L'Audizione della FNOPI, un'occasione mancata

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Il 23 gennaio 2024 si è tenuta un'audizione della FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni Infermieristiche) dinanzi all’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari della 7ª Commissione del Senato nell’ambito dell’esame dei disegni di legge nn. 915, 916 e 942, a cura della Segretaria Nazionale della FNOPI, Beatrice Mazzoleni.

I disegni di legge nn. 915, 916 e 942 sono le "bozze" di quelle che saranno le leggi per l'abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie.

La relazione parte subito puntando su questo argomento:

L’apertura incondizionata del sistema che prevede la definizione dei posti di formazione, correlato alla definizione dei fabbisogni del Sistema Sanitario italiano, avrebbe effetti deleteri da più punti di vista.

Il discorso porta dati e li mescola in un politichese molto ben fatto, non si capisce se FNOPI vuole dare soluzione al problema o semplicemente vuole mantenere lo status quo.

Un bel passaggio che rende l'idea del panico di perdere iscritti è:

"L’ulteriore criticità sorge anche dal fatto che, ad oggi, dati interni dei CdS in infermieristica, evidenziano che una parte di studenti che accedono alle professioni sanitarie e, nello specifico a infermieristica, vi accedono con delle aspettative forti su medicina e altre professioni a maggiore attrattività, anche per una non completa conoscenza delle professioni sanitarie e delle loro potenzialità. Questa porzione di candidati che accedono a infermieristica per non aver superato la selezione ad altri CdS, verrebbe meno, creando ulteriore calo di domande. Sempre da dati interni si evidenzia infatti che l’orientamento iniziale realizzato dai corsi di studio per le neomatricole aiuta questi candidati a chiarire le potenzialità dell’infermieristica in cui quasi sempre rimangono con soddisfazione."

Ora pensare di risolvere i problemi dei pochi iscritti sperando che chi ambisce a fare medicina resti infermiere è un dramma.

Pensare che oggi i giovani non si iscrivono a infermieristica sapendo cosa li aspetta: lavoro su turni, retribuzione inferiore ad un operaio specializzato, rischio di atti violenti da familiari e pazienti, avere responsabilità che portano a processi con rischio di ergastoli; è una pura illusione.

Il primo errore di pensiero è che chi supera il quiz sarà bravo nelle materie del corso. In realtà, semplicemente, sa fare i quiz ma lo studio all'università è altro e allo stesso modo chi va bene alle superiori può avere un blocco quando lo studio deve essere organizzato individualmente.

Togliere il numero chiuso per il corso di laurea in Medicina gli porterà più iscritti, ma necessariamente ci dovrà essere una selezione durante il corso di studi che consentirà di scegliere i migliori.

Togliere il numero chiuso per le professioni sanitarie sarebbe un problema?

Oggi abbiamo le regioni del Nord che offrono più posti rispetto alle richieste di iscrizione; mentre ci sono regioni al Sud che hanno più domande rispetto alle richieste.

La questione è che dove le domande ad infermieristica sono inferiori al numero di posti fare il test di ammissione, perchè previsto per legge, è una truffa legalizzata.

Si chiedono 60-100 euro agli studenti per fare un test che se fosse lasciato in bianco consentirebbe lo stesso l'accesso ad infermieristica.

Il contrario si verifica per le regioni del Sud dove il test si rende necessario per l'eccesso di domande e avere più infermieri di quanto stimato porterebbe ad avere aree con infermieri disoccupati.

Il percorso dell'infermiere non si ferma con la laurea, ma inizia. Una volta che abbiamo l'infermiere iscritto al proprio OPI e che può esercitare inizierà il suo percorso di vita professionale.

La soluzione per infermieristica potrebbe essere che la graduatoria locale sia affiancata da una Nazionale per i posti resi vacanti.

In questo modo chi vuole fare l'infermiere se non è ammesso nella sua prima scelta, può spostarsi in altre Università. Il top sarebbe avere anche la possibilità di agevolazioni per gli alloggi nel caso di un isee basso.

Ma è solo fantasia, la realtà è più drammatica e ce la mostra la stessa tabella 2 del documento presentato da FNOPI che riporto sotto.

2024 tabella fnopi

(Tabella 2 “Confronto sui posti richiesti da Categorie e Regioni e offerta Università per CdS Infermieristica” Fonte: Mastrillo A., FNOPI novembre 2023)

Nella tabella 2 nella colonna di dati in rosso si nota il dato del 2001 che presenta 10.614 posti per formare infermieri che in 23 anni sono stati portati a 20.134 un aumento di posti dell'89%.

Ora l'altra colonna in rosso, ci mostra il numero di laureati per ogni anno e nel 2001 erano 8720, mentre l'ultimo dato certo sono i laureati del 2022 che sono 9.987. L'impegno delle Università ha raddoppiato i posti ma si è arrivati solo ad un 14%, un aumento modesto. Vero in 20 anni ci sono stati alti e bassi di laureati e i laureati del 2022 soffrono dello stress della pandemia, ma un aumento del 14% è lontano da un aumento dell'89% degli investimenti sui posti per gli studenti di infermieristica.

Speriamo che i laureati del 2023 e nei prossimi anni offrano dati migliori e i problemi vanno oltre la sola rimozione del test di ingresso. 

La risposta della FNOPI davanti ad una commissione che ha il potere di legiferare e sbloccare la brutta situazione infermieristica, doveva toccare anche argomenti che riguardano il futuro del laureato.

Infatti, l'attualità ci evidenzia ogni giorno problemi come:

  • la violenza verso gli operatori sanitari, dare una dimensione al problema per trovarne le ragioni;
  • la mancanza di un percorso di carriera trasparente, non consente di avere aspettative per il futuro;
  • la mancanza di mobilità chiare all'interno delle aziende sanitarie, sfavorisce le scelte professionali soddisfacenti,
  • lo mancanza di uno stipendio adeguato, oggi inferiore a quello di un operaio specializzato;
  • la mancanza del riconoscimento del disagio per i turni o riguardo al lavoro svolti in posti come le sale operatorie che hanno solo l'illuminazione artificiale.

L'obiettivo dell'audizione era capire se c'era una possibilità di aumentare le iscrizioni a infermieristica togliendo il test di ammissione, c'era tanto da dire, ma la relazione di FNOPI mi sembra si poggi su luoghi comuni che portano al mantenimento di uno status quo.

Gli stessi numeri drammatici della tabella 2, se quel 65% di laureti del 2022 fosse diviso per risultati regionali o di singola Università o sede sarebbero tutti al 65% o ci sono sedi che hanno degli estremi dove alcune Università formano pochi infermieri e altre ne formano molti di più. Non ci sarebbe da comprendere cosa succede, troppa rigidità o troppa leggerezza.

L'audizione poteva essere un'occasione per presentare e aprire una questione infermieristica che ha diverse sfaccettature da mettere a posto, per rendere attrattiva la nostra professione, il primo passo per cambiare e trovare la soluzione del problema è decidere che esiste un problema.

File dell'Audizione Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche FNOPI.pdf934.51 KB

Link diretto all'audizione nel sito del Senato https://www.senato.it/