Infezioni ematiche da accesso venoso periferico, un problema mondiale

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Le infezioni del circolo ematico, causate da accessi venosi periferici, sono un'infezione correlata all'assistenza, fra le più gravi, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito una linea guida.

Il documento dal titolo "Guidelines for the prevention of bloodstream infections and other infections associated with the use of intravascular catheters Part 1: peripheral catheters" è stato pubblicato a maggio 2024.

La World Health Organization (WHO o OMS) ha redatto un documento in inglese per dare delle indicazioni comuni basate sulle migliori pubblicazioni scientifiche.

Il documento è stato realizzato da numerosi esperti e con una metodologia di analisi della bibliografia all'avanguardia.

Le motivazioni che hanno portato alla realizzazione della linea guida sono riportate nell'introduzione:

Scopo, ambito e target di riferimento:

Nel contesto della prevenzione delle infezioni associate ai cateteri IV, queste linee guida (Parte 1) forniscono indicazionisulle migliori pratiche per la prevenzione delle BSI e di altre infezioni associate ai cateteri IV inseriti perifericamente, mentre una successiva linea guida dell'OMS (Parte 2) che sarà sviluppato nel 2024 riguarderà i cateteri intravascolari inseriti centralmente. In particolare, la Parte 1 delle Linee Guida delinea un approccio basato sull'evidenza alla gestione (vale a dire, inserimento, mantenimento, accesso e rimozione) dei cateteri intravascolari inseriti perifericamente, inclusi PIVC, PICC e PAC, in tre popolazioni di pazienti (adulti, adolescenti -bambini e neonati) durante la fornitura di assistenza sanitaria in qualsiasi contesto sanitario, comprese le strutture sanitarie per acuti e a lungo termine e i contesti di assistenza primaria.

I destinatari di queste linee guida sono i medici (vale a dire, medici, infermieri, professionisti IPC, ecc.) coinvolti nella gestione dei pazienti che necessitano di cateteri intravascolari. Tuttavia, per garantire un’adesione clinica adeguata, pratica alle linee guida, gli amministratori ospedalieri e gli altri professionisti coinvolti nell’assistenza sanitaria devono comprendere la loro importanza e il focus delle raccomandazioni per garantire un supporto adeguato ai medici. Anche i pazienti fanno parte del pubblico di queste linee guida poiché hanno bisogno di essere generalmente informati sulle pratiche eseguite per la loro cura e, in alcuni casi, comprendere la scelta dell’intervento/i.

La linea guida realizzata dall'OMS ci porta all'attenzione su una delle tecniche più utilizzate da infermieri e medici, il posizionamento di un accesso venoso periferico.

Il documento è ben fatto, rivolto a tutto il mondo, che siano professionisti o amministratori e ritengo che la linea guida meriti di essere letta per l'organizzazione dei contenuti, i consigli che introduce e le riflessioni che suggerisce.

Lo so ho detto una brutta cosa, di solito ci si aspetta delle raccomandazioni esatte, precise e chiare; ma all'effettivo non esistono, perchè tu leggi e comprendi in un modo e io in un altro.

Abbiamo tutti capacità diverse, ma ci possiamo migliorare solo con il confronto, la discussione e la riflessione di quanto è stato scritto.

La linea guida è molto infermieristica, ben dettagliata e viene valorizzazione la tecnica asettica chiamata anche tocco non tocco.

Leggendo il documento sarebbe necessario capire perchè i PICC e i Midline sono considerati al pari degli accessi periferici, dato che le complicanze che possono causare sono immediatamente più gravi rispetto ad un accesso venoso periferico.

Ora, vediamo cosa intendo con riflettere e porsi delle domande.

Direi che oggi c'è ancora la necessità di definire una classificazione che sia utile per aiutarci a identificare rapidamente la serietà di gestione dell'accesso vascolrare utilizzato.

Nella linea guida ho letto molta fiducia nell'uso dei tappini a pressione, ma non dice che devono avere a loro volta coperti un tappino con disinfettante.

Molto interessante la parte finale che elenca le necessità di ulteriori studi nei diversi contesti ma soprattutto introduce la necessità di una formazione continua e monitorata.

Nel documento però mancano delle parti importante che non sono nemmeno accennate; come ad esempio quando sospettare di un infezione dovuta ad un accesso periferico,  come fare diagnosi ma soprattutto cosa fare in caso di flebite batterica importante che può progredire? Oppure, semplicemente che, anche se il paziente è ricoverato e dovrebbe essere utilizzata la modalità di somministrazione che presenta meno rischi.

Penso che la buona tecnica infermieristica debba essere una priorità a tutti i livelli e se l'organizzazione del lavoro o il carico di lavoro non la consentono dovrebbe essere possibile dichiararlo e rimettere le responsabilità di una complicanza grave al livello organizzativo dirigenziale.

Concludo

Il documento nel complesso è fra i migliori disponibili e sostiene che come infermieri dovremmo avere più corsi di formazione teorico pratici sulle tecniche infermieristiche. 

La formazione costante per il miglioramento continuo è ben dichirata ed è necessaria perchè autodefinirci "bravi in eterno" solo perchè si è conseguita una certificazione, mi sembra pretenzioso, soprattutto se si lavora in contesti dove quella tecnica non si esegue o si fa di rado.

Inoltre, le tecniche infermieristiche sono tutte carenti di una semplice documentazione da studi osservazionali che ne definiscano tutte le varianti possibili.

La traduzione in italiano è stata ottenuta con google translate ed è abbastanza accurata, il difetto maggiore che ho identificato è che ha tradotto clinicians in medici e non in clinici; infatti la linea guida in un passaggio specifica che si rivolge ai clinicians che sono medici, infermieri e così via... se identifichi altri problemi di traduzione segnalali nel forum.

Riferimenti: