Erica, fra poco la tesi... e racconta

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Studentessa del terzo anno, ancora per poco, Erica ha fatto i suoi tre anni di studio e tirocinio come tanti, o quasi.
Ci sono molti che come Erica mentre studiano lavorano a tempo pieno, perché hanno scelto di vivere indipendenti e hanno le spese di casa e la vita di coppia.
Chiedo a Erica alcune cose che credo, spero, possa raccontarci.
Erica non è un nome di fantasia, ma una giovane studentessa che di vista conosco da prima che iniziasse l'università, sapendo che da sempre infermieristica è un corso impegnativo approfitto del contatto facebook per scriverle.

Ciao Erica, sarò brevissimo per non toglierti troppo tempo dagli studi, 4 domande:

-Adesso manca poco alla laurea, come stai, come ti senti?

Ciao Franco, questa è una bella domanda... è un insieme di emozioni che vanno dalla gioia al timore. Tra qualche mese non sarò più un'allieva e non avrò più il mio tutor affianco,e non nascondo che questo crea un po' di ansia e mi chiedo se mai sarò brava come quegli infermieri che mi hanno affiancata per tre anni.

Dall'altra parte vivo una gioia immensa per aver quasi terminato questi tre anni di corso in infermieristica, percorso che oltre ad avermi formata professionalmente mi ha fatta crescere interiormente come persona. Sono una di quelle infermiere "in erba", passami il termine,che non vede l'ora di iniziare per mettere in pratica quello ha imparato è compreso in questi anni. Sono una di quelle che crede fortemente in questa  professione,così importante ma così sottovalutata e talvolta non  riconosciuta abbastanza. 

-Lavoro e studio, è stata dura?

Si,non lo nascondo.

Lavorare e studiare non é stato facile, soprattutto perché questa facoltà richiede impegno e molto tempo da dedicargli.

Il nostro anno scolastico è fatto per metà di lezioni e gli altri mesi in tirocinio, facendo i turni h 24, incastrando lezioni, seminari, laboratori ed esami. Sono tre anni molto concentrati e lavorare in concomitanza del tirocinio diventa dura, ma con qualche sacrificio ci si riesce.

Io personalmente ringrazio un datore di lavoro che ha creduto nel mio percorso di studi e mi ha permesso di lavorare con turni adattati al mio tirocinio.

A volte mi sono chiesta chi me l'abbia fatto fare ma poi quando indosso la mia divisa ,la risposta è lì: laurearmi ed essere infermiera.

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-Ricordi ancora il primo giorno?

Lo ricordo come se fosse ieri il primo giorno di tirocinio...

Il giorno prima avevo ripassato tutto il libro di assistenza infermieristica, avevo un' ansia tremenda! Mi chiedevo come sarebbe stato aver a che fare con la salute delle persone,avere delle responsabilità verso il bene più prezioso che si ha.
 
Primo giorno ASP Giovanni XXIII, infilo la mia divisa dai bordi arancioni, ciabatte antiunfortunistica e via..primo giro di consegne..consegne ??
Cosa sono le consegne?
Già panico...prendo le consegne, mi annoto chi ha dormito,chi ha evacuato, chi ha avuto dolore, chi deve fare i prelievi e chi il controllo glicemico.
 
Caffè prima di partire e via si parte con il giro letti..igiene personale!!
Ammetto che a primo impatto rimasi un'po perplessa nel dover effettuare cure igieniche a persone molto più grandi di me...insomma l'impatto è forte credetemi!
 
Ma dopo qualche giorno di adattamento si entra nel meccanismo del reparto,giro letti,prelievi,glicemie ,medicaZioni,giro visite....e l'ansia da prestazione piano piano si attenua,grazie anche alla professionalità e alla cordialità degli infermieri che ho avuto la fortuna di avere al mio fianco.
 
Ricordo ancora la paura di fare male nell'effettuare il primo prelievo..quello mica era un manichino! Era una persona in carne ed ossa ed io da allieva mi preparavo a bucargli la vena con quel butterfly..laccio emostatico..localizzazione della vena " la devi sentire la vena...non vedere" questo era quello che riecheggiava nella mia mente, ancora qualche secondo e...trovata!
Disinfezione della cute...respirone..tre due uno via..buco..é andata il sangue refluisce,la mia mano trema,il cuore in gola.
Prelievo fatto. Ricordo ancora la felicità nell'esserci riuscita, il mio primo prelievo.
Ricordi stupendi davvero.
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-A chi vuole fare infermieristica, che consiglio daresti?

Di amare la professione.
Sembra una frase fatta ma è proprio così.
Questa professione o la ami o la odi. Se non te la senti nelle vene ( giusto per rimanere in tema) probabilmente non é ciò che fa per te. È una facoltà che richiede impegno e costanza, ma ce la si fa tranquillamente ad arrivare alla fine, e che il tirocinio,nonostante le mille mila ore che passerete in quei reparti , è la parte più bella e vera. Certi pazienti toccano il cuore,ogni storia,ogni persona ha una storia da cui imparare.
 
Ecco Franco , al termine di questi studi ti posso dire che quelli che mi hanno insegnato di più  a livello emotivo sono loro, i nostri pazienti. E poi un'altra cosa...non credete a quelli che vi demotivano,che vi chiedono se siete proprio sicuri di voler fare l'infermiere, che non avrete più una vita, che avete sbagliato.
 
Non credeteci!
 
Andate avanti se ci credete, continuate a testa alta perché saremo noi i nuovi infermieri, dobbiamo crederci per poter dare alla nostra professione il rispetto cui merita. Sono Convinta e voglio credere che le cose in futuro cambieranno in meglio per la nostra professione..quindi buona fortuna colleghi ! 
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Grazie Erica, sono un vecchietto della professione, ho letto con attenzione le tue parole perchè sono molto importanti per la sincerità e l'entusiasmo.