La terapia con microinfusore di insulina (CSII, Continuous Subcutaneous Insulin Infusion) ha rivoluzionato la gestione del diabete mellito di tipo 1 (DMT1), offrendo un approccio più fisiologico e personalizzato alla somministrazione di insulina.
I microinfusori, dispositivi miniaturizzati e programmabili, consentono un rilascio continuo di insulina basale, con la possibilità di somministrare boli aggiuntivi in base ai pasti e alle esigenze glicemiche individuali.
Negli ultimi anni, l'integrazione con sistemi di monitoraggio continuo del glucosio (CGM) e algoritmi di controllo ha portato allo sviluppo di sistemi ibridi a circuito chiuso (detti anche "pancreas artificiale"), in grado di automatizzare ulteriormente la somministrazione di insulina.
Come funziona il microinfusore?
Rispetto alla terapia multiiniettiva (MDI) il microinfusore permette di somministrare insulina ad azione rapida o ultrarapida a velocità “basale” preprogrammata con l’aggiunta di “boli” ai pasti o per correggere iperglicemie intercorrenti.
Inoltre, la velocità di infusione basale può essere preimpostata in modo variabile nell’arco della giornata a seconda delle esigenze del paziente.
È anche possibile programmare profili di infusione basale multipli da usarsi per esempio nei week-end rispetto ai giorni lavorativi o durante il ciclo mestruale, ecc. o impostare velocità basali temporanee da usarsi in caso di riduzione del fabbisogno insulinico, per esempio in caso di attività fisica o di aumento del fabbisogno come per esempio in situazioni di stress/malattia.
Diverse tipologie di bolo permettono una somministrazione immediata, prolungata o combinata della dose prandiale a seconda della composizione in macronutrienti del pasto e della loro velocità di assorbimento.
Calcolatori di bolo integrati nel microinfusore o incorporati in un telecomando vengono usati dal paziente per calcolare la dose appropriata di bolo di insulina prandiale inserendo la glicemia del momento e i grammi di carboidrati del pasto.
Il calcolatore di bolo fornisce la dose di bolo raccomandata sulla base di parametri individuali preinseriti (rapporto insulina/carboidrati, fattore di sensibilità individuale all’insulina, obiettivo glicemico, durata d’azione dell’insulina). Allarmi avvisano il paziente in caso di occlusione del catetere o di altri malfunzionamenti tecnici.
I microinfusori convenzionali somministrano insulina nel sottocute tramite un catetere in plastica che termina con una cannula in teflon/acciaio inserita nel sottocute che va sostituita ogni 2-3 giorni.
Oggi sono disponibili microinfusori “patch” o “senza catetere”, dotati di un serbatoio, con integrato un ago molto corto, che viene applicato direttamente al corpo con un cerotto adesivo.
Un dispositivo esterno permette la programmazione/gestione della quantità di insulina da somministrare e, in alcuni dispositivi, consente anche la misurazione della glicemia e il calcolo del bolo.
I sensori per il monitoraggio continuo del glucosio (CGM) hanno rivoluzionato la gestione del diabete, permettendo di misurare i livelli di glucosio nello spazio interstiziale ogni 1-5 minuti. Questa innovazione ha portato alla creazione delle pompe "Sensor Augmented Pump" (SAP), che integrano il microinfusore con un sensore CGM.
La Sensor Augmented Pump (SAP) ha migliorato la gestione del diabete consentendo allarmi glicemici personalizzati, ma non sempre i pazienti reagiscono correttamente agli allarmi. Per questo, i microinfusori sono stati dotati di algoritmi che sospendono automaticamente l'insulina in caso di ipoglicemia, trasformandoli in veri e propri strumenti decisionali.
Nelle SAP, i dati del glucosio vengono visualizzati sullo schermo del microinfusore o su un dispositivo esterno, fornendo al paziente informazioni in tempo reale sull'andamento glicemico. Tuttavia, nelle SAP convenzionali, è ancora il paziente che deve interpretare i dati e regolare manualmente la somministrazione di insulina.
