Come medicare il flittene del tallone e guarirlo, piccola storia di uno studio che non vedrà luce

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Il flittene del tallone è una lesione che compare per diversi motivi, i più frequenti sono la frizione e la pressione che il paziente esercita sulle lenzuola, la prevenzione è importante, ma ci sono situazioni difficili in cui il paziente nostro malgrado, attua vere e proprie strategie per frizionare il tallone e il risultato è il flittene.

Il trattamento è semplice basta forarlo e fare un risciacquo con una soluzione di iodopovidone diluito e il risultato è che nel giro di alcuni giorni guarisce. In alternativa si può non fare nulla, coprirlo, ignorare il problema, lasciare macerare il tallone fino alla necrosi che se secca è un escara o gangrena secca...

Attenzione, è un discorso lungo, spero di esprimermi bene, se vi piacciono le idee fatele vostre senza problemi.

La tecnica è semplice ma è nata dopo alcuni anni di riflessioni, dal 2006 ho lavorato in medicina ed ero perplesso dal fatto che le raccomandazioni delle linee guida ignorassero una lesione del tallone allo stadio di flittene, in molti non facevano nulla il risultato era un enormità di lesioni.

Ero basito,  le uniche raccomandazioni erano sul trattamento dell'escara, uno stadio avanzato della lesione, vedere tante escare o peggio lesioni necrotiche e comprendere che erano ad uno stadio in cui si può solo aspettare, mi faceva male. Avevo l'impressione che ci fosse il pensiero che l'evoluzione o il trattamento del flittene fosse normale, un evoluzione naturale del flittene che doveva diventare un escara, un pensiero terribile.

Un giorno una collega anziana, mi ha suggerito una tecnica che aveva sentito ad un corso qualche anno prima, eppure nel web non ce n'era traccia.

La scelta era di forare il flittene e risciacquarlo con lo iodopovidone in soluzione. Ho provato la soluzione consigliata dalla collega, ringrazio  molto Vilma, visto che funzionava perchè non documentarla?

Nel 2011 ho proposto un breve studio osservazionale per documentare una tecnica che prevedeva la guarigione della lesione del tallone già allo stadio di flittene.

Lo studio è stato guardato e poi bocciato nel gennaio 2012 senza dare spiegazione, gentilmente mi hanno invitato ad un colloquio con il gruppo di supporto metodologico dell'ASL di Bologna.

Al colloquio con il gruppo hanno fatto anche loro una semplice ricerca su pubmed e Cochrane e hanno visto che non c'era niente.

Il nulla assoluto nell'ambito della ricerca sulla lesione del tallone, mi spiegarono che il comitato etico non lo aveva approvato perchè era solo uno studio osservazionale.

Non capivo, se non c'è nulla e quindi NON esistevano raccomandazioni basate sulla ricerca, perchè non documentare qualcosa di efficace, avrei dovuto proporre uno studio sperimentale e loro mi avrebbero supportato, quindi mi chiesero:

  • quali erano i tempi di guarigione,
  • quale la percentuale di successo,
  • quali le caratteristiche dei pazienti,

Potevo solo rispondere che se non faccio uno studio osservazionale non ve lo posso dire.

Cose che non potevo sapere con qualche decina di casi osservati, come fai a dare dei dati se non prendi appunti, dati che comunque sarebbero stati raccolti nello studio osservazionale.

Io so per certo che quando si dice una cosa nuova questa non viene capita, perchè ognuno di noi la rielabora e con le conoscenze che ha in possesso.

Spero di non essere troppo prolisso e cerco di condividere la mia esperienza.

La lesione del tallone è subdola, emerge anche dalla sera alla mattina.

Ho visto 3 tipi di lesioni all'esordio:

  1. Lesione immediatamente nera e asciutta, rara, si vede quando le condizioni sono gravi, c'è un settore nuovo di studi sulle lesioni che precedono il decesso del paziente.
  2. Flittene con fondo nero, anche questo, il paziente è critico e rispetta la teoria di un insufficenza cutanea importante, come sopra, con più è veloce l'ingravescenza, più compromesse sono le condizioni generali.

Queste due lesioni sono rare da osservare e aggiungerei, per fortuna.

  1. Fittene con fondo della lesione (derma) non necrotico, ma lo diventa in seguito lasciando il siero in sitù dove si disidrata e fa un piastrone di sostanze proteiche.

Una tipologia di flitteni guaribili sono quelli da frizione dove si scolla l'epidermide e si forma un siero di diverso colore e consistenza, su questi flitteni vi ripropongo questa medicazione che ha un nome secondo me appropriato, detersione microinvasiva del flittene.

La descrizione e la messa in pratica per un infermiere è semplice, si fora con agocannula il flittene, si lascia l'agocannula in sede e con una soluzione diluita di iodopovidone si fa uno sciacquetto, avanti indietro e si lava bene, si riaspira bene.

Lo iodopovidone diluito non pensato come disinfettante si utilizza per due proprietà:

  • è colorato, vantaggio, rispetto alla fisiologica che è trasparente, i flitteni a volte sono staccati, il siero proteico all'interno fa dei compartimenti, quindi se la soluzione è colorata vedo dove risciacquo,
  • è appiccicoso, chi ha utilizzato lo iodopovidone sa che appiccica e quindi favorisce la riadesione dell'epidermide al derma.

Quando l'epidermide si riattacca al derma ne riacquista le proprietà funzionali e il flittene è guarito. Se prima della detersione erano presenti lesioni nere sul fondo queste restano aree necrotiche e andranno trattate come lesioni necrotiche.

Dopo alcuni giorni, esattamente come per le vesciche dei piedi la pellicina che si era attaccata si secca e si stacca, tutti abbiamo avuto almeno una volta nella vita una vescica.

Se non c'erano lesioni nere il derma potrebbe riattaccarsi anche solo dopo la prima detersione, se siamo stati attenti al paziente e abbiamo sorpreso il flittene al suo esordio potrebbero essere necessari degli altri passaggi.

OVVIAMENTE, devono essere rimossi i fattori scatenanti.

Quando l'epidermide si secca potrebbero restare delle piccole aree nere, a causa del residuo di iodopovidone, ma non succede nulla, dopo circa 10 giorni l'epidermide si scolla spontaneamente e lascia sotto un derma sano e roseo.

Quando utilizzate questa tecnica potrete sviluppare e riflettere su due osservazioni importanti:

  1. il trattamento precoce del flittene richiede più tempo, rispetto al non fare nulla,
  2. con la rimozione del siero e dei fattori causali si interrompe il processo evolutivo verso la necrosi.

Non so perchè il comitato etico non mi ha voluto lasciar documentare la tecnica, in fondo la raccomandazione di non forare la lesione si basa su pareri e non so perchè, ma dubito siano pareri di chi lavora in reparto.

Il protocollo che proposi al comitato etico era semplicissimo chi lo desidera leggere è al LINK 214kb

 Per approfondire le lesioni sul tallone:

 

 Foto di Diego da Pixabay