Infezioni ospedaliere ieri ed oggi infezioni correlate all'assistenza (ICA)

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Pseudomonas aeruginosa GramIl ricovero ospedaliero è necessario per superare alcune situazioni difficili, le patologie che non possono essere gestite da casa sono molte ma se da un lato il ricovero vuole risolvere un problema, purtroppo ne può aggiungere altri, ieri si chiamavano infezioni ospedaliere oggi infezioni correlate all'assistenza (ICA).

Il termine si può tradurre anche in infezioni correlate all'agire dei professionisti, non più un anonimo infezioni ospedaliere, ma il dito è puntato contro ad un agire professionale che individua nell'agire degli operatori il passaggio dei microrganismi dall'ambiente al paziente.

Quanto tempo ci vuole perchè un argomento da cui dipende la vita del nostro assistito entri nel quotidiano, 1 mese, 1 anno o più, forse 10 anni potrebbe sembrare un periodo lunghissimo.

Eppure, è passato molto tempo da quando un ricercatore attraverso studi comparativi aveva scoperto che le giovani puerpere morivano di una febbre trasmessa dai medici, il lavaggio delle mani aveva ridotto la mortalità dall'11%  all'1% in pochi anni. 

Il ricercatore si chiamava Ignác Semmelweis e 170 anni fa introdusse il lavaggio delle mani ed oggi si rivela ancora la strategia più importante per contenere le infezioni trasmesse dagli operatori e le tecniche utilizzate.

Le infezioni correlate all'assistenza possono essere di natura endogena se già presenti nel paziente prima del ricovero o di origine esogena se acquisite da una fonte esterna.

Le infezioni necessitano di una sorveglianza speciale per comprenderne le dinamiche, la sorveglianza passa attraverso due indici epidemiologici:

1) La prevalenza misura il numero di infezioni/soggetti infetti in un dato giorno in un dato reparto/ospedale.

E’ più semplice da eseguire ma sottostima le infezioni per patologie con breve durata del ricovero.

Per raccogliere dati più significativi, la prevalenza dovrebbe quindi essere ripetuta 2-3 volte/anno, con un proporzionale aumento dell’impegno.

2) L'incidenza misura il numero di nuove infezioni in un dato arco di tempo, e sono ancora più impegnativi.

Uno studio di incidenza in un singolo ospedale difficilmente può protrarsi per periodi tali da permettere di raccogliere dati sufficienti, e rischia di risolversi in un grande sforzo senza risultati.

Per questo è utile che ogni ospedale partecipi ad una rete più ampia di sorveglianza, in modo che i dati finali, raccolti su grandi numeri, possano essere significativi ed il risultato globale, salvo eccezioni, attribuibile a ciascun ospedale partecipante.

La sorveglianza richiede un sistema organizzato, rilevazione dati, laboratori di microbiologia, centri per elaborazione dei dati, il sistema si attiva in automatico a seconda dei microrganismi, l'elenco dei microrganismi è:

  • Mycobacterium tuberculosis complex (isolato da materiale respiratorio)
  • Clostridium difficile produttore di tossine
  • Legionella pneumophila (infezioni correlate all’assistenza, probabili o certe)
  • Batteri con particolari profili di resistenza:
  • Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA)
  • Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) con ridotta sensibilita ai glicopeptidi
  • Enterococcus faecalis ed Enterococcus faecium resistenti alla vancomicina (VRE)
  • Bacilli Gram negativi non fermentanti (Pseudomonas spp., Burkholderia spp, Stenotrophomonas maltophilia, Acinetobacter spp., ecc.) MDR o XDR
  • Enterobatteri produttori di ESBL
  • Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE)
  • Aspergillus spp in pazienti immunocompromessi

Patogeni aggiuntivi la cui sorveglianza e da valutare a livello locale nell'ambito di specifici protocolli di prevenzione:

  • Virus Respiratorio Sinciziale (RSV)
  • Rotavirus in Neonatologia
  • Norovirus
  • Virus del Morbillo
  • Varicella Zoster Virus (VZV)

Fonte documento regione FVG Indicazioni per Sorveglianza dei Microrganismi Sentinella (LINK)

Quindi abbiamo che, a livello nazionale, ci sono grandi investimenti, una grande attività, rilevazione dati, sorveglianza, corsi di formazione, procedure e protocolli basati sulle evidenze, l'attività per combattere le ICA è intensa, ma non basta, ci sono delle barriere note e il PROGETTO INF-OSS “Prevenzione e controllo delle infezioni associate all’assistenza sanitaria e sociosanitaria" riporta l'elenco delle potenziali barriere al cambiamento che sono:    

  • la non informazione/conoscenza della necessità di cambiare e dei motivi alla base di tale esigenza. Il personale sanitario può non essere informato sulle più recenti raccomandazioni, non percepire la distanza tra la propria pratica e le raccomandazioni, pensare che le raccomandazioni minano la propria autonomia e non sono applicabili nel proprio contesto specifico;
  • la mancanza di motivazione può ostacolare fortemente l’adesione, diminuendo l’effettiva volontà di cambiamento e  il coinvolgimento;
  • l’atteggiamento e le credenze  influenzano significativamente i comportamenti. La percezione di un eventuale impatto positivo del cambiamento sui costi e sull’organizzazione è importante, come anche la percezione di eventuali differenze con atteggiamenti o credenze di altri, considerati punti riferimento (ad esempio un collega influente, la società professionale di riferimento); in questo ambito si inseriscono tendenze a non sostituire/ abbandonare pratiche consolidate, anche se non dimostrate efficaci;
  • le abilità: per cambiare, il personale sanitario non deve possedere solo conoscenze teoriche, ma acquisire le abilità operative utili a mettere in pratica il cambiamento (ad esempio imparare ad inserire un catetere urinario in asepsi);aspetti pratici, quali la mancanza di risorse o di personale, la difficoltà a riorganizzare un servizio per metterlo in grado di attuare i cambiamenti proposti possono rappresentare ostacoli molto importanti;
  • l’ambiente esterno può avere un forte impatto sulla effettiva capacità di cambiamento (incentivi finanziari o processi regolatori non allineati con le esigenze di cambiamento).

Come superare le barriere non è facile si può:

  • parlare con figure chiave,
  • osservare direttamente le pratiche assistenziali,
  • utilizzare un questionario,
  • condurre un Focus Group.

Se affrontare e conbattere le ICA può sembrare difficile la contropartita deve tenere presente che il non combattere le ICA ha effetti devastanti sui nostri assistiti ma espone sempre di più al rischio, anzi alla certezza, di risarcimenti a carico degli ospedali.

L'argomento merita ulteriori approfondimenti, per questo nella sezione ICA puoi scaricare dei documenti (LINK).

 

Foto di Anna Shvets: