Stabilità termica e conservazione dell'insulina umana: secondo una revisione Cochrane è possibile anche a temperatura ambiente

Insulina, diabete
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Chi soffre di diabete di tipo 1 sa bene quanto possa essere essenziale per il proprio benessere l'insulina. Tutte le persone che convivono con questo problema hanno l’abitudine di conservare le fiale di insulina in frigo per poi tirarle fuori quando necessario.

Un nuovo studio ha però di recente dimostrato che l'insulina non perderebbe la sua efficacia nemmeno se mantenuta fuori dal frigorifero. E questo dà di certo speranza a tutte quelle persone che non sempre hanno a disposizione la corrente elettrica necessaria per la refrigerazione.

Che cos'è l'insulina umana

L'insulina è un ormone prodotto dal pancreas che ha il compito di tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.

Quest'ultimo infatti viene introdotto nel nostro organismo tramite i carboidrati che mangiamo e serve a trasformare il cibo in energia. L’insulina, quindi, aiuta le cellule del corpo ad assorbire la giusta quantità di zucchero, mantenendo bilanciata la glicemia.

Chi soffre di diabete, però, non è in grado di produrre insulina a sufficienza: le persone che soffrono in particolare di diabete di tipo 1 devono introdurre questo ormone più volte durante l'arco della giornata, generalmente prima dei pasti.

Il problema che tocca un gran numero di pazienti affetti da diabete riguarda la conservazione dell'insulina. Ma andiamo con ordine e vediamo perché.

Le linee guida attuali sulla conservazione dell'insulina

Attualmente le linee guida relative alla conservazione dell'insulina ci dicono che questo medicinale, fondamentale per chi soffre di diabete, deve essere conservato in frigorifero prima dell'uso.

La temperatura più fredda, infatti, pare preservare l'efficacia del farmaco e per questo la refrigerazione deve essere costante. Secondo le case farmaceutiche e le autorità sanitarie i flaconi devono stare lontani dalla luce del sole e a una temperatura compresa tra i 2°C e gli 8°C.

Per quanto riguarda i flaconi aperti, invece, questi possono rimanere a temperatura ambiente e venire usati entro 4-6 settimane. Queste raccomandazioni, in ogni caso, variano a seconda del tipo di insulina e del farmaco: è quindi sempre meglio attenersi alle indicazioni del produttore.

Sintetizzando, quindi, l'insulina deve essere conservata in frigorifero. Alla luce di ciò, però, è lecito porsi una domanda: come farebbero allora tutte quelle persone affette da diabete che vivono in aree remote, rurali o colpite da rivolte e calamità naturali, dove non sempre l’elettricità è disponibile?

Uno studio recente sembra dare un barlume di speranza anche a tutti i pazienti che - per un motivo o per un altro - non hanno elettricità nel luogo in cui vivono e non sono facilmente raggiungibili dall'assistenza sanitaria.

La nuova revisione Cochrane sulla conservazione dell'insulina

Un team di ricerca guidato da Bernd Richter ha analizzato e revisionato alcuni studi scientifici secondo il metodo Cochrane e la valutazione GRADE per comprendere meglio la conservazione dell'insulina fuori dai limiti di temperatura raccomandati dal produttore e oltre il limite di tempo di utilizzo consigliato.

La revisione ha interessato l'analisi di 17 studi tra indagini di laboratorio su fiale, cartucce e siringhe pre-riempite di insulina, oltre a informazioni fornite da aziende farmaceutiche.

Lo studio clinico pilota avrebbe dimostrato che l'insulina conservata a temperatura ambiente tra i 25°C e i 27°C all'interno di un vaso di terracotta ha un'efficacia simile a quella di un'iniezione conservata in frigorifero.

Partendo da questo studio clinico, gli esperti hanno condotto altre ricerche, e i risultati non hanno rilevato nessuna perdita importante dell'efficacia dell'insulina in diverse circostanze, in particolare in:

  • studi di laboratorio su siringhe pre-riempite conservate a una temperatura compresa tra 4 °C e 23°C per un massimo di 28 giorni;
  • studi di laboratorio su fiale e cartucce chiuse a temperature comprese tra 28,9 °C e 37 °C per un massimo di quattro mesi;
  • studi su flaconcini e cartucce aperti a una temperatura fino a 37 °C per un massimo di 12 settimane.

I limiti della ricerca

Nonostante la grande importanza di questo lavoro, i ricercatori hanno sottolineato alcuni limiti della ricerca che dovranno essere superati da ulteriori studi.

Gran parte dei dati, infatti, proviene da esperimenti condotti in laboratorio e inoltre non è stato possibile approfondire aspetti come l'eventuale contaminazione in fiale e cartucce aperte o l'efficacia dell'insulina in condizioni ambientali particolarmente fredde.

In ogni caso, i ricercatori hanno concluso la revisione con soddisfazione e speranza per tutte le persone che convivono con il diabete di tipo 1 e abitano in aree complicate.

“Il nostro studio apre nuove possibilità per le persone che vivono in ambienti difficili, dove l’accesso alla refrigerazione è limitato. Comprendendo la stabilità termica dell’insulina ed esplorando soluzioni di conservazione innovative, possiamo avere un impatto significativo sulla vita di coloro che dipendono dall’insulina per il loro benessere” hanno detto."

 

Foto di Steve Buissinne da Pixabay