uretrale o alla parete vescicale, causando anche sanguinamento. A seconda del danno può essere necessario l'intervento e la valutazione dell'urologo.
  3. Sanguinamento: l'inserimento del catetere può causare sanguinamento minore dall'uretra, soprattutto se il paziente ha problemi di coagulazione del sangue o altre condizioni predisponenti.
  4. Blocco o ostruzione del catetere: il catetere può essere inserito quando presente ematuria e venire rapidamente ostruito da coaguli di sangue, o altri materiali presenti in vescica come i calcoli urinari, impedendo il normale flusso di urina. Chiaramente in tempi brevi è necessario intervenire con un irrigazione o la sostituzione del catetere.
  5. Discomfort e dolore: il cateterismo vescicale può causare immediatamente disconfort, disagio e dolore continuo. Sintomi di questo tipo richiedono una valutazione immediata, specialmente se il catetere è malposizionato o se il paziente ha condizioni anatomiche preesistenti che rendono la procedura più dolorosa.
  6. Incontinenza urinaria transitoria: dopo la rimozione del catetere, nell'immediato, alcuni pazienti possono sperimentare temporanea incontinenza urinaria, è raro. La verifica per comprendere se va tutto bene è necessario fare una minzione, interromperla e riprenderla.
  7. Reazioni allergiche: in rari casi, il materiale del catetere può causare una reazione allergica nel paziente.

Le complicanze sono possibili per ogni tecnica medico infermieristica ed è necessario identificare le persone con maggior rischio.

L'esempio principe sono gli anziani che con il passare del tempo presentano una vescica che si colonizza di batteri dobbiamo tenere presente che un'errata lubrificazione porta a maggiori traumatismi dell'uretra e una maggior possibilità di ingresso degli stessi nel circolo ematico.

L'anatomia esterna spesso ci da indicazioni e se è necessario utilizzare un catetere vescicale più piccolo o più grande di quanto preventivato.

Al tempo stesso, l'anatomia esterna ha un certo aspetto, ma non è nota quella interna e se il paziente ha fatto un intervento di prostatectomia possono esserci false vie; chiaramente non visibili.

La responsabilità infermieristica

Le complicanze del cateterismo vescicale possono variare da paziente a paziente e possono essere influenzate da condizioni cliniche preesistenti note o meno. L'educazione e l'informazione al paziente devono essere fatte ogni volta.

Informare il paziente del funzionamento normale o atteso del catetere vescicale è necessario, il cv in sede può dare fastidio, ma non deve causare dolore, bruciore o ancora meno febbre. Porebbe dare la sensazione di avere lo stimolo ad urinare per la pressione del palloncino di ancoraggio.

L'informazione è necessaria sia per tranquillizzare il paziente ma anche per metterlo in grado di riferire tempestivamente eventuali problemi.

Passare almeno entro le 24 ore a verificare come sta il paziente, risponde al concetto di responsabilità e di presa in carico che caratterizza la nostra professione.

Inoltre, questo consente, avendo memoria del posizionamento, di fare mente locale se in presenza di sintomi ci sono stati dei passaggi anomali che li possono avere causati. In questo caso, pensare ad una soluzione se ricapitano in futuro.

Conclusioni

Il miglioramento continuo è un processo esperienziale che può esistere solo se si è in grado di rivedere quanto fatto, comprenderne gli errori e le cause possibili.

La gestione tempestiva di eventuali problemi che possono insorgere sono fondamentali per garantire una procedura sempre più sicura e ben riuscita.

Il pensiero che porta all'autocelebrazione, "io faccio tutto bene secondo le linee guida e se c'è un problema è colpa del paziente" è un pensiero tossico che uccide la professione ogni giorno di più.

 

Foto di paulracko da Pixabay