Il bagno alla clorexidina è indifferente nel ridurre il rischio di infezioni lo dice l'EBP

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neonato bagnoIl bagno alla clorexidina viene proposto per ridurre il rischio di infezioni, principalmente in due situazioni: o come bagno preoperatorio oppure in terapia intensiva.

La clorexidina ha un'attività verso i batteri gram positivi, gram negativi e miceti, è un prodotto conosciuto dagli anni 50 ed è soggetto agli studi più svariati per ricavarne il miglior utilizzo. Anche se spesso viene indicato come prodotto economico, a livello mondiale genera un fatturato superiore ai 150 milioni di dollari. 

La clorexidina è stata studiata confrontando il bagno con il disinfettante verso il bagno con un semplice sapone per quantificare se possibile la riduzione del rischio di infezione nel paziente ricoverato in area critica e nel paziente soggetto a chirurgia pulita, due tipi di studi simili con alla base delle idee semplici.

Gli studi sono molto seri e di qualità e il fatto di essere spesso trial clinici randomizzati ha consentito di fare una ricerca secondaria per cercare di arrivare ad un risultato Evidence Based Practice imparziale, ma ha trovato pareri discordanti.

La procedura del bagno preoperatorio alla clorexidina ha come idea che la riduzione della carica batterica del paziente prima dell'intervento chirurgico possa portare ad un beneficio in termini di riduzione del rischio di infezioni e quindi ad una riduzione delle infezioni. 

Questo studio ha un'idea semplice ma non tiene conto che quando il paziente è in sala operatoria la disinfezione del sito chirurgico su una pelle pulita è energica e rende inutile l'uso precoce del disinfettante.

Alcuni autori hanno trovato che c'è un'efficacia nel bagno alla clorexidina e altri autori, confrontando altri studi clinici, non hanno trovato differenze significative, la recente linea guida del WHO, disponibile in italiano (LINK), nelle raccomandazioni brevi inizia con un "in fondo sono uguali" ma poi spinge per l'uso della clorexidina e riporto:

È buona pratica clinica che i pazienti facciano il bagno o la doccia prima dell'intervento.

Il panel suggerisce che allo scopo possa essere utilizzato o un sapone semplice o uno antimicrobico. (Raccomandazione condizionale, qualità dell’evidenza moderata.)

Il panel ha deciso di non formulare una raccomandazione sull'utilizzo di salviette imbevute di cloroxidina-gluconato (CHG) allo scopo di ridurre le SSI a causa della limitatezza e della scadente qualità delle evidenze. Prosegue poi nel razionale della linea guida citando l'efficacia di studi osservazionali e dando alle raccomandazioni un livello moderato che considera subito sotto al livello alto.

La linea guida dell'OMS deve essere vista in un'ottica mondiale, dove ci sono condizioni igieniche in cui la popolazione non ha accesso all'acqua come l'abbiamo noi.

Il bagno preoperatorio richiede risorse: se non serve perchè spendere tempo e denaro per niente, l'analisi degli studi è stata affrontata anche dalla Cochrane collaboration che sul bagno della clorexidina preoperatorio riporto le conclusioni:

Conclusioni degli autori:
Questa recensione non fornisce prove chiare di benefici per la doccia o il bagno preoperatorio con clorexidina rispetto ad altri prodotti di lavaggio, per ridurre l'infezione del sito chirurgico. Gli sforzi per ridurre l'incidenza dell'infezione del sito chirurgico nosocomiale dovrebbero concentrarsi sugli interventi in cui è stato dimostrato l'effetto (LINK).

La procedura del bagno con clorexidina nel paziente in area critica ha come obiettivo ridurre le infezioni di vario tipo, respiratorie, CVC, ma non ha avuto successo risultando efficace come il bagno con acqua e sapone.

Il bagno con la clorexidina in terapia intensiva è stato analizzato con trial randomizzati ed ha prodotto pareri discordanti arrivando ad una valutazione della Cochrane collaboration pubblicata nell'agosto 2019, che riporto:

Conclusioni degli autori

A causa delle prove di certezza molto basse disponibili, non è chiaro se il bagno con la clorexidina riduca le infezioni acquisite in ospedale, la mortalità o la durata della degenza in terapia intensiva, o se l'uso della clorexidina porti a più reazioni cutanee.(LINK)jui

Entrambi gli studi ad una vision semplice potrebbero sembrare poco importanti, dato che i ricercatori hanno provato ad introdurre qualcosa di nuovo ma non ci sono riusciti, hanno fallito?

Assolutamente NO, ci hanno dato delle informazioni molto importanti e rafforzato principi che già vengono applicati come ad esempio:

Se è vero che un antibiotico/antibatterico non deve essere dato in assenza di un problema infettivo perchè potenzialmente si creano resistenze, anche la clorexidina deve seguire la stessa regola, altrimenti si fanno dei danni perchè si altera il microbiota umano della persona e si favorisce la proliferazione di batteri resistenti che prima non si sviluppavano perchè erano bloccati dalla flora batterica presente.

Gli studi sopra ci danno un'altra informazione utile, ovvero che se disinfettando il paziente non si vede una riduzione delle infezioni allora non è il paziente stesso una fonte di infezioni ospedaliere, ma restano sempre in primis i due responsabili le condizioni patologiche che ne hanno determinato il ricovero e noi operatori sanitari.

Questa osservazione ci chiede di impegnarci per migliorare le nostre conoscenze e le abilità manuali per applicare le conoscenze note e quelle nuove. Inoltre, per poter mettere in pratica un tecnica con la massima asepsi e per bloccare la diffusione e la contaminazione, dobbiamo favorire la buona pratica del lavaggio delle mani.

Per saperne di più:

Clorexidina:

Motori di ricerca:

 

Foto di Ri Butov da Pixabay