Il dolore cronico: tra la sfera sociale e quella clinica

biblioteca archiginnasio bolognaLa natura del dolore cronico nella sua varietà e complessità è stata discussa a Bologna il 25 e 26 ottobre 2019, le relazioni hanno presentato le tipologie di dolore e le strategie per cercare di arrivare ad una soluzione che migliori la qualità di vita del paziente.

Il dolore cronico coinvolge 1 europeo su 5 e vista la dimensione del problema l'apertura del convegno è stata effettuata dal  dott.Joop Van Grivensven presidente della PAIN Alliance Europe.

Il convegno è stato realizzato nella sala seicentesca della biblioteca dell'Archiginnasio dove ha sede anche la società Medico Chirurgica di Bologna.

Nelle due giornate si sono affrontati temi molto diversi ma uniti  dall'analisi delle diverse cause del dolore cronico e dei suoi effetti sulla persona e la società.

Nella prima giornata si è evidenziato come esista un'azione che dal livello internazionale arriva alle azioni quotidiane del medico esperto di terapia del dolore.

La rete internazionale è ben coordinata dalla PAIN Alliance Europe che ha consolidato numerose collaborazioni con le società scientifiche locali.

PAE Leaflet scheme

Il problema sentito a livello internazionale è lo stigma del dolore cronico e anche il vuoto "normativo" solo recentemente l'OMS ha inserito nella classificazione ICD-11 il dolore cronico.

L'Italia ha la legge n. 38/2010: "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore che ancora non è ben compiuta, ha visto un grande impegno nelle cure palliative ma meno nel formare una rete contro il dolore cronico.

Le leggi regionali per l'applicazione e il compimento della legge 38 sono entrate in vigore poco dopo solo in alcune regioni.

Il dolore ha trovato spazio nella classificazione ICD-11 dolore cronico LINK non riferito ad una specifica malattia ma in quanto tale, la malattia ne diventa una causa.

La prima giornata entra nel rapporto con il MMG, con l'assistenza domiciliare e le cure palliative, ma analizza anche il dolore di genere perchè la fisiopatologia da vescica dolorosa che coinvolge molte donne è ancora poco compresa.

Chiude la prima giornata la presentazione della varietà dei meccanismi del dolore da sclerosi multipla.

Che cos'è il dolore cronico?

La classificazione ICD-11 è semplice:

Il dolore è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danni ai tessuti effettivi o potenziali, o descritta in termini di tale danno. 

Il dolore cronico è un dolore che persiste o si ripresenta per più di 3 mesi.

Il dolore che è presente per oltre 3 mesi può avere meccanismi fisiopatologici molto diversi fra di loro a seconda della causa scatenante e del danno che causano alle terminazioni nervose.

L'effetto del dolore cronico non porta solo ad una limitazione funzionale, ma si ripercuote anche a livello lavorativo e sociale, di conseguenza si parla di dolore cronico biopsicosociale. La definizione e comprensione del dolore cronico sul paziente passa attraverso una visita medica che non guarda solo gli esami.

La giornata del 26 ottobre ha puntato agli aspetti scientifici collegandoli con la pratica quotidiana vissuta dal medico e dal paziente, molti gli interventi nelle 3 sessioni.

La mattina del 26 ottobre ha visto la seconda sessione con la diagnostica e la terapia del dolore cronico e la sua complessità.

Mi sono piaciuti tutti gli interventi e riporto solo alcuni passaggi.

La dott.sa Katia Mattarozzi ha spiegato che la terapia antalgica è più efficace quando c'è una spiegazione da parte del medico o dell'infermiere, quando c'è il contatto umano, perchè siamo fatti così, abituati da millenni ad avere qualcuno che ha cura di noi quando stiamo male.

Quando quel contatto non c'è più allora la stessa terapia è meno efficace. Motivo per cui quando si ha un paziente con demenza è necessario che la terapia antalgica sia effettuata a dosaggi più alti.

Nel pomeriggio la nella terza sessione si affronta la terapia con oppioidi e il caso dei 41.000 decessi per overdose negli Stati Uniti d'America, situazioni di prescrizione facile e di utilizzo del fentanil da parte di gruppi criminali. In Italia c'è un controllo stretto delle prescrizioni e i casi di overdose da oppioidi sono 2-3 all'anno. Gli oppiodi sono sempre guardati con sospetto eppure fra i farmaci che causano decessi ogni anno ci sono le reazioni ad antibiotici, farmaci cardiologici e i fans.

L'Italia ha ancora oggi malgrado le normative un insufficiente utilizzo di oppiacei e davanti ad un dolore che si presenta a livelli alti 9-10 dare una tachipirina e poi andare in progressione non è utile. 

Fra gli ultimi argomenti della giornata l'uso della cannabis, i principi attivi e le condizioni cliniche in cui è prescrivibile e gli studi clinici che sono ancora deboli anche se il punto di forza è il beneficio riferito dai pazienti.

Le presentazioni sono state molto belle e sono entrate nel dettaglio della complessità dei casi, di ciò che si sa e cosa non si sa, quali sono gli spazi da esplorare, complimenti al presidente del convegno prof. Boaz Gedaliahu Salmosky Dekel per l'organizzazione e la completezza degli argomenti presentati.

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