Obbligo PEC, sanzioni fino alla sospensione dall'ordine

Pin It

hands 545394 640Il Decreto Legge "Semplificazione del 16 luglio 2020, n. 76" introduce una serie di obblighi, specificando la sospensione dall’Albo per i Professionisti che non comunicheranno il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) all’Ordine di appartenenza.

Incredibile ma vero, un infermiere può non aggiornarsi da decenni, non avere i crediti ECM e essere incompetente che non rischia nulla, ma se non ha la PEC potrebbe anche venire sospeso dall'ordine.

Il decreto semplificazione è una di quelle leggi all'italiana che non è una legge in se e per sè, ma una serie di modifiche di tante leggi, nello specifico in prima lettura da infermiere (non forense) vedo l'art.37 comma che riporta:

comma e

e) il comma 7-bis e' sostituito dal seguente: "7-bis. Il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale all'albo o elenco di cui al comma 7 e' obbligatoriamente soggetto a diffida ad adempiere, entro trenta giorni, da parte del Collegio o Ordine di appartenenza.

In caso di mancata ottemperanza alla diffida, il Collegio o Ordine di appartenenza commina la sanzione della sospensione dal relativo albo o elenco fino alla comunicazione dello stesso domicilio.

L'omessa pubblicazione dell'elenco riservato previsto dal comma 7, il rifiuto reiterato di comunicare alle pubbliche amministrazioni i dati previsti dal medesimo comma, ovvero la reiterata inadempienza dell'obbligo di comunicare all'indice di cui all'articolo 6-bis del decreto-legislativo 7 marzo 2005, n. 82 l'elenco dei domicili digitali ed il loro aggiornamento a norma dell'articolo 6 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 marzo 2013, costituiscono motivo di scioglimento e di commissariamento del collegio o dell'ordine inadempiente ad opera del Ministero vigilante sui medesimi."

Il comma  è un ultimatum o i professionisti si iscrivono o vengono sospesi, perciò siamo davanti a una legge che porta a un terrorismo digitale?

Ma se guardiamo tutto l'articolo 37 all'inizio specifica parte dai presupposti dell'art.3 del DL 7 marzo 2005, n. 82 che riporta:

Art. 3 Diritto all'uso delle tecnologie

1. I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni centrali e con i gestori di pubblici servizi statali nei limiti di quanto previsto nel presente codice.

Poi l'art.37 cita l'art.16 del DL 29 novembre 2008, n. 185 che al comma 7 di qualche anno fa riporta: 

7. I professionisti iscritti in albi e elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (( o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 )) entro un anno dalla data di entrata in vigore (( del presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato,consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni,i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata. ))

Il DL  29 novembre 2008, n. 185 è stato convertito in legge il 28 gennaio 2009, n. 2.

Il decreto semplificazione DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76  dal titolo generale:

Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale. (20G00096) all'art.37 ripota come titolo:

Art. 37 Disposizioni per favorire l'utilizzo della posta elettronica certificata nei rapporti tra Amministrazione, imprese e professionisti

Il titolo è ambiguo dato che mi sembra che più che favorire riporti un chiaro obbligo all'utilizzo della PEC. Sono 11 anni che la legge è presente e prevede per i professionisti che la PEC sia inviata all'OPI e l'elenco delle PEC custodito dagli OPI, forse per questo sono stati introdotti dei toni da ultimatum.

La PEC non è sufficiente averla, ma deve essere configurata bene per far si che se arriva un' email pec deve essere possibile ricevere la notifica.

Gli ultimi adempimenti del governo vogliono portare gli italiani nell'era digitale con lo spid, il bonus vacanze che prevede l'uso dell'app io e sono tutti cambiamenti importanti che trasformeranno il nostro cellulare che ieri era utilizzato solo per comunicare come svago, oggi è diventato uno strumento che ci identifica con le istituzioni.

L'utilizzo del cellulare per identificarci con le istituzioni governative, INPS, l'agenzia dell' entrate, l'inail ecc. deve anche portare a nuovi standard di sicurezza e a sanzioni gravi per chi ruba il cellulare per utilizzare o rubare l'identità digitale che si è creata.