Il turno dell'infermiere: assistenza, normative e qualità di vità

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prelievo venosoIl turno lavorativo dell'infermiere è molto variabile, può dover coprire le 24 ore o solo il giorno con presenze di 6, 7o 12 ore. Non si tratta solo di coprire delle ore ma ci sono almeno 3 aspetti funzionali da considerare sempre, l'assistenza al paziente, le normative che tutelano il lavoratore e la qualità di vita del lavoratore nel proprio tempo libero.

Quando si decide il turno si devono soppesare questi 3 aspetti e fare delle scelte, altrimenti fare l'infermiere diventa una vera e propria sofferenza.

Il turno ha degli effetti sull'assistenza al paziente?

Il turno che copre le 24 ore ha degli effetti che possono essere lievi o molto seri, ad esempio se prendiamo due tipologie di turno su 5 giorni, il classico P-M-N-sn-R oppure una sua variante M-P-N-sn-R, i due turni consentono di erogare le stesse ore di assistenza, il monte ore non cambia.

Le attività che eroga l'infermiere non cambiano quando c'è una prescrizione medica o una pianificazione, quello che cambia è che il pomeriggio si vede il paziente, si agisce e poi la mattina dopo i risultati, c'è continuità.

I turni per coprire le 24 ore sono molto variabili, e chiamati a seconda del numero di giorni avremo turno 4, 5, 6, 9 oppure 11, e sono:

4-LNsnR

5-PMNsnR

5-MPNsnR

5-P(M\N)snRR

6-PMMNsnRPPMNsnR

9-PNsnRPMNsnR

11- PMNsnRPMNNsnR

molti sono andati in disuso perchè fuori norma.

La criticità maggiore di  qualsiasi turno si possa scegliere è la notte e le scelte di quale attività effettuare, perchè spesso ci si preoccupa di scrivere un elenco delle attività routinarie ma in alcune realtà  fare i prelievi con lo smonto notte è una routine, ma questo aumenta il rischio di errore per la stanchezza.

La stanchezza del turno aumenta in alcune condizioni, ad esempio se nel turno si fanno due notti consecutive, l'effetto del non riposare riduce di molto l'empatia e la capacità di mantenere l'allerta per rilevare i problemi dei pazienti. Oppure se non si fanno giorni di ferie da molto tempo, fare 7-8 mesi senza avere un giorno di ferie ed avendo fatto sicuramente dei doppi turni fa si che le 36 ore settimanali diventino pesantissime. Le cause possono essere organizzative per carenza di sostituzioni oppure essere una scelta dell'infermiere che per motivi suoi si rifiuta di stare in ferie al di fuori delle ferie estive.

La stanchezza generale fa poi si che il lavoro in reparto possa avere una "produttività minore" soprattutto quando si fanno turni di 13 ore consecutive. 

Le scelte sempre più spesso sono indipendenti dalla volontà dell'infermiere, infatti dipendono dall'azienda sanitaria pubblica o privata che riesce a vedere un guadagno maggiore e tangibile dal risparmiare sul personale, non sostituendo le maternità o le malattie lunghe invece di investire sulla formazione e organizzazione del personale per renderlo più efficiente.

Quali sono le normative di riferimento?

Il punto di riferimento è il CCNL Sanità 2016-2018 e quelli precedenti, dove il turno deve prevedere 36 ore settimanali e le 11 ore fra un turno e il successivo.

Le norme vengono poi ignorate quando si tratta di fare le ferie entro l'anno o i 6 mesi successivi, oppure il pagamento degli straordinari o il suo recupero a richiesta del dipendente nel mese successivo.

La formazione ha un effetto positivo: la normativa offre molte possibilità di formazione e l'infermiere che si aggiorna è più attento alle novità e più consapevole che il lavoro che sta svolgendo è all'avanguardia a livello internazionale. La conseguenza è una maggior tranquillità sul lavoro  nei rapporti fra colleghi e con il paziente.

L'organizzazione dei lavoratori in sanità è sempre tirata verso il risparmio, è un aspetto noto ed è un fatto accettato e lo si può notare dalla mancanza di adesione all'attività sindacale.

L'infermiere che svolge 3 turni per coprire le 24 ore è un lavoratore notturno, i cui problemi sono noti e tipici la normativa di riferimento prova a tutelare il lavoratore:

  • D.Lgs. 26 novembre 1999, n. 532. Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell'articolo 17, comma 2, della L. 5 febbraio 1999, n. 25. G.U. 21 gennaio 2000, n. 16.
  • D.Lgs. 8 aprile 2003 n.66. Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro.
  • Circolare MPLS n. 8 del 3 marzo 2005. 

Il turno ha degli effetti sulla qualità di vita dell'infermiere? 

Il turno diurnista consente di seguire i ritmi di lavoro "normali",  il turnista deve adattarsi ad avere una limitata sovrapposizione di tempi comuni con il partner e con gli amici.

Il lavoro notturno rappresenta un potenziale fattore di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori perché può:

  1. aggravare patologie internistiche;
  2. causare disturbi della vigilanza;
  3. aumentare il pericolo di incidenti e infortuni sul lavoro.

Il lavoro notturno ha una forte influenza anche nei rapporti con il partner soprattutto perchè a casa involontariamente si agisce in modo inopportuno soprattutto nello smonto notte quando le mente è molto stanca e sfoga la tensione e lo stress accumulati al lavoro su chi gli è vicino.

Questo effetto può essere amplificato anche dai messaggi attraverso i social che hanno sempre di più una certa importanza nel creare una percezione distorta nelle persone sensibili.

Il turno ha anche effetti positivi perchè offre la possibilità di potersi muovere quando tutti sono al lavoro, in un contesto normale il lavoro è di 36 ore e quindi il tempo libero il resto della giornata consente di andare il palestra, coltivare degli hobby o fare dei corsi di studi universitari.

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