Il tirocinio degli studenti di infermieristica, una ricerca italiana

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Sulla rivista Journal of Nursing Education and Practice è stato recentemente pubblicato un articolo che analizza il tirocinio degli studenti di infermieristica.

Il tirocinio è un momento fondamentale nella formazione del futuro infermiere e lo caratterizzerà in modo importante, su foruminfermieri.it ci si trova a colloquiare con studenti che si trovano agli opposti dagli entusiasti ai disfattisti.

Approfitto quindi della disponibilità del dott.Marco Tomietto, infermiere e primo autore dell'articolo per porgli alcune domande...

Ringrazio il dott.Marco Tomietto per la disponibilità a chiarirmi le idee.

Sono io a ringraziare voi per l'attenzione su questi temi. In realtà le riflessioni che condivideremo nascono da un confronto continuo in questi anni con gruppi di ricerca in Italia e in Europa.

Da questa collaborazione e sinergia è nato l'articolo, che abbiamo desiderato essere liberamente accessibile alla comunità scientifica e professionale.

Dott.Tomietto nelle aziende sanitarie ci sono i tutor, infermieri che seguono gli studenti, esiste un solo modello o possiamo parlare di modelli per l'apprendimento clinico?

Sicuramente esistono degli approcci utili a guidare l'apprendimento.

Ad esempio briefing e debriefing possono aiutare a preparare e a rielaborare l'esperienza: la competenza clinica non nasce solo da quante volte si fa una cosa ma anche da quanto si riflette su ciò che si fa.

Molti contesti hanno sperimentato un rapporto di tutorato 1:1 oppure di tutorato di gruppo (un tutor con molti studenti), altre realtà invece strutturano meno il riferimento di reparto per lo studente. In altre ancora il ruolo del tutor non è riconosciuto in modo formale.

Il panorama è disomogeneo.

Possiamo dire sicuramente che è auspicabile formalizzare il ruolo del tutor, tuttavia i modelli di tutorato non possono essere rigidi.

Ogni modello porta dei pro e dei contro: un rapporto 1:1 potrebbe, ad esempio, essere molto efficace per guidare l'esperienza ma potrebbe essere anche meno responsabilizzante per lo studente che deve sviluppare autonomia professionale.

Il modello di tutorato deve essere uno o va adattato allo studente?

Non esistono ricette, esistono coordinate e variabili, anche di contesto, da considerare per trovare la soluzione migliore per lo studente.

Ad esempio al primo anno lo studente potrebbe aver bisogno di un tutorato 1:1, per poi essere integrato via via nei gruppi di reparto fino al 3 anno,
nel quale dovrà dimostrare padronanza anche rispetto ai rapporti con l'equipe.

Oppure, se un tutor di reparto è alle prime esperienze di tutorato, potrebbe essere preferibile il rapporto 1:1.

È importante anche capire se un reparto è orientato alla tutorialità: lo studente è "affare" del tutor oppure è visto come un'opportunità di confronto per tutto il gruppo?

Il nostro articolo ha dimostrato ad esempio che il livello condiviso di reparto è fondamentale per le esperienze degli studenti.

Gli obiettivi formativi possono a loro volta influenzare la scelta di un modello.

Se l'obiettivo è la competenza nell'assistenza di base, ad esempio, potrebbe essere utile mettere in tirocinio due studenti seguiti da un tutor in modo possano svolgere in coppia fra studenti le attività. Se l'obiettivo è la padronanza della terapia o l'assistenza al paziente critico invece è difficile pensare che un tutor possa essere efficace se segue più studenti.

Il modello può anche considerare le preferenze dello studente. Alcuni studenti si esprimono meglio in contesti di gruppo, altri in una relazione tutoriale individuale.

In un tirocinio intervengono tutti questi livelli: quello individuale, di relazione tutor-studente, di gruppo di reparto, di orientamento tutoriale, obiettivi...

Il tutto deve tendere a comporsi nel modo più coerente possibile nello specifico contesto per lo specifico studente.

Sarà il tutor della sede universitaria a valutare le variabili di contesto, gli obiettivi formativi e le risorse tutoriali del reparto per cercare la soluzione migliore per ogni studente, insieme anche ai responsabili organizzativi dei reparti e ai tutor.

Un grazie al dott Marco Tomietto e a tutti i ricercatori che hanno partecipato alla realizzazione dello studio "Multilevel perspectives in clinical learning environments' assessment: An insight on levels involved in planning nursing education" Marco Tomietto, Dania Comparcini, Mikko Saarikoski, Valentina Simonetti, Giancarlo Cicolini

Per approfondimenti http://www.researchcenter.altervista.org/

Per scaricare l'articolo http://www.researchcenter.altervista.org/wordpress/?p=1011

 

 Foto di Gerd Altmann da Pixabay