PNRR: la casa della comunità, più infermieri sul territorio

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justice 2060093 640La casa della comunità nome in codice del progetto "DM71" è un edificio, ma dietro agli edifici c'è un modello organizzativo, tecnologie e persone; questo progetto è stato presentato a grandi linee al Forum Risk Managment di Arezzo.

Non è una semplice evoluzione della casa della salute, ma un progetto nuovo che ancora non è legge, ma è già definito in quello che è il DM 71.

Il 30 novembre ad Arezzo il dott. Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, e altri relatori si sono susseguiti spiegando come cambierà l'assistenza domiciliare grazie alle risorse che il PNRR ha destinato alla Salute.

Il DM71

Ad oggi, ancora non esiste concretametne ma grazie al Ministro Speranza ha già tutta la copertura economica che servirà realizzare la casa della comunità dove i professionisti si prenderanno cura di 50.000 abitanti.

La struttura di minima deve prevedere il punto prelievi, tecnologie e informatica per la telemedicina, ambulatori specialistici e ambulatori per MMG.

I numeri nella casa della comunità sono:

  • 30-35 MMG
  • continuità assistenziale h 24 per 7 giorni su 7
  • 10-15 ambulatori
  • 8-12 infermieri di Famiglia e comunità
  • 5-8 unità di personale di supporto

Questo modello di organizzazione valorizza il MMG come protagonista della presa in carico della comunità, l'infermiere di famiglia avrà un ruolo nuovo di triage per indirizzare l'assistito al miglior percorso di cura, perchè la novità sarà una centrale operativa territoriale che si affianca al 118 mettendo in rete e coordinando tutte le attività del territorio.

L'assistenza domiciliare avrà un modello organizzativo che deve arrivare a regime nel 2026.

La telemedicina come punto di forza 

Non solo per la presenza di tecnologia innovativa, ma per mettere in connessione il professionista giusto al momento giusto.

Questa connessione è possibile se avviene lo sviluppo del primo punto del PNRR, cioè la digitalizzazione.

Lo sviluppo della telemedicina vedrà investimenti per 1 miliardo di euro in 2 anni. Non è un processo semplice e avverrà per fasi prevedendo almeno un progetto per regione entro il 2023-24 con 100000 persone seguite.

Il modello di telemonitoraggio del paziente con cronicità consente di inviare l'alert alle centrali operative quando ci sono alterazioni dei parametri ancor prima che l'assistito si accorga di avere un peggioramento. In questo modo è possibile offrire l'assistenza adeguata in tempi brevi, ma soprattutto più efficace.

La telemedicina sarà finanziata e tariffata, quindi servirà una piattaforma nazionale con degli standard nazionali condivisi e una semantica comune che dovranno essere adottati dagli operatori che realizzeranno la struttura.

L'integrazione dei progetti regionali con la telemedicina valorizzerà quanto fatto fino ad ora per arrivare ad avere nel 2026 un flusso di dati operativi che consenta di fare analisi e modelli.

Il PNRR restituisce al Ministero della Salute il ruolo della governance istituzionale per garantire uniformità di interventi, avendo uno strumento di valutazione dell'assistenza comune grazie ai flussi di dati.

Oggi c'è una difficoltà istituzionale nella lettura dei dati sulla cronicità perché mancano informazioni utili su di essa.

Il PNRR porterà risorse ma serve un passaggio che porti ad una lettura chiara dei processi di attuazione.

Le debolezze sono state messe in evidenza dalla dott.sa Tiziana Frittelli di federsanita che in sintesi si chiede "la sanità cambierà ma i MMG entreranno nello spazio della sanità pubblica?"

La presidente FNOPI dott.sa Mangiacavalli

Pone l'accento sulla necessità di riprogettare i ruoli dell'interazione sociosanitaria non solo mura e ambulatori dove mettere i professionisti, definendo anche regole di convivenza; ponendo sempre al centro il cittadino, il nostro assistito.

La priorità sarà definire il fabbisogno di infermieri, oggi i fabbisogni sono definiti per silos verticali, un sistema che si pone come una carenza di programmazione del fabbisogno studiata sui modelli attuali mentre saranno cambiati dal PNRR e dalle nuove esigenze.

Ci si dovrebbe spostare ad una pianificazione sui modelli organizzativi, professionali, istituzionali che si vogliono mettere in campo e deve essere pianificato anche il fabbisogno di competenze necessarie per un modello davvero innovativo.

Fra pochi mesi vedremo iniziare questi cambiamenti, prima saranno impercettibili, poi tumultuosi, sperando che non si risolva tutto in una bolla di sapone.

 

Foto di Sang Hyun Cho da Pixabay