Destinazione Abijan, lavorare come infermiere su una nave cantiere

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La destinazione è Abidjan (Costa d’avorio), l’incarico è quello di fare per un mese l’infermiere su una nave cantiere che deve collegare mediante una tubazione la terraferma con due piattaforme distanti circa 50 miglia dalla costa.

 Alle 2 di notte prendo l’autobus che parte da Civitanova Marche e raggiunge l’aeroporto di Fiumicino alle 6.30. Alle 9,15 volo per Parigi.

Qui incontro due ragazzi che si imbarcheranno sulla stessa nave, ma ovviamente con altri incarichi, è bello non dovere fare il viaggio da soli.

Dopo una breve attesa si parte da Parigi destinazione Abidjan .

Arriviamo in un aeroporto molto più bello di quello che mi aspettavo, la ci affidiamo a un ragazzo di un’agenzia incaricata per farci tutte le attitvità burocratiche e per condurci all’hotel dove alloggeremo la prima notte.

L’hotel è molto bello e soprattutto ha la rete Wi Fi, cosa per me essenziale per riuscire a lavorare sul pc e mandare avanti l’attività della mia cooperativa “Ars Curandi” grazie alla quale posso trovarmi qui in questo momento.

La sveglia è alle 6 di mattina, si parte con un pulmino rosa shoking veramente inguardabile e si arriva al porto. Qui il ragazzo dell’agenzia sbriga tutte le pratiche con l’ufficio immigrazione e dopo un paio di ore di attesa sotto il sole ci imbarchiamo su un motoscafo che ci porterà fino alla nave.

Tre ore di motoscafo dove inizio a fare preparazione col mal di mare. Finalmente alla nave.

Il cambio con il collega smontante non ci permette di fare un passaggio di consegne, a malapena mi indica dove si trova l’infermeria, perché deve scendere dalla nave sullo stesso motoscafo che mi ha portato .

Ok rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a capire la logistica della nave.

Punti salienti, mensa e lavanderia. Bene individuati.

Adesso concentriamoci sull’infermeria. In tutta la nave come personale sanitario sono solo io.

Ci sono quasi 200 persone a bordo che lavorano 24 ore al giorno con turni di 12 ore

L’infermeria non  è piccolissima per essere una nave. C’è una scrivania, un lettino, due letti per eventuali ricoveri e 4 armadi. È sommersa di scatoloni con scorte di farmaci . Ci sono scorte per otto mesi, tanto dovrebbe durare questo lavoro al largo della costa d’avorio.

Mi cambio e mi metto la divisa di “ARS CURANDI” sono pronto ad iniziare.

La temperatura esterna è di 35°, quella interna in nave è di 28. Gli operai sudano parecchio e vengono continuamente in infermeria per eritemi cutanei. È un via vai continuo.

Ormai è sera, si cena e si va a dormire. Durante la notte mi svegliano 4 volte. La cosa più seria è una dispnea, che ovviamente da solo devo gestire e sistemare, fortunatamente si risolve tutto.

Tra una settimana vi racconterò il procedere di questa avventura.

Giorgio De Feo

http://www.arscurandi.net/