L'anestesia spinale, nella protesi d'anca o ginocchio, conviene?

infermiere concentrazione
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L'anestesia spinale consiste in un'iniezione delicata eseguita nella schiena realizzando un campo chirurgico, come se si trattasse di un vero e prorpio intervento perchè arrivando prossimi al midollo spinale la sterilità deve essere massima.

Precisamente nell'anestesia spinale l'anestesista inietta il farmaco nello spazio compreso fra due vertebre del rachide arrivando fino allo spazio subaracnoideo in cui è presente il liquido cefalorachidiano.

Da chi è stata praticata la prima volta e perchè farla?

L'antenata dell'anestesia spinale è stata chiamata anche "cocainizzazione del midollo spinale" venne praticata per la prima volta nel 1899 da Benedetto Schiassi, nel "piccolo" Ospedale di Brudio.

La storia è ben raccontata nel romanzo dal titolo "la cocaina, il poliziotto, il farmacista, il professore" scritto dall'anestesista  Andrea Gentili nel 2020.

Il minor numero di complicanze rispetto all'anestesia generale fa si questo tipo di anestesia possa essere praticata in sicurezza su molte persone che hanno malattie concomitanti più o meno gravi.

L'anestesia spinale fa parte delle anestesie dette loco regionali (ALR), in cui viene "addormentata" solo una parte del corpo e solitamente viene effettuata per interventi chirurgici che coinvolgono la pelvi o gli arti inferiori.

Può anche essere effettuata a scopo antalgico con il posizionamento di un cateterino epidurale.

La Sala Operatoria è un ambiente che provoca forte stress e per questo motivo, prima  dell'anestesia spinale e durante l'intervento, si può affiancare una blanda sedazione endovenosa, così il paziente riposa e si sveglia senza alcun dolore. 

Quando non si deve fare la spinale?

L'anestesia spinale ha dei limiti, perchè per funzionare e far addormentare le zone della pelvi e degli arti inferiorie non può essere eseguita in una zona della schiena troppo alta o che non si possa esplorare con la palpazione.

La valutazione preoperatoria da parte dell'anestesista consente di identificare le persone che sicuramente non possono farla come i pazienti che assumono terapie anticoagulanti o pazienti che hanno eseguito interventi di chirurgia maggiore della schiena.

Se non ci sono controindicazioni particolari l'anestesia spinale può essere effettuata in sicurezza per gli inteventi degli arti inferiori come le protesi di ginocchio/anca ma anche interventi che coinvolgono la zona pelvica: ginecologici, urologici e andrologici.

A volte, l'anestesia spinale può combinarsi con il posizionamento di un cateterino epidurale che consente l'infusione continua di analgesici e di conseguenza di ridurre il dolore post operatorio.

L'anestesia spinale è dolorosa, se si, quanto?

Quanto dolore viene provocato da una procedura è un elemento molto individuale ci sono scale di valutazione, però nello specifico ho potuto vedere che il coinvolgimento del paziente è un elemento che riduce la percezione del dolore della tecnica.

La capacità dell'anestesista di informare e comunicare bene cosa sta facendo rassicura il paziente che se è collaborante, sarà più rilassato e sentirà meno dolore.

L'anestesia spinale è una puntura con un ago e questo comporta che la manualità dell'anestesista possa fare la differenza, ma non solo. 

Anche la schiena del paziente influenza la procedura, perchè per esempio un giovane ha degli spazi vertebrali diversi da un anziano che ha fatto un lavoro pesante.

Inoltre, anche l'ansia può provocare una tensione o un irrigidimento dei muscoli della schiena che può rendere la puntura un po' più difficoltosa.

Per ridurre lo stress e la sensazione dolorosa l'anestesistà valuterà se è utile una leggera sedazione endovenosa.

L'anestesia spinale consiste in una puntura in una sede dove non siamo preparati, di aiuto è l'anestesia locale nel punto in cui si fora, questo comporta una punturina che inizialmente pizzica ( io dico che è piccantina e spesso confermano) che poi anestetizza il punto scelto per il foro e consente un'anestesia agevole.

