Benessere organizzativo in sanità: come l'ambiente di lavoro incide sugli infermieri

Benessere organizzativo
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L'ambiente di lavoro condiziona inevitabilmente la produttività di ogni professionista. Questa influenza grava su tutti i settori, compreso quello della sanità dove gli infermieri soprattutto sono soggetti a insoddisfazione e stress.

Non a caso, secondo una recente indagine, ben il 45% di loro pensa di voler lasciare la professione per via del carico di lavoro troppo pesante, dei battibecchi con i colleghi, del basso salario e via discorrendo.

In questo contesto, diventa quindi necessario parlarti del benessere organizzativo e di come quest’ultimo possa fare la differenza all'interno dell'azienda o di una qualsiasi organizzazione sanitaria nella quale lavori.

Cos'è il benessere organizzativo e perché è fondamentale

Il benessere organizzativo è la capacità di una realtà di prendersi cura della salute mentale, fisica e sociale dei propri dipendenti, a prescindere dalla loro mansione. Si tratta di un concetto che non riguarda quindi solo il singolo individuo, ma l'intero gruppo di lavoratori che operano all'interno di una stessa azienda.

É, infatti, noto che se i professionisti stanno bene, sia sul piano fisico sia su quello psicologico, di conseguenza riescono a essere più produttivi e a esprimere meglio le proprie capacità. E questo non può che essere un bene per tutti.

L'importanza di stare bene diventa ancora più essenziale in settori come quello sanitario dove i professionisti devono prendersi cura dei propri pazienti e devono farlo sempre al meglio. Tuttavia, proprio in sanità si dilaga sempre più velocemente quel senso di insoddisfazione che è diventato il peso di moltissimi infermieri, oramai stanchi della loro condizione lavorativa.

Parte di questo senso di insoddisfazione è dovuta alla poca riconoscenza per la professione. Un infermiere, infatti, dovrebbe essere considerato come un professionista a cui vengono dati tutti gli strumenti per praticare in modo olistico la propria attività, prendendosi cura dei pazienti sotto ogni punto di vista.

Molto spesso i carichi di lavoro estremamente insostenibili, invece, non permettono all'infermiere di assistere i pazienti olisticamente, e questo lo costringe a svolgere la propria professione in modo incompleto e non del tutto soddisfacente.

La job satisfaction

A incidere sulla poca soddisfazione è anche il sentirsi soffocati dalle gerarchie. Molto spesso l’opinione degli infermieri per quanto riguarda i trattamenti da riservare al paziente conta meno di niente, e questo fa metter loro in dubbio il riconoscimento delle proprie competenze da parte dei colleghi.

Ciò incide di conseguenza sulla job satisfaction, ovvero sul modo in cui si sentono questi professionisti rispetto alla loro vita lavorativa.

Le performance di ogni professionista dipendono poi anche dalla motivazione di ognuno di loro, dalla propria formazione e preparazione, e dall'attrezzatura che l'azienda mette loro a disposizione per svolgere al meglio il proprio lavoro.

Uno studio del 2004 ha infatti dimostrato che tra le principali cause di insoddisfazione non c'è solo il basso salario, ma anche le pessime condizioni di lavoro dovute alla mancanza di attrezzatura adeguata e alla scarsa collaborazione con le altre figure sanitarie, spesso ostili nei confronti degli infermieri.

Gli infermieri e i fattori che incidono sul loro malessere

Le prime tre problematiche che, come infermiere, puoi trovarti ad affrontare riguardano: i carichi di lavoro, gli infortuni e gli episodi di violenza.

Carichi di lavoro

Gli infermieri spesso si ritrovano a fare i conti con carichi di lavoro che non sono in grado di affrontare, e questo mette a repentaglio sia la loro salute mentale sia la qualità della loro assistenza nei confronti del paziente.

Infortuni

Secondo alcuni studi, gli infermieri sono le figure sanitarie tra le più soggette a infortuni come stiramenti e slogature dovuti a sovraccarico di lavoro e stress.

Violenza sul posto di lavoro

Molti infermieri devono anche fare i conti con le violenze subite da altri colleghi oppure dai pazienti e dai loro famigliari.

Come deve essere un clima di lavoro favorevole

Per far sì che un ambiente lavorativo abbia un clima favorevole devono poter coesistere 3 concetti:

  • sicurezza,
  • apprendimento,
  • leadership

Sicurezza

Quando parliamo di sicurezza facciamo riferimento sia a quella interna all'organizzazione sia a quella legata alle procedure e ai riconoscimenti.

Nel primo caso si rimanda alla disponibilità di attrezzature adeguate e ambienti idonei alla pratica; nel secondo invece a quel clima che permette ai professionisti di sentirsi a proprio agio in qualsiasi situazione, anche al cospetto di altri colleghi.

Apprendimento

In un'azienda di qualità è necessario che si incoraggino i dipendenti alla formazione e agli aggiornamenti per dar loro la possibilità di migliorare le proprie competenze e crescere a livello professionale. Questo dà ulteriore motivazione agli infermieri di dedicare tempo e risorse per fare sempre meglio.

Leadership

Una buona e sana leadership sul posto di lavoro permette di mitigare lo stress e di unire ancora di più il team di professionisti.

Inoltre, un buon leader rompe le rigide gerarchie e dà la possibilità a ogni professionista di agire in autonomia e prendere iniziative, così che possa esprimere al meglio sé stesso. Questo ovviamente aumenta la soddisfazione e migliora anche le performance lavorative.

Come valutare se l'ambiente in cui si lavora è sano: restare o andare via?

Se sei un infermiere e vuoi valutare se l’ambiente in cui lavori è effettivamente di qualità, secondo il documento dell’International Council of Nurses, “Ambienti positivi per la pratica: qualità dei luoghi di lavoro = qualità dell’assistenza”, potrebbero essere queste le domande da porti:

  1. Lo staff infermieristico opera nel rispetto di un codice etico generale?
  2. La comunicazione tra infermieri ed altri professionisti è buona?
  3. Esistono ricompense/incentivi per gli infermieri che dimostrano capacità di comunicazione con i colleghi e con le altre figure?
  4. Esistono programmi che incoraggiano la salute personale?
  5. Esistono supporti e dispositivi che incoraggino la sicurezza?
  6. Sono attuate politiche che consentano agli infermieri di trattare tematiche riguardanti i carichi di lavoro?
  7. Ci sono programmi di tutorato ed affiancamento disponibili?
  8. Gli infermieri possono usufruire di programmi di formazione?

Ovviamente, se ti trovi nella situazione in cui vorresti persino abbandonare la professione infermieristica per via dei tanti aspetti negativi che hai riscontrato, prima di prendere una decisione così drastica fermati un attimo.

Valuta bene se la tua professione ti appassiona ancora, nonostante tutto; considera la qualità della tua vita e le possibilità di crescita che effettivamente hai; pensa a tutte le opportunità che potresti cogliere al volo in ambito sanitario.

Inoltre, parlare di questa tua situazione con amici e familiari può aiutarti a scavare a fondo e risalire alle cause che ti spingono a voler abbandonare la strada che stai percorrendo.

Spesso, infatti, basta solo essere chiari con sé stessi per risolvere i problemi senza prendere decisioni così drastiche di cui ci si può anche pentire.

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay