elastomeroDi scale di valutazione del dolore ce ne sono diverse e per legge le utilizziamo, ma stiamo facendo la cosa giusta?

La scala di valutazione del dolore è una rilevazione ed è diverso dal parlare di gestione del dolore, come anche avere un numero come risposta cosa ci comporta?

 Ci sono interventi medici o condizioni croniche che comportano una sintomatologia dolorosa che dovrebbe essere già sotto controllo quindi la rilevazione del dolore diventa un momento importante per capire se dobbiamo attivare una modificazione della terapia.

 

 

 

La terapia del dolore ha fatto qualche passo verso il paziente, ricordo che nel secolo scorso in oncologia a bologna la morfina veniva data solo quando il paziente stava per morire e forse nessuno sa il perchè, ma sicuramente ha portato al credo che si è propagato negli anni a seguire che la morfina faceva morire il paziente.

Oggi quello stesso farmaco si usa negli operati in infusione continua eppure è la stessa morfina che costa pochi euro meno di un antiinfiammatorio generico.

Il dolore nel paziente c'è non è costante, cambia nella giornata, cambia durante le fasi di guarigione, cambia a seconda dei movimenti, cambia a seconda della genetica personale c'è chi è più sensibile chi lo è meno.

Tante variabili che annullo e chiedo al paziente:

-da 0 a 10 con 10 massimo dolore immaginabile e 0 niente quanto a male?

Se il paziente decide che vuole un antidolorifico dice un valore alto.

Se il paziente è in una posizione confortevole mi dice un valore basso... Però, se io so che l'intervento che ha fatto è in una fase dolorosa e che dopo deve fare la fisioterapia posso andare oltre?

Posso chiedere:

- ma ha provato ad alzarzi ad andare in bagno come è andata? Tutto bene? se si ok, se mi dice ma guardi un male, che a momenti svenivo.

In questo caso la mia scala arriva nel momento sbagliato e solo la nostra esperienza ci consente di indagare oltre, è solo una domanda in più.

Se il paziente è sottomesso, cosa succede, gli hanno detto che non può avere male, cosa vi dirà che non ha male, ma cosa vi dirà la sua faccia, la postura del suo corpo?

La faccia sarà uguale a quella della faccina triste, oppure la postura del corpo sarà fuori asse e con movimenti limitati.

Come infermieri possiamo comportarci da burocrati e quindi scrivere un numero e tirare dritto oppure prenderci il giusto tempo e le giuste responsabilità e valutare il paziente anche da altri fattori.

Una valutazione del dolore fatta con serenità e al momento giusto passa anche dal fare una corretta informazione sul dolore che il nostro assistito sta vivendo, sulla terapia prescritta che saranno fatte tutte le terapie necessarie prima che gli stessi antidolorifici gli causino dei problemi.

Ricordiamoci che il nostro assistito sta vivendo un momento della sua vita a cui non è abituato e quindi ha bisogno di un infermiere/a vicino.

Scale di valutazione , Dolore