Perché fare l’Erasmus durante la Laurea in Infermieristica?

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Il progetto Erasmus è una iniziativa che la comunità europea propone ai giovani per poter svolgere delle attività di lavoro o studio all’estero.

Grazie all’università che ho frequentato, l’Alma Mater Studiorum di Bologna, ho avuto la possibilità di partecipare ad un progetto di scambio, definito Erasmus plus, per un periodo di tre mesi.

Ti racconto la mia esperienza.

Effettivamente, che cosa si fa in Erasmus, e perché ha senso parteciparvi?

Quando si affronta questa tematica a tutti viene in mente soltanto la componente divertimento di questa esperienza, il che è vero ed è uno dei motivi per cui consiglio caldamente di fare l’Erasmus, ma in realtà ci sono tantissimi altri aspetti.

In primis, vivere per un periodo, anche breve, fuori dal proprio Paese e dalla propria zona di comfort sia un’esperienza di crescita, a mio avviso diversa dall’essere una fuorisede di un’altra regione. Durante l’Erasmus si ha modo di venire a contatto con persone di altri paesi e culture, e questo permette di ampliare i propri orizzonti ed imparare cose nuove.

Altro aspetto positivo, l’imparare o il migliorare la conoscenza di una lingua straniera, nel mio caso dell’inglese, di cui non avevo una buona padronanza, ma che ho avuto modo di utilizzare ogni giorno parlandolo per tre mesi.

In più, durante il corso dell’Erasmus si avrà modo di esplorare attraverso delle gite il paese in cui ci si trova, e anche quelli vicini, per cui se ami viaggiare potrai vedere posti nuovi e fare anche tantissime esperienze che nella tua quotidianità non faresti mai.

Il mio Erasmus è stato un po' particolare, perché non ho svolto nessun esame all’estero, ma soltanto il tirocinio.

Il Paese in cui sono stata era la mia prima scelta nella classifica delle preferenze, ossia la Grecia, in particolare nella città di Thessaloniki (Salonicco in italiano).

Perché proprio la Grecia?

I motivi sono tre:

  1. la Grecia è ricca di storia, cultura e bellezza;
  2. ha un ottimo il clima;
  3. era l’unico Paese tra quelli proposti dall’Unibo in cui lo scambio si sarebbe svolto in lingua inglese (questo vale per la facoltà di infermieristica, perché di anno in anno le proposte possono subire variazioni);

La mia seconda scelta era Bruxelles ma lo scambio sarebbe avvenuto in lingua francese.

Il periodo di svolgimento del mio tirocinio è stato da febbraio ad aprile del 2023, io sono partita durante il corso del terzo anno di Università.

Questo periodo, secondo il calendario organizzativo della mia università, prevedeva esclusivamente lo svolgimento del tirocinio, per cui non mi sono “persa niente” a livello di attività curriculari. Ho avuto modo di svolgere i laboratori pratici a novembre-dicembre 2022 e ho svolto a gennaio l’esame sui relativi argomenti.

Prima di partire mi sono messa in contatto con gli uffici della mia università ospitante, la International Hellenic University, e la responsabile degli studenti ha risposto a tutti i miei dubbi, dandomi anche la possibilità di scegliere le tempistiche ed i reparti di mia preferenza per il tirocinio.

Ho deciso di seguire lo schema della mia università per quanto concerne le tempistiche, e quindi avrei cambiato ogni mese sede di tirocinio; i reparti che ho affrontato sono stati: ortopedia, unità di terapia intensiva cardiologica e pediatria.

L’ospedale convenzionato con la mia università è il Papageorgiou General Hospital, uno dei policlinici migliori della Grecia.

In questo ospedale ho svolto soltanto dei turni di mattina, perché secondo le regole dell’IHU soltanto in questa fascia oraria i tirocinanti vanno in ospedale.

In tutti i reparti per qualche giorno venivo “osservata” e poi man mano mi è stata lasciata sempre più autonomia. A differenza di Bologna (la città in cui ho studiato), a Salonicco non sono stata affiancata ad un infermiere specifico, sia perché facevo solo turni di mattina che per il fatto che la mia università ospitante prevede la rotazione del tirocinante con tanti infermieri diversi, di modo da apprendere da più persone.

Solitamente sceglievo io chi affiancare, anche in base al fatto che non tutti gli infermieri parlavano inglese fluentemente.

Una delle parti più difficili di questo tipo di tirocinio è stato sicuramente l’istaurazione del rapporto con i pazienti, in quanto la maggior parte essendo anziani non parlavano in inglese, per cui ho imparato qualche parola di greco oppure si rivolgevano direttamente all’infermiere in turno per delle problematiche più articolate.

Con i pazienti più giovani o con le mamme dei bambini in pediatria mi sono sempre espressa in inglese senza nessun tipo di problema. Però, nonostante la barriera linguistica, i pazienti apprezzavano il mio lavoro e si complimentavano con me attraverso le infermiere.

Le attività pratiche che ho svolto sono molto variegate, dalla rilevazione dei parametri vitali, all’assistenza di pazienti critici.

L’unica attività che non ho potuto svolgere in autonomia è stata la gestione e somministrazione della terapia farmacologica perché tutta la documentazione era scritta in alfabeto greco, la cui comprensione era estremamente difficile per me.

L’infermiere traduceva la prescrizione, io preparavo la terapia ed insieme andavamo a somministrarla a letto del paziente.

Alla fine da questa esperienza ho imparato tanto, sia a livello professionale che personale, e consiglio caldamente a tutti di fare l’Erasmus perché davvero ti cambia la vita (lo so, sembra una frase fatta).

Avrai modo di vivere in una bolla felice e d’imparare tantissime cose nuove, di metterti alla prova, di saper affrontare le difficoltà. In più, potresti anche capire se un domani ti potrebbe piacere lavorare all’estero.

 

Foto di Grégory ROOSE da Pixabay