ENPAPI: i contributi, anticipi e conguaglio

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enpapiL'infermiere libero professionista deve avere presente che i contributi e le tasse rapprentano le principali voci di spesa assieme al costo del commercialista.

I tre elementi sono molto variabili a seconda del reddito, è importante avere chiaro quanto si pagherà con ENPAPI per evitare brutte sorprese.

Prima di pensare che ENPAPI chieda all'infermiere libero professionista troppi soldi c'è da considerare alcuni aspetti:

  • i contributi pensionististici sono obbligatori per tutti i lavoratori,
  • un lavoratore dipendente pubblico che percepisce 1450 euro per 13 mensilità paga ogni anno all'INPS 2000 euro e 7000 euro li versa il datore di lavoro, per un totale di 9000 euro anno,
  • un libero professionista in regime agevolato di un'altra professione paga all'INPS il 24% calcolati su un minimo di 15.000 euro ovvero 3600 euro, poi si sale a seconda dell'utile,
  • la scelta di utilizzare le agevolazioni per non pagare i contributi pensionistici o pagarli in misura ridotta, fa sì che di fatto non siano versati contributi utili alla pensione ma siano presenti i cosiddetti contributi figurativi che non hanno un peso nell'importo della futura pensione.

I contributi e le tasse rappresentano per tutti la principale voce di spesa ed è necessario averne consapevolezza per evitare spiacevoli sorprese.

Possiamo avere diverse situazioni:

  • quando si apre la partita iva,
  • quando la si ha aperta da anni
  • quando si chiude la p.iva.

Quando apri la partita iva stai aprendo un'impresa individuale e come tale la devi pensare in termini di entrate ed uscite per far sì che l'impresa identificata dal tuo numero di partita iva non vada in rosso.

Quando si apre la partita iva devono essere pagati i contributi ad ENPAPI?

La partita iva la si apre gratuitamente all'agenzia delle entrate e deve essere aperta entro 30 giorni dall'inizio attività.

E' necessario ragionare per anni, un anno inizia, si lavora e si pagano le tasse e i contributi, lo stipendio che si utilizza in un certo senso è un anticipo di quello che sarà il reddito a fine anno e quindi è necessario avere il polso dei conti.

L'anno di apertura della partita iva non richiede di pagare i contributi ENPAPI, ma si pagheranno dall'anno successivo.

Quindi l'anno di apertura della partita iva, richiede di aprire la p.iva, registrarsi come libero professionista al proprio ordine e entro 60 giorni ad ENPAPI.

Quando a fine anno è chiaro il fatturato, sul sito ENPAPI è necessario fare un'autodichiarazione comunicando l'importo fatturato presumibile e il reddito presunto che si raggiungerà.

Le due voci sono molto diverse, l'importo fatturato deve avere un 4% a carico del committente (datore di lavoro o privato) per le spese della cassa ENPAPI.

Ad esempio a fine mese si fatturano 3000 euro per assistenza infermieristica, quei soldi saranno maggiorati del 4% e quindi la fattura sarà di 3120 euro.

Se con il datore di lavoro si ha un contratto con un importo omnicomprensivo del 4% ad esempio quando scrive un importo orario comprensivo di tasse, allora i 3000 euro fatturati a fine mese saranno 2884,61 euro il fatturato +4% 115,39.

Il fatturato dovrà togliere le spese, formazione, attrezzature e quello che resta è il tuo reddito (che andrà nella dichiarazione dei redditi e sarà tassato).

Quindi entro il 10 settembre si deve fare la comunicazione dei redditi, il primo anno la si ipotizza, gli anni successivi sarà più chiaro, in questo modo ENPAPI farà dei bollettini per suddividere l'importo in rate. Se hai saputo risparmiare i soldi sono già nel conto corrente bancario. Le scandenze sono disponibili nella pagina dedicata di ENPAPI LINK.

