Infermiere: come iniziare a lavorare bene in un nuovo reparto

corridoio ospedale
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Spostarsi da un reparto ad un altro, può essere un momento entusiasmante o traumatico, questo dipende spesso se la scelta è volontaria o se è stata imposta da necessità personali o aziendali.

Quando la scelta viene dalla direzione ospedaliera o da problemi per pressioni con i colleghi si può vivere male questo passaggio oppure può essere una liberazione.

Il cambiamento è tanto più drastico con più sono gli anni di lavoro nello stesso reparto perchè si perdono i punti di riferimento e gli automatismi che ci davano sicurezza nel quotidiano.

Che cosa sono i punti di riferimento?

Il lavoro quotidiano dell'infermiere è molto variabile nello stesso giorno si passa dal fare della burocrazia a tecniche invasive sul paziente.

Ma non è tutto, a questo si aggiunge la clinica del paziente dopo anni si riconosce tempestivamente l'aggravarsi o il migliorarsi di un problema di salute.

Nessuno sa a memoria tutte le procedure, ce ne sono centinaia con centinaia di pagine, ma al computer ritroviamo facilmente le schermate che ci interessano perchè andiamo subito a guardare la posizione nello schermo dove c'è quel pulsante che ci serve.

Oppure c'è da contattare un servizio e sai dove sono conservati i numeri di telefono; una banalità che ti evita di fare le solite domande e di interrompere il lavoro dei colleghi.

Il collega che regolarmente ha un ritmo di lavoro, ma davanti ad un urgenza si modifica, nella postura, nella tensione della voce, oppure all'opposto per un evento che ci sembra un'urgenza seria il collega esperto mantiene la calma e ci tranquillizza.

I punti di riferimento si sono costruiti in mesi o anni raramente c'è un percorso formativo strutturato per favorire l'inserimento e consentono al lavoro di scorrere con più sicurezza, per questo le equipe che sono insieme da un decennio sono le più performanti.

Come prepararsi al cambio di reparto/servizio?

Non si può, il cambiamento è un salto nel buio.

L'ideale sarebbe di andare in quel reparto qualche giorno per capire se ti piace, oppure come per i servizi di dialisi ci sono dei corsi specifici che consentono di imparare l'utilizzo delle macchine e quindi del lavoro che ci si appresta a fare.

Quando si arriva nel nuovo reparto

La prassi va rispettata, ci si presenta al coordinatore e si identificano i colleghi anziani che possono fungere da punto di riferimento.

Il primo passo è imparare i nomi dei colleghi, medici, infermieri, oss, più nomi possibili ti consentiranno di identificare immediatamente il collega giusto.

Trovare dove sono le procedure e protocolli di reparto soprattutto per quelle tecniche che sono specifiche del reparto e quelle che si fanno di rado o che hanno una modulistica specifica, in questo modo non sarai impreparato/a.

Trovare i punti di riferimento

Trovare i colleghi che possono essere dei punti di riferimento, sono preziosissimi perchè puoi imparare dal loro modo di fare, oppure interagendo e facendo quotidianamente, una formazione informale, come ad esempio:

    • lo scambio di esperienze, mi è capitato, ho visto fare ecc...
    • la ricerca di soluzioni ai problemi quotidiani, non riesco a fare questo, mi aiuti a capire...
    • la correzione degli errori, aspetta, la procedura richiede questi passaggi, attenzione il contenitore da usare è quell'altro ecc...

La formazione ECM ti consente di apprendere e migliorare acuni aspetti formali e tecnici e puoi diventare una risorsa per i colleghi. La formazione nel nuovo reparto/servizio, viene fatta solo se sei in un servizio tecnico specialistico, altrimenti i corsi sono i soliti, sicurezza sul lavoro, neo assunto, blsd.

Il nuovo reparto può offrire stimoli di apprendimento e consente di mettersi in gioco, approfittando di nuove opportunità.

Ma se non succede niente, potrebbe esserci qualcosa che non torna e il reparto non ti piace e proprio non riesci a fartelo piacere, i segnali di stress li puoi riconoscere:

  • non riesci ad imparare i nomi dei colleghi,
  • non vai d'accordo con il coordinatore,
  • viene messa in discussione la tua professionalità senza chiederti chiarimenti, citando linee guida per spiegare qualsiasi eventualità (se fai presente che ci sono diverse linee guida per quell'argomento chiedi a quale fanno riferimento e non sanno più cosa rispondere).

In questo caso puoi darti del tempo, 6 mesi, un anno, ma non di più perchè potresti lavorare in un reparto tossico (LINK "Infermiere, stai lavorando in un posto di lavoro tossico, come riconoscerlo?"). 

Il cambio del reparto spesso è un salto nel buio, a volte il disastro è strutturato perchè magari non hanno previsto un inserimento e ti buttano subito a lavorare, oppure capita di non trovare il collega giusto o che non ti sia riuscito a far conoscere decidi un minimo di tempo per provarci.

Nell'ambito del reparto non ci sono solo i colleghi infermieri e il coordinatore, cerca anche di capire e interagire con i medici e gli OSS.

Questo ti aiuta a capire se sei in un contesto dove c'è uno spazio professionale orientato al paziente o se è fine a se stesso diviso nel delimitare il territorio con muri e gerarchie.

Gli OSS sono i primi che arrivano sul paziente e se trovi punti di contatto potresti vedere che ci sono persone veramente competenti e sensibili, chi ha difficoltà può imprare da te se lo aiuti, tieni presente che gli OSS non hanno una formazione ECM da dover seguire.

I Medici sono persone e hanno modi diversi dipende dal contesto dove lavori, c'è quello che gli fai notare qualcosa e ti ringrazia, c'è quello che se la prende, non ci puoi fare nulla.

Il problema con i medici nasce se percepisci che ci sono barriere e fare il proprio diventa più importante della comunicazione e dell'obiettivo di aiuto.

La burocrazia è utile, ma è un arma a doppio taglio, perchè il nostro lavoro è sul paziente ma quando tutto il tempo è dedicato alla compilazione dei fogli allora la domanda sorge spontanea stiamo ancora facendo gli infermieri o siamo diventati solo funzionari pubblici?

Quando senti che è necessario cambiare reparto è il momento di essere determinati e non si può accettare un rifiuto, che sia perchè vuoi migliorare o perchè senti di essere in un reparto che non fa per te.

Oggi poi è possibile cambiare anche solo facendo un altro concorso, una mobilità o semplicemente cercando un posto interessante nel privato.

 

Foto di mspark0 da Pixabay