Directory delle riviste infermieristiche nel mondo: la conoscenza contro il concetto di predatory publishers

riviste infermieristiche
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L'avvento di Internet ha sicuramente migliorato ogni aspetto della nostra vita. Se prima per trovare una qualsiasi informazione era necessario recarsi in biblioteca e sfogliare decine e decine di libri, oggi ci basta fare una ricerca su Google digitando le nostre parole chiave per trovare la risposta. 

Trovare la risposta: sì, perché oggigiorno non sempre gli utenti leggono per sapere, bensì per avere risposte alle loro domande. Trovate le risposte, il tempo di lettura può dirsi, la maggior parte delle volte, tranquillamente concluso.

Le riviste infermieristiche online

Anche per quanto riguarda la letterature scientifica qualcosa è cambiato.

In passato erano sicuramente più diffuse di quanto possano esserlo adesso le riviste cartacee, preziosissime fonti di informazione per gli addetti ai lavori e non. 

Leggere e studiare le riviste scientifiche è importante non solo per la crescita del proprio bagaglio personale, ma anche e soprattutto per rafforzare sempre più le proprie competenze nell'ambito professionale. Ma non solo.

Ci permette anche di conoscere il punto di vista di altri professionisti, di porci dei dubbi e delle domande per arrivare a nuove conclusioni, di ragionare e avere spunti di riflessione su questo o su quell'altro argomento. 

Insomma, tutte queste cose stanno via via scomparendo, insieme alla quasi scomparsa delle riviste scientifiche e infermieristiche.

Diciamo “quasi scomparsa” perché in realtà sulla rete abbiamo trovato una directory con centinaia di riviste infermieristiche in lingua inglese, realizzata da Nurse Author & Editor e INANE e consultabile al seguente LINK.

Certo, si tratta di riviste digitali, che si sono quindi adattate ai tempi che corrono, ma pur sempre strumenti utilissimi per chi si occupa di sanità.

Se tutti i titoli che possiamo trovare su questa directory sono valutati, controllati e solo in seguito resi pubblici e fruibili per gli utenti da un team di esperti, lo stesso non si può dire di alcune altre riviste e pubblicazioni dell'editoria scientifica, date in pasto all'insidia piuttosto diffusa della predatory publishers. 

Cosa significa predatory publishers e perché bisogna starne alla larga

L'Open Access ha di certo rivoluzionato la distribuzione dei contenuti scientifici. Oggi con questa pratica infatti possiamo accedere immediatamente a ricerche e pubblicazioni in formato elettronico, senza alcun costo e per un tempo illimitato.

Rendere fruibile a tutti la scienza ha i suoi vantaggi, ma esiste anche un lato oscuro che bisogna considerare e conoscere, così da poterlo riconoscere ed evitare. Parliamo della predatory publishers, o editoria predatoria. 

Si tratta di riviste che non hanno niente a che vedere con la sete di conoscenza e con la predilezione della ricerca e dell'attività accademica, ma che invece esistono solo ed esclusivamente per generare e garantirsi entrate economiche

Gli autori che la maggior parte delle volte pubblicano un articolo non sono dei medical writer professionisti, oppure sono professionisti che sono stati spinti dalle proposte allettati degli editori illegittimi, i quali però non possono in nessun modo garantire qualità e trasparenza del processo di revisione, reputazione e affidabilità.

 Come riconoscere una rivista predatoria

Le riviste predatorie, come abbiamo visto, non hanno nessun interesse per la peer-review e per la qualità delle pubblicazioni. Con un po' di attenzione, tuttavia, possiamo in breve tempo capire l'inaffidabilità di tali riviste.

Quest'ultime, infatti, pare abbiano diverse caratteristiche in comune:

  • spesso non si fa riferimento né all'editore né al comitato editoriale;
  • altrettanto spesso non sono presenti qualifiche sufficienti per svolgere il ruolo di editore o comitato editoriale;
  • non c'è adeguata trasparenza;
  • non compaiono nomi degli autori;
  • vengono inviate spesso e-mail spam;
  • i relativi siti web sono pieni di errori di grammatica e ortografia, e non contengono immagini di qualità.

Insomma, tutti questi fattori sono solo alcuni di quelli che dovrebbero far scattare la campanella d'allarme.

Gli articoli scientifici scritti con Chat GPT

Frasi sgrammaticate e affermazioni senza senso potrebbero anche farci sorgere il dubbio che gli articoli pubblicati non solo siano stati scritti e non revisionati affatto, ma che potrebbero persino essere stati generati dalle Intelligenze Artificiali, un'altra piaga del sistema di informazione attuale.

Un articolo pubblicato su Wired qualche tempo fa parlava proprio di come, per un esperimento, sia stato chiesto a ChatGPT di scrivere un articolo scientifico sul diabete. I pericoli che ne sono venuti fuori non sono pochi. 

É ormai risputo che tra le falle dell'intelligenza artificiale c'è il vizio di inventare di sana pianta le informazioni, le quali potrebbero anche sfuggire alla comunità scientifica dando il via libera a paper fasulli e pericolosi.

Per di più, ChatGPT è anche solito mettere insieme frasi insensate, commettere errori di grammatica e ortografia, e utilizzare parole poco attinenti. Il tutto, però, velocizzando i tempi di creazione.

Perché attenersi ad articoli scientifici affidabili

Quando si parla di pubblicazioni scientifiche è chiaro che c'è in ballo la salute delle persone che le leggeranno. Per questo è estremamente importante prediligere sempre e comunque articoli che possono dimostrare ciò che affermano, che siano basati sull'evidenza, con bibliografie e alta autorevolezza. 

La directory delle riviste linkata sopra è quindi un'ottima risorsa da sfruttare per tenersi alla larga da pubblicazioni predatorie e leggere contenuti di qualità e revisionati.

Qui si possono trovare articoli relativi a svariati argomenti quali:

  • l'assistenza neonatale
  • i progressi della scienza infermieristica
  • la terapia intensiva
  • la cura della pelle e delle ferite
  • la salute maschile e femminile
  • la gestione delle aree critiche
  • l'oncologia
  • la geriatria
  • l'HIV
  • la prevenzione delle infezioni
  • la neuroscienza
  • la radiologia
  • la dermatologia
  • la chirurgia
  • l’alimentazione

e moltissimo altro ancora.

Concludiamo quindi con una riflessione. Se è vero che «la scienza non esiste fino a quando non viene pubblicata» è anche vero che la scienza non è scienza se non è verificata.

Foto di alleksana