Nutrizione Parenterale Totale (NPT), cos'è e responsabilità dell'infermiere

infusione, fleboclisi
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La nutrizione parenterale totale (NPT) è una tipologia di nutrizione artificiale che viene infusa per via venosa periferica.

Questa tipologia di nutrizione viene prescritta dal medico in base ai fabbisogni nutrizionali del paziente, al suo stato metabolico e alla patologia sottostante.

La nutrizione artificiale, sia quella parenterale che enterale (infusa non per via periferica ma da SNG) hanno lo scopo di evitare lo stato di malnutrizione del paziente.

Come viene descritto nelle linee guida SINPE del 2016, lo stato di malnutrizione è: "una condizione di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente allo squilibrio dei fabbisogni".

Quando inziare l'alimentazione artificiale?

Il limite minimo indicato per iniziare una nutrizione artificiale è una settimana in cui il paziente ha un insufficiente apporto alimentare.

Per valutare se il paziente è malnutrito o rischia la malnutrizione è importante conoscere il suo peso corporeo al momento del ricovero.

Infatti, il calo ponderale, che è un calo di peso repentino, è uno degli indicatori dello stato nutrizionale carente del paziente.

La nutrizione enterale è da preferire alla nutrizione parenterale, tranne nel caso in cui la funzione di assorbimento intestinale sia insufficiente, in questo caso meglio preferire la NPT.

Quale device utilizzare per infondere l'NPT?

La scelta migliore è un catetere venoso centrale che sia un CVC o un PICC. Questo perché la punta del catetere arriva in vena cava superiore o in atrio destro. Dove il flusso venoso è continuo e consente l'infusione di soluzioni più concentrate.

In alternativa si può usare il midline che è un catetere venoso profondo o un catetere venoso periferico (CVP) più superficiale. In questo caso poi è l’infermiere che a seconda dell'infusione dovrà valutare il patrimonio venoso del paziente per capire se è meglio l'utilizzo di un CVC.

Le linee guida suggeriscono l’utilizzo del CVP per la nutrizione se questa è prescritta per un massimo di 15 giorni.

Il catetere centrale (CVC) permette di infondere soluzioni più concentrate a più alta osmolarità, senza ostruirsi e senza danneggiare il patrimonio venoso del paziente.

NPT, quali sono i rischi? caution 943376 640

I rischi per il paziente sottoposto a nutrizione artificiale comprendono:

  • infezioni;
  • squilibri elettrolitici;
  • squilibri da complicanze metaboliche;
  • iperglicemia.

Date le complicanze dovute agli squilibri da complicanze metaboliche e iperglicemia è importante monitorare il paziente con un glucotest nelle prime somministrazioni della nutrizione artificiale.

L’iperglicemia, glicemia>200 mg/dl, può comportare disidratazione e diuresi osmotica; spesso è correlata anche a complicanze infettive e immunodepressione.

Si possono verificare anche complicanze legate a squilibri elettrolitici, quindi per monitorare l’assistito è necessario fare esami del sangue degli elettroliti.

I possibili effetti collaterali della NPT sono:

  • Distensione gastrica,
  • Dolori addominali,
  • Diarrea.

I primi due effetti correlati alla NPT stanno a indicare un’eccessiva velocità di infusione.

Mentre, nel caso di diarrea va interrotta temporaneamente l’infusione e, per togliersi ogni dubbio, fare un esame per verificare la presenza di Clostridium difficile.

Ora, un parere personale, osservando le NPT infuse per via periferica, anche se hanno un'osmolarità adatta alla vena, viene bruciata in 48-72 ore.

Il motivo potrebbe essere legato alla soluzione di lipidi, ma è un elemento che necessita di uno studio da un punto di vista biologico.

Foto di Anna Shvets