La classificazione dei CVC, evidenzia delle responsabilità?

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classified 2651347 640La classificazione consiste nel raggruppare in categorie omogenee i CVC più utilizzati, le categorie sono semplici si riconoscono ad occhio e lo stesso CVC entra in più categorie.

Possiamo avere categorie a seconda dell'impianto, della durata in sede, della punta del catetere ecc..

Tutti i CVC hanno una caratteristica in comune l'apice della punta arriva in prossimità dell'atrio destro, dalla vena cava superiore o dalla vena cava inferiore.

Ad oggi possiamo distinguere i cateteri venosi centrali a seconda di una caratteristica principale che è definente, questo comporta che la classificazione crea diversi gruppi e il CVC entra in una categoria o in un altra a seconda delle nostre necessità.

La sede dell'impianto ci consente di distinguere:

CVC non tunnellizzati

L'accesso avviene da una vena di grosso calibro, giugulare, succlavia o femorale.

CVC tunnellizzati

L'accesso di solito avviene dalla succlavia e la caratteristica definente è che per un tratto sono tunnellizzati e passano sotto il derma.

CVC totalmente impiantabili

Sono i Port-a-cath, si posizionano in sala operatoria ed hanno una camera di materiale vario e un setto perforabile, una volta posizionati dalla cute non fuoriesce nulla ed una volta rimossi i punti di sutura non è necessaria nessuna medicazione.

CVC ad inserzione periferica (PICC)

L'accesso avviene dal braccio dalle vene, cubitale mediana, cefalica o basilica ed è conosciuto come PICC, questo potrebbe essere anche definito come CVC non tunnellizzato però le caratteristiche sono molto diverse e il PICC è talmente noto che merita essere una categoria a se.

La presenza di più lumi

A seconda di quante vie sono presenti e di conseguenza quante infusioni si possono raccordare contemporaneamente.

  • Monolume
  • Bilume
  • Trilume

La durata in sede del CVC

  • A breve termine
  • A medio termine 
  • A lungo termine

Se da un certo punto di vista può essere chiaro che un CVC tipo Port-a-cath sia progettato per essere a lungo termine e quindi con possibilità di permanenza di anni, cosa determina se un CVC è a breve termine?

La definizione di CVC a breve, medio o lungo termine è influenzata dalle scelte cliniche e quindi dal possibile utilizzo futuro, oppure da caratteristiche tecnologiche che ne rendono inappropriato l'utilizzo oltre un certo numero di giorni ed in un certo senso una volta posizionato ha una data di scadenza.

Le scelte tecnologiche i materiali decisi dal produttore potrebbero determinare se un CVC è a breve, medio o lungo termine in questo caso il produttore deve indicarlo chiaramente sulla confezione.

Le scelte fatte dal clinico o dal produttore fanno si che potremmo avere un CVC nella stessa categoria tipo "non tunnellizzato" che è a medio termine e uno di marca diversa che è a lungo termine.   

La presenza/assenza di una valvola

La presenza di una valvola in punta ha una funzione semplice, impedire il reflusso ematico all'interno del lume.

Valvolati

In una slide ho letto una differenza ulteriore definendo valvolati dei CVC a seconda se la valvola sia prossimale o distale, penso che l'unica tipologia di valvola utile è quella all'apice del CVC ad esempio la valvola tipo Groshong. Il motivo è semplice, altrimenti tutti i CVC a cui mettiamo un tappino a pressione dovremmo definirli valvolati.

NON valvolati

Sono quei cateteri detti a punta aperta perchè la punta del CVC fa si che ci sia una continuità fra il lume interno del CVC e il flusso ematico.

Per i non valvolati è possibile la formazione di coaguli endoluminari e quindi la corretta manutenzione che ne determina la durata e le possibili complicanze dovrebbe essere chiaramente indicata dal produttore. 

Fra i non valvolati non ho notato un necessario distinguo, se la punta è e resta come realizzata dal produttore o se la punta  viene troncata manualmente durante le fasi dell'impianto.

Mi spiego, ad esempio la classica succlavia è un CVC non valvolato realizzato dal produttore e impiantato così come esce dalla confezione; ma penso che sia un discorso diverso se il CVC esce da una confezione e l'impianto richiede di troncare la punta per regolarne la misura.

I motivi che mi lasciano perplesso sono:

  • il CVC è in vena cava superiore ed è soggetto a movimenti continui per i battiti del cuore,
  • il taglio del CVC crea spigoli netti a 90%,
  • il taglio se poi non è ben fatto, lascia delle asperità (fig.1).

Nel caso di CVC non valvolati troncati in punta da un operatore il responsabile della durata del CVC e di eventuali complicanze è il produttore o chi ha impiantato il CVC?

Un dettaglio da una foto ritratta da slide del web.

CVC con dettaglio della punta

Il video al minuto 4' 33'' mostra i movimenti del CVC in vena cava superiore (LINK) ma è interessante da guardare tutto.

 

Foto di Gino Crescoli da Pixabay