Infermieri, medici e agocannule, una lezione di comunicazione?

Pin It

agocannula standardDa qualche giorno diversi media online riportano la notizia di una gara fra medici e infermieri per inserire agocannule "dolorose" (LINK).

La logica se tanti ne parlano sarà vero non funziona, i media moderni sono esperti di copia incolla, infatti ha dato la prima notizia un giornale online di Vicenza il 28 aprile e tutti gli altri hanno rielaborato le stesse informazioni, ma il risultato è andato oltre i confini di reparto.

 La notizia ha fatto eco fino al governatore del Veneto Luca Zaia che ha scritto al direttore generale e al procuratore della repubblica (LINK).

La notizia penso parta dal Giornale di vicenza che riferisce che il primario venuto a conoscenza della messaggistica fra i dipendenti ha provveduto a fare il suo dovere, nel dubbio denunciare il tutto.

Ma cosa è successo di così incredibile, i colleghi hanno fatto un gruppo con Whatsapp chiamato "Gli Amici di Maria" e vi condividevano il posizionamento di agocannule e CVC.

Secondo il giornale questa condivisione dava luogo ad una specie di gara.

Forse la cosa andava avanti da tempo e nessuno si rendeva conto dell'anomalia di fondo e ha fatto l'errore di parlarne con il primario.

Essendo io un poco dinosauro e venendo da un era "pre social dipendenza" anche prima si faceva gruppo, i team di lavoro adottavano anche termini gergali, si condividevano esperienze ma erano parole e si era consapevoli che potevano essere interpretate in modi molto diversi a seconda di chi le ripeteva.

Il Nursind ha preso le posizioni dei due colleghi coinvolti (LINK) che alla fine hanno avuto solo un richiamo scritto per una vicenda che è del 2015 e riporto:

La direzione generale dell’Ulss 6, come risulta dal procedimento, ha riscontrato la falsità delle accuse ed è in possesso delle prove della falsità. “Falsità e manipolazione della chat – aggiungono Bottega e Gregori - hanno dimostrato che le accuse miravano a colpire qualche dipendente e non a tutelare i pazienti e lo stesso buon nome dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza. La notorietà del fatto a mezzo stampa, dopo l’archiviazione dei procedimenti, è la dimostrazione della volontà di colpire i lavoratori dipendenti, non di tutelare i pazienti. Inoltre, va precisato che fatti si riferiscono ai primi giorni di dicembre 2015 e solo ora, a chiusura dei procedimenti disciplinari, vengono ribadite le false accuse mosse nei confronti dei lavoratori, sostituendo le sanzioni contrattuali con la gogna mediatica”.

L'articolo riporta anche che nel gruppo c'erano 60 persone che condividevano messaggi.

Messaggi condivisi per scherzo o per davvero non è possibile saperlo leggendo gli articoli del web salvo che non sei un esperto del settore come il dott. Luca Benci e cerchi di capire cosa è successo.

Nell'analisi che propone "Lo strano caso degli “Amici di Maria”. Ma è lecito scherzare sui pazienti? Ecco i verbali dell’Asl di Vicenza dopo lo scandalo della presunta gara delle cannule" ed in sintesi l'anomalia di un procedimento verso fatti inesistenti o non provati e mette l'accento sulla diffusione delle notizie.

Una lettura interessante (LINK).

 

Quello che è certo è che un post condiviso con tanti colleghi anche se è goliardico è un messaggio pubblico e può andare oltre le intenzioni e la rilettura dopo giorni o mesi dei messaggi può avere altre interpretazioni e altri significati completamente diversi dai fatti accaduti.

Nel gruppo #noisiamopronti la discussione parte da un articolo condiviso ed il parere di tanti colleghi è banale si considera una clamorosa cazzata quella fatta dai colleghi Vicentini (LINK), con spiegazioni più o meno lunghe.

Ma se ieri si poteva parlare a vanvera e lasciare i propri pensieri in libertà sapendo che poi si poteva ritrattare, oggi non è più possibile è necessario soffermarsi un attimo a riflettere prima per evitare che quello che si scrive non possa essere frainteso e diventare un caso mediatico con conseguenze inaspettate.