Low Glucose Suspend (LGS)
Questa funzione sospende l'insulina quando il sensore rileva una glicemia inferiore alla soglia impostata. L'infusione riprende dopo 2 ore o prima, su input del paziente. Studi hanno dimostrato l'efficacia di LGS nel ridurre frequenza e durata delle ipoglicemie.
Predictive Low Glucose Suspend (PLGS)
Ancora più avanzata, PLGS sospende l'insulina quando si prevede un'ipoglicemia entro 30 minuti, riprendendo l'infusione quando il rischio è superato. Questa funzione riduce il rischio di ipoglicemie notturne e moderate/gravi, ma può comportare un lieve aumento della glicemia durante la notte e al mattino.
In conclusione, LGS e PLGS offrono ai pazienti con diabete un maggiore controllo e sicurezza.
Evoluzione tecnologica dei microinfusori
I primi microinfusori, introdotti negli anni '70, erano dispositivi ingombranti e con funzionalità limitate. L'evoluzione tecnologica ha portato a una progressiva miniaturizzazione, a una maggiore flessibilità nella programmazione delle dosi basali e a un'interfaccia utente più intuitiva. I moderni microinfusori offrono funzionalità avanzate, come:
- Profili basali multipli, regolabili in base alle esigenze individuali e alle diverse fasi della giornata.
- Calcolatori di bolo integrati, che assistono il paziente nel determinare la dose di insulina prandiale.
- Allarmi di sicurezza, che segnalano occlusioni del catetere, livelli di insulina bassi o altri malfunzionamenti.
- Connettività wireless, che consente l'integrazione con sensori CGM e dispositivi mobili.
Benefici e limiti della terapia con il microinfusore
Passare dalla terapia multi-iniettiva (MDI) al microinfusore di insulina porta numerosi benefici per le persone con diabete di tipo 1.
Studi dimostrano che l'utilizzo del microinfusore riduce l'emoglobina glicata (HbA1c) dello 0,3-0,6%, con un effetto ancora maggiore in chi ha un controllo glicemico iniziale peggiore.
Inoltre, il microinfusore diminuisce il rischio di ipoglicemie, in particolare nei pazienti più a rischio, e riduce la variabilità glicemica, favorendo un controllo più stabile. Non solo: il microinfusore migliora anche la qualità di vita delle persone con diabete.
Studi a lungo termine hanno evidenziato che l'uso del microinfusore si associa a una minore frequenza di complicanze come retinopatia e neuropatia, e a una riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare.
L'introduzione dei sistemi a circuito chiuso (SAP), che integrano il microinfusore con il monitoraggio continuo del glucosio, ha ulteriormente migliorato il controllo glicemico, riducendo l'HbA1c senza aumentare il rischio di ipoglicemie gravi.
In conclusione, il microinfusore, soprattutto se associato a un sistema a circuito chiuso, rappresenta un'opzione terapeutica vantaggiosa per le persone con diabete di tipo 1, offrendo un migliore controllo glicemico, una riduzione delle complicanze e una migliore qualità di vita.
I limiti della CSII includono costi elevati, possibili reazioni cutanee, potenziale guasto del dispositivo o occlusione del set di infusione con rischio di insorgenza rapida di chetoacidosi.
A tal proposito è necessario che i pazienti siano adeguatamente educati. Una recente review ha rivelato che l’insorgenza di chetoacidosi nei portatori di microinfusore, educati a gestire la terapia, è minore rispetto ai pazienti in terapia con MDI.
Considerazioni finali
L'integrazione dei microinfusori con i sensori CGM e gli algoritmi di controllo ha portato allo sviluppo di sistemi ibridi a circuito chiuso , in grado di modulare automaticamente la somministrazione di insulina in base ai valori glicemici rilevati dal sensore.
I microinfusori di insulina rappresentano una tecnologia in continua evoluzione, che ha significativamente migliorato la gestione del DMT1.
L'introduzione di sistemi ibridi a circuito chiuso offre nuove prospettive per un controllo glicemico più preciso e personalizzato, con un impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti.
Sitografia:
- Aggiornamento in tema di tecnologie, la terapia con microinfusore: stato dell’arte.
- Articoli sulla gestione del diabete ACCU-CHECK.
- Wikipedia: Microinfusore