Il titolo è un poco fantasioso ma la colla in cianoacrilato, colla isoacrilica, oppure più semplicemente "la colla" è un prodotto concreto che se a rigor di logica ha delle potenzialità, nell'utilizzo reale che riescono a manifestarsi al 100%.
Tante volte abbiamo avuto in mano prodotti che avevano una base teorica, ma che poi dal lato pratico qualcosa non andava, con la colla, l'efficacia e la semplicita di utilizzo, ne fanno un prodotto dagli ottimi risultati che a ancora ampi margini di utilizzo e diffusione nella pratica infermieristica.
Al PICC day ne aveva parlato alla mattina l'infermiera spagnola Gloria Ortiz Miluy (fondatrice e sostenitrice del grumav.es) presentando le caratteristiche della colla.
La presentazione di Gloria Ortiz Miluy è partita dal presupposto di identificare delle caratteristiche comuni a tutte le colle, indipendentemente dal produttore che a seconda della molecola potrebbe avere leggere differenze.
Dal lato pratico la colla in tanti l'abbiamo già usata da bambini, o almeno tutti quelli che hanno fatto i bricolage e la più nota era quella