Sul reddito si pagheranno i contributi ad esempio con un utile di 30.000 euro si pagheranno 4800 euro di contributi.

Nel secondo anno di attività ENPAPI riceverai i bollettini per pagare l'importo a rate e il conguaglio definitivo sarà a dicembre quando ENPAPI farà la verifica incrociata con la dichiarazione sull'agenzia delle entrate ed il conguaglio sarà corretto se la dichiarazione è in eccesso o in difetto.

Chiudere la partita iva e i contributi ENPAPI?

La partita iva deve essere chiusa quando si è assunti in un posto pubblico perchè è incompatibile, mentre se si è assunti da un datore di lavoro privato si può chiedere di mantenerla, ma se rifiuta va chiusa.

La chiusura della partita iva di solito viene effettuata a fine anno o comunque quando tutte le fatture sono state incassate e i contributi saranno pagati l'anno successivo.

Chiaramente è necessario avere in cassa l'importo dei contributi, perchè a fine anno c'è da fare l'autodichiarazione e nell'anno successivo si pagheranno gli importi a rate e poi il conguaglio.

Per chiudere la partita iva è sufficiente recarsi alla sede dell'agenzia delle entrate, si compila un modulo e si firma davanti all'incaricato ed è chiusa gratuitamente.

Come calcolare quanto è il contributo ad ENPAPI

Sapere quanto dovrà essere pagato ad ENPAPI è obbligatorio, se non sei in grado di farlo, non aprire la partita iva, perchè chi ti offrirà un lavoro ti guarda in faccia e ti frega come vuole... forse è brutto dirlo ma è così.

Il tariffario ufficiale è quello a cui si farebbe riferimento in caso di contenzioso legale ed è al link.

Mettiamo che fatturi 30.000 euro all'anno e nella condizione peggiore hai accettato che il 4% di ENPAPI sia incluso.

In questo caso devi scorporare il 4% e l'operazione è questa, 30.000: 104=X:100

Quindi X = 28.846,15 ed è il tuo fatturato 

Il 4% è 1153,85 che è il contributo integrativo

Le spese della tua attività, formazione, zoccoli, fonendoscopio, forbici, libri ecc, li scarichi e il tuo fatturato si riduce ad essere l'utile.

L'utile è il risultato dell'esercizio su cui attualmente dovrai pagare il 16%, mettiamo che hai avuto 846,15 euro di spese, pagherai il 16% su 28.000 euro.

Il secondo caso è più semplice, se hai fatturato 30.000 euro e aggiunto il 4% hai incassato 31.200 euro, ma i 1200 sono il 4% di ENPAPI, i contributi saranno il 16% di (30.000- spese dell'attività).

Ma non hai finito di pagare perchè ci sono le tasse.

L'utile di esercizio dà origine alle tasse da pagare l'IRPEF e altre tasse regionali e comunali con la dichiarazione dei redditi, variabile a seconda del regime fiscale adottato (di solito forfettario o semplificato)

Il primo anno di partita iva, mettiamo il caso di un neolaureato che non abbia mai fatto un lavoro e ha un utile di 30.000 euro, non paghi nulla di tasse e contributi, le tasse si pagheranno con la dichiarazione dei redditi nell'anno successivo sui 30.000 euro, inoltre l'anno successivo si pagheranno gli acconti Irpef per l'anno successivo ed anche i contributi ENPAPI rateizzati sul saldo del primo anno.

Nel terzo anno le tasse si riducono di qualcosa perchè i contributi ENPAPI (pagati nel secondo anno) sono deducibili e quindi abbassando l'utile riducono l'importo su cui pagare le tasse.

Il sistema fiscale italiano è articolato e complesso per questo a seconda del fatturato è necessario avere un commercialista per comprendere quale sia la scelta migliore.

Quando il fatturato annuo è basso o si sta brutalmente lavorando in nero o è necessario chiudere la partita iva e fare altre scelte. 

Risorse utili: