Infermieri: altri 9600... restiamo con i piedi per terra

Pin It

virus 4898571Il Ministro Speranza nella conferenza stampa del 14 maggio 2020 ha dato un numero preciso, altri 9600 infermieri, per i servizi sul territorio, il numero fa presa e lascia intendere un cambiamento epocale dell'assistenza territoriale. 

In fondo, è quanto divulgato e sperato da anni dalla Presidente Mangiacavalli, forse siamo ad un passo da un modello di assistenza alla popolazione che ha un core infermieristico.

Il 19 maggio è stato approvato il "DECRETO-LEGGE 19 maggio 2020, n. 34  Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonche' di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. (20G00052) (GU Serie Generale n.128 del 19-05-2020 - Suppl. Ordinario n. 21)".

Il decreto all'art.1 comma 5 ha uno spazio specifico per l'infermiere di famiglia o di comunita che riporta:

5. Al fine di rafforzare i servizi infermieristici, con l'introduzione altresi' dell'infermiere di famiglia o di comunita', per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati COVID-19, anche supportando le Unita' speciali di continuita' assistenziale e i servizi offerti dalle cure primarie, nonche' di tutti i soggetti di cui al comma 4, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, in deroga all'articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono, in relazione ai modelli organizzativi regionali, utilizzare forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, con decorrenza dal 15 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, con infermieri che non si trovino in costanza di rapporto di lavoro subordinato con strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate, in numero non superiore a otto unita' infermieristiche ogni 50.000 abitanti. Per le attivita' assistenziali svolte e' riconosciuto agli infermieri un compenso lordo di 30 euro ad ora, inclusivo degli oneri riflessi, per un monte ore settimanale massimo di 35 ore. Per le medesime finalita', a decorrere dal 1° gennaio 2021, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, possono procedere al reclutamento di infermieri in numero non superiore ad 8 unita' ogni 50.000 abitanti, attraverso assunzioni a tempo indeterminato e comunque nei limiti di cui al comma 10.

L'importo di 30 euro/ora per 35 ore settimanali per gli infermieri è molto buono, l'ho evidenziato di proposito perchè credo che sia quello che viene notato subito e dovrebbe far riflettere. Infermiere a 30 euro/ora è l'importo adeguato di un infermiere libero professionista che lavora sul territorio, dovrebbe essere un dato utile per far capire a tutti colleghi che lavorano a meno quanto il datore di lavoro guadagna su di loro. 

Innanzitutto il DL è chiaro: quell'importo sarà dato agli infermieri ed infatti c'è scritto "Per le attivita' assistenziali svolte e' riconosciuto agli infermieri un compenso lordo".

Questo passaggio richiede la massima attenzione da parte di tutti perchè le realtà regionali sono molto diverse e hanno scelto modelli diversi, con due estremi, quello gestito da cooperative o imprese di servizi sanitari che hanno l'appalto per un'area e acquistano la singola prestazione (prelievo, ECG, medicazione) dai liberi professionisti, poi all'opposto ci sono regioni che hanno organizzato un'assistenza con il proprio personale.

L'infermiere in una condizione ideale vedrà un avviso pubblico che gli riconosce i 30 euro/ora, ma potrebbero esserci altre situazioni, ad esempio un' ASL che fa un avviso con un importo di 20 euro, mentre loro ne prendono 30 dallo stato, oppure situazioni in cui vengono dati altri soldi alle aziende o le cooperative che erogano servizi per assumere liberi professionisti ad importi minori, segnalate le situazioni atipiche.

Il Decreto legge prevede 8 infermieri ogni 50.000 abitanti ed essendoci in Italia 60.000.000 di abitanti, lo Stato dovrebbe implementare 9600 infermieri, ma sono infermieri che il DL identifica espressamente nell'ambito COVID-19 e riporto:

per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati COVID-19, anche supportando le Unita' speciali di continuita' assistenziale e i servizi offerti dalle cure primarie, nonche' di tutti i soggetti di cui al comma 4,

il comma 4 dell'articolo 1 riporta:

4. Le regioni e le province autonome, per garantire il massimo livello di assistenza compatibile con le esigenze di sanita' pubblica e di sicurezza delle cure in favore dei soggetti contagiati identificati attraverso le attivita' di monitoraggio del rischio sanitario, nonche' di tutte le persone fragili la cui condizione risulta aggravata dall'emergenza in corso, incrementano e indirizzano le azioni terapeutiche e assistenziali a livello domiciliare.....

I 9600 infermieri COVID-19 del territorio dovrebbero agire sui pazienti in isolamento domiciliare e i loro familiari che sono in condizione di fragilità, una scelta di potenzimento importante. Il "problema" (che poi è una fortuna) è che i pazienti in isolamento domiciliare stanno guarendo rapidamente e dagli oltre 80.000 in tutta Italia degli ultimi giorni di aprile, oggi 23 maggio ci sono 48.485 persone in isolamento su tutto il territorio nazionale e il dato è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi giorni.

Questo comporta che dovrà essere ricollocato il personale esistente e quindi non avrebbe senso aggiungere altro personale per un'emergenza che in molte regioni sta scomparendo. La distribuzione aggiornata dei casi di coronavirus per regione mostra un calo regolare e molte regioni non avrebbero motivo di assumere infermieri, inoltre il contratto proposto è in regime libero professionale o come Co.Co.Co per affrontare un COVID-19 quindi si tratta di una scelta per indicare una collaborazione a termine.

La legge è fatta per proteggerci dal coronavirus e le regioni potrebbero attendere qualche mese per vedere se ad esempio in agosto o in autunno, periodi dove c'è spesso una recrudescenza di epidemia influenzale, riparte l'epidemia da coronavirus. Nella peggiore delle situazioni potrebbero fare bandi solo per consumare i soldi e aumentare quelli che già danno a chi già eroga servizi sul territorio.

La situazione richiede la massima attenzione e condivisione anche degli avvisi che usciranno per vedere se davvero assumeranno 9600 infermieri a 30 euro/ora oppure le stesse aziende sanitarie cercheranno di accaparrarsi gli infermieri pagandoli meno per tenersi la differenza.

E scusatemi se forse sono troppo realista ma come dice il detto: "a parlar male si fa peccato, ma a volte ci si prende".

Foto di Juraj Varga da Pixabay