Dopo quanto tempo passa l'anestesia spinale?

La durata dell'anestesia e la ripresa della sensibilità e motilità dipende dalla quantità di farmaco introdotta e dalla capacità biologica individuale di riassorbire il farmaco, il secondo dato non lo sa nessuno.

Questa è la domanda più frequente che il nostro assistito ci pone e si deve dare una risposta il più veritiera possibile anche se la risposta esatta non è in nostro possesso.

La risposta più adatta mi sembra: "non lo so, dipende da quando ha fatto la puntura e da quandto è durato l'intervento, ma solitamente nel giro di qualche ora inizia la graduale ripresa della sensibilità agli arti inferiori". 

Sia le tempistiche che le modalità di ripresa della sensibilità dall'anestesia spinale sono individuali; infatti, la sensibilità può comparire dal basso verso l'alto, prima ai piedi e poi alle gambe, prima da un lato poi l'altro, oppure a macchie, un piede un ginocchio e così via fino alla totale ripresa.

L'infermiere controllerà regolarmente che la ripresa della sensibilità e motilità degli arti sia in corso, questo accade durante il cambio delle fleboclisi con un semplice colloquio con il paziente.

Quali sono gli effetti collaterali più frequenti dell'anestesia spinale?

L'elenco degli effetti collaterali, come in ogni indicazione, può spaventare ed è compito dell'anestesista evidenziarli a seconda delle condizioni di salute del paziente.

Quello che mi interessa sottolineare è il regolare decorso dell'anestesia spinale con la ripresa della sensibilità agli arti infermieri dopo poche ore dal rientro in reparto.

La ripresa della sensibilità corrisponde alla comparsa del dolore per l'intervento chirurgico, che sia il bruciore del taglio o un dolore interno per la tensione dei tessuti.

Quindi, è necessario chiamare l'infermiere e iniziare la terapia antalgica programmata dall'anestesita che potrebbe anche essere già in corso.

L'aspetto più sconveniente dell'anestesia spinale è la formazione di un globo vescicale in cui si accumulano nella vescica 800-900 ml di urina, di conseguenza, va in distensione e non riesce più a contrarsi diventando dolorosa.

L'argomento globo vescicale post spinale è stato affrontato nel dettaglio in diversi articoli, ma se la durata dell'intervento è lunga, potrebbe essere previsto il posizionamento temporaneo del catetere vescicale con una procedura chiamata cateterismo estemporaneo.

La sensibilità della vescica e la minzione sono le ultime a svegliarsi, se c'è stata un'idratazione elevata durante l'intervento (per ipotensione) o una ripresa dell'idratazione orale precoce è più facile che compaia il globo vescicale. 

Il globo si risolve rapidamente con uno svuotamento effettuato con cateterismo estemporaneo.

La risoluzione dell'anestesia spinale viene monitorata dall'infermiere di reparto che verifica la ripresa della motilità e sensibilità degli AAII, fino alla ripresa della minzione spontanea, che di fatto è l'atto che ci dice che l'anestesia spinale si è conclusa.

Qual è il beneficio nel fare l'anestesia spinale rispetto alla generale?

Premesso che l'opzione anestesia generale o spinale è valutata dall'anestesista nel migliore interesse dell'assistito, dal lato pratico l'anestesia generale al risveglio fa si che si senta subito l'effetto doloroso dell'intervento chirurgico.

Una possibile opzione è costituita dall'aggiunta delle tecniche che prevedono i blocchi periferici.

In alternativa, il dolore è contenuto con farmaci antidolorifici forti che a loro volta richiedono di essere monitorati.

L'anestesia spinale ha una risoluzione progressiva e questo consente di gestire il dolore con una progressione nell'uso degli antidolorifici che è su misura per il paziente, perchè ogniuno di noi ha un livello soglia del dolore che è diverso.