L'infermiere e la care neonatale

mano neonato
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Molte volte si sente parlare della care neonatale, ma esattamente cosa si intende dire con questo termine?

La care neonatale è l’insieme di tecniche assistenziali che mirano a ridurre lo stress del neonato nell’ambiente extrauterino. 

L’esecuzione delle azioni di care è di pertinenza squisitamente infermieristica, e lo si fa attraverso i molteplici trattamenti attuabili, tra cui: la suzione non nutritiva, effettuata quindi a scopo consolatorio per alleviare il dolore del prematuro.

Le tecniche più famose di care neonatale, utilizzate all’interno dei reparti di TIN e neonatologia sono: 

La Kangaroo Mother Care

La Kangaroo Mother Care (KMC) è una modalità di cura del neonato pretermine sviluppata intorno agli anni ’70 a Bogotà dal pediatra Rey- Martinez per fronteggiare le carenze di incubatrici disponibili nelle strutture sanitarie.

Questa cura prevede che il neonato sia posto sul petto del genitore con un contatto pelle-pelle

La KMC nel corso degli anni fu adottata anche in Europa poiché col tempo se ne apprezzarono i benefici sull’attaccamento neonato-genitore.

Quest’approccio permette inoltre di:

  • promuovere l’allattamento al seno precoce;
  • favorisce la termoregolazione e il miglioramento dei parametri cardiorespiratori;
  • riduce gli episodi di rigurgito e aspirazione;
  • permette un miglioramento dell’umanizzazione delle cure;
  • un adattamento più rapido alla vita nell’ambiente extrauterino.

I suoi benefici sono dovuti al fatto che fornisce una stimolazione multisensoriale, inclusi stimoli emotivi, tattili, visivi e uditivi e ha dimostrato di essere benefico per il funzionamento autonomo, una migliore interazione madre-bambino e migliori cicli sonno-veglia. 

L’holding

Ulteriore tecnica di care neonatale è l’holding, ossia il contenimento del neonato prematuro con le mani e il corpo della persona curante cosicché egli si possa accoccolare e tranquillizzare nonostante le continue sovrastimolazioni a cui è esposto in TIN (terapia intensiva neonatale). 

Il  wrapping 

Il wrapping è una pratica di care molto semplice da attuare, che può essere insegnata ai genitori e consiste nell’avvolgere il neonato in posizione flessa, con le mani vicino al viso per poterlo contenere.

Questo gli permetterà di avere una maggiore stabilità posturale, anche all’interno del nido, una concavità realizzata con telini soffici, o dei piccoli asciugamani arrotolati, che si adatta alla forma del neonato di modo che al suo interno si senta accolto e ciò favorisce il sonno e la stabilità della postura. 

La cura posturale del neonato

Un’altra tecnica atta a garantire la care neonatale è la cura posturale che consiste nel posizionare il neonato in determinate posture finalizzate a promuovere un obiettivo specifico.

I benefici di questa cura sono vari, dipendono dalla postura scelta, per questo motivo bisogna che sia personalizzata, adattandola quindi alle condizioni cliniche, all’età gestazionale e alle caratteristiche di ogni neonato, evolutiva, andando a modificarla nel tempo in relazione alle necessità del paziente.

La finalità di questa particolare care è individuata sul singolo neonato; quindi, ognuno avrà degli obiettivi diversi in relazione alla fase maturativa in cui si trova. 

I vantaggi principali della cura posturale sono:

  • miglioramento nella coordinazione dei movimenti;
  • miglioramento dell’esplorazione tattile dell’ambiente circostante;
  • favorire la digestione e riduzione del reflusso gastroesofageo;
  • riduzione dello stress secondario alle procedure assistenziali;
  • promozione della funzione respiratoria. (10).

La scelta delle posizioni, quindi, dipende da vari fattori. Si parla di posizione prioritaria indicando quella in cui il neonato deve rimanere per più tempo nell’arco delle 24h, alternandola anche ad una postura secondaria. 

Posizione prona

Tra le più utilizzate nella pratica clinica abbiamo, la posizione prona; atta a migliorare la funzionalità respiratoria, favorire il sonno e ridurre il numero di risvegli, diminuisce il rigurgito gastroesofageo (mantenendo il neonato su un piano inclinato di 30 gradi). 

Questa postura è consigliata per i neonati con insufficienza respiratoria acuta, che siano in ventilazione o non, e pazienti affetti da reflusso gastroesofageo.

Viene sconsigliata per i neonati che presentano eccessiva apertura degli arti; iperestensione della testa e tronco; difficoltà ad allinearsi sulla linea mediana e ad auto-stabilizzarsi.

Posizione supina

Detta anche semi fianco è molto più agevole per il personale sanitario, in quanto permette un’osservazione diretta del neonato, monitorizzandone i parametri, la dinamica respiratoria e il colorito cutaneo; ed è anche più semplice da questa postura andare a manipolarlo per effettuare delle manovre assistenziali. 

Questa è la postura ideale per quei neonati che hanno subito interventi chirurgici, e che presentano dei drenaggi da monitorare durante il corso del turno; ed è utilizzata come alternativa alla prona o al mantenere il paziente sul fianco.

Non è consigliato mantenere supini coloro i quali hanno un’eccessiva apertura degli arti, o una postura asimmetrica della testa.

Posizione di fianco

Questa posizione è  prioritaria quando si vuole andare a lavorare sulla promozione dello sviluppo psicomotorio e favorisce l’autoesplorazione e la flessione fisiologica; il mantenimento del neonato su fianco sinistro in particolare riduce il reflusso gastroesofageo.

Altri benefici di questa postura sono: 
  • facilitazione della simmetrizzazione del capo sul tronco;
  • allineamento degli arti verso la linea mediana;
  • agevolazione del contatto mano-mano e mano-bocca, favorendo la suzione del dito come attività autoconsolatoria.

Non va utilizzata se il paziente ha una condizione di insufficienza respiratoria acuta.

Posizione semiseduta

Infine, l' ultima postura che andremo a prendere in analisi è la semiseduta; questa si può adottare dopo le 37 settimane di età gestazionale, in neonati lungodegenti. Bisogna ricordare che lo stare in braccio è da preferire al mantenere sulla sdraietta il neonato. 

Si suggerisce il mantenimento della postura semiseduta per brevi momenti, durante la veglia, di modo da favorire le esperienze relazionali e lo sviluppo antigravidico della testa e ridurre i rigurgiti.

Non bisogna utilizzarla se il paziente non ha raggiunto un controllo posturale sufficiente

Bibliografia

Grazia Colombo et all., “Con ragione e sentimento- le cure neonatali a sostegno dello sviluppo”, Biomedia. 

 

Foto di Suchart Sriwichai da Pixabay