L'assistenza infermieristica ai tempi del coronavirus

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coronavirus infermieriIl coronavirus in qualche mese ha spazzato via un modus operandi degli infermieri italiani stravolgendo tutto, siamo in una fase dove esploriamo ogni giorno un mondo nuovo, l'assistenza al paziente COVID-19.

Bologna ha riorganizzato in pochi giorni reparti ed ospedali per avere posti letto per i pazienti COVID-19, io fino alla settimana scorsa lavoravo in ambulatorio. In poche settimane tutto è cambiato, questo è stato possibile grazie a scelte coordinate fra il governo regionale e la direzione ospedaliera. 

La trasformazione è stata rapida e possibile perchè la sanità pubblica e privata del bolognese era sovradimensionata per offrire molte prestazioni ai pazienti fuori regione.

Il cambiamento

La prima settimana di marzo non c'era ancora il sentore della grande trasformazione in arrivo, poi il 9 marzo durante una normale giornata lavorativa è arrivata la notizia del che con il passaggio a zona protetta è stata deliberata la sospensione di tutte le attività ambulatoriali.

Tale notizia ha cambiato tutto: le persone devono restare a casa perchè sono un pericolo di contagio e a loro volta erano in pericolo di contagiarsi.

Mercoledi 11 marzo la coordinatrice ha indetto una breve riunione di reparto, servono due volontari per i reparti covid, ci siamo offerti in 4.

Il venerdì 13 un corso sul covid e la vestizione, quindi sabato 14 in reparto.

La mia prima settimana in reparto COVID è conclusa ed i cambiamenti dell'assistenza sono importanti perchè fino a ieri non era percepita in modo così tangibile la priorità per la sicurezza dell'operatore ospedaliero, medico, infermiere, oss, portantino, signora delle pulizie.

Quando passava la signora delle pulizie forse ieri qualcuno sbuffava, oggi ti sposti e aspetti che abbia finito, perchè la sicurezza contro il virus ha la priorità sui ruoli.

Quando arrivo al lavoro, indosso la mia divisa nuova (non ancora usata in reparto) e vado in reparto, alla fine della giornata, la divisa viene messa a lavare e c'è subito quella pulita a qualunque ora, grazie al sistema automatico non devi aspettare, il mio armadietto non sa più cos'è una divisa usata.

Salendo le scale arrivo in reparto, dove hai la tua mascherina FFP2 o N95, poi nel corridoio principale ci sono i carrelli con i Dispositivi di Protezione Individuale, camice, cuffia, visiera, guanti di diverse misure e la mascherina chirurgica per coprire la mascherina FFP2, il necessario per la vestizione.

Le camere hanno le porte chiuse e davanti c'è un telo assorbente intriso di disinfettante a base di cloro in questo modo quando esci la superficie delle scarpe è disinfettata.

La cura del paziente è comprensiva della protezione dell'operatore, le due cose non possono essere separate. 

Sicurezza dell'operatore

Vestizione: avere i DPI adatti e avere tutti i DPI, io ho gli occhiali e non tutte le maschere mi vanno bene, con alcune devo fare più attenzione.

Svestizione:  prima di uscire dalla camera devi controllare che sia tutto a posto perchè una volta che ti togli i DPI c'è bisogno di un attimo per stemperare la tensione. La rimozione dei DPI che sono contaminati deve essere effettuata con calma e con ordine per farla bene.

Quando devi entrare in camera:

La priorità è la riduzione del numero di ingressi in camera, il paziente necessita di alcuni step, monitoraggio dei parametri terapia, colazione, prelievi venosi ed EGA ecc.

Quando entri in camera il paziente ha sempre la mascherina, in questo modo si riduce la contaminazione delle superfici nella camera stessa. Quindi fai la terapia, i prelievi o i parametri vitali, tutto quello che puoi fare, se non si riescono a prendere i parametri vitali subito li prenderà il medico durante la visita, se il paziente deve prendere una sola pastiglia e sai che a breve l'OSS si deve vestire per dargli la colazione gli allungherà lui la pastiglia.

La riduzione degli ingressi ha il duplice scopo di ridurre il rischio per gli operatori che entrano, ridurre il consumo di DPI.

Quando sei in camera:

I pazienti che seguo "stanno relativamente bene", fanno la terapia domiciliare, ossigenoterapia variabile da pochi litri ad alti flussi, EGA, antibioticoterapia, controllo della TC con antipiretici. Quello che a grandi linee si fa in una medicina, la grande differenza è la cura per l'operatore e la consapevolezza che la patologia può essere stabile o aggravarsi.

Nel caso il paziente covid si aggravi è immediatamente trasferito in Terapia Intensiva che nel mio caso è il reparto di fronte. Quando invece è stabile ci sono reparti dedicati oppure se sta comunque bene va al domicilio con un trasporto protetto dell'ambulanza.

L'infermiere è sempre stato a rischio di contrarre malattie con diverse modalità di trasmissione:

  • ematica come HIV. HCV, 
  • aerea, TBC,
  • contatto, Klebsiella e vari batteri multiresistenti,
  • contatto da sostanze chimiche o isotopi radioattivi, chemioterapici cancerogeni o Iodio 131 ecc.

Il rischio però era spesso correlato al solo momento dell'atto tecnico o relazionale che iniziava e finiva, dove la sorgente era il solo paziente, il coronavirus ha cambiato tutto.

Il rischio è dato dal paziente e dalle superfici che tocca, il rischio è costante per tutte le ore del turno e la pressione è alta, per contenere questo rischio serve personale, che fa una disinfezione regolare, che fa la sanificazione delle camere, l'infermiere che è dentro la camera ha bisogno di un supporto esterno, quindi servono i DPI per tutti ed il consumo è alto.

La terapia più importante e monitorata è l'ossigenoterapia e se non è sufficiente l'ossigeno ad alti flussi il paziente sarà sottoposto a NIV oppure intubato.

Quando si muore per Covid cosa succede?

La morte è sempre triste e il rituale che c'era ieri è scomparso. Il medico avvisava i parenti stretti, che venivano in reparto o andavano in camera mortuaria. 

Adesso la burocrazia, la telefonata e gli operatori del trasporto che non vedi in faccia perchè sono tutti coperti dai DPI integrali, una trasformazione devastante da un punto di vista umano.

Qualche tempo fa scrivevo del presentismo, che su Facebook fece molto discutere i colleghi, eppure i MMG sono andati al lavoro lo stesso con sintomi e poi risultati positivi... cosa racconteranno ai loro pazienti?

Oggi è importante che un collega ai primi sintomi stia a casa, in E-R  dovrebbero fare il tampone a tutti i sanitari (non hanno detto in che tempi) questo renderebbe i sanitari in servizio fra i più sicuri, perchè è inutile aprire nuovi reparti se poi non ci sono infermieri.

L'assistenza ai tempi del coronavirus ci chiede di formarci rapidamente, adesso sono online 3 corsi fad e il canale youtube dei Pneumologi italiani sta mettendo dei video di streaming sul covid-19, ma non basta, NON si può pensare di trasferire un infermiere in una terapia intensiva e che sia autonomo, deve essere formato e affiancato. 

Il lavoro è cambiato

e da un lato c'è l'impegno e la buona volontà per sopperire ad un momento di emergenza nazionale dall'altra c'è chi lo stress non lo sopporta, e compie gesti disperati come la collega infermiera di Jesolo che in attesa del risultato del test si è tolta la vita, un'altra vittima del coronavirus. 

Il coronavirus ha trasformato la sanità di ieri in storia antica o è un futuro da recuperare?

La nuova dirigenza ha trasformato gli ospedali in giorni, questo è stato possibile grazie al contributo degli infermieri di quei reparti che per primi si sono documentati ed hanno studiato come riorganizzare reparti standard in reparti covid.

L'assistenza al COVID-19 richiede una maggiore attenzione alla concretezza, ad esempio (se ne parlava ad un corso) la prevenzione del rischio di LDP da documentare è inutile se in terapia intensiva tutti i pazienti hanno un materasso antidecubito e sono di default posturati è necessario organizzare le risorse umane su aspetti concreti.

Gli infermieri si rinnoveranno o continueranno a vivere nel passato?

Le associazioni mediche come i pneumologi e gli intensivisti SIIARTI sono scese in campo, le associazioni infermieristiche sono ferme, ma gli infermieri siamo noi, ci  confronteremo o resteremo in silenzio? Dobbiamo comprendere come assistere al meglio i pazienti, comprendere come usare al meglio i DPI e le risorse perchè gli sprechi sono assolutamente vietati, non per una questione di soldi, ma perchè se finisce non sappiamo come fare e la gente muore.

Se prima non era chiaro adesso lo è per tutti, noi siamo la scogliera su cui si infrangerà la tempesta e dobbiamo restare anche se abbiamo paura per noi e i nostri cari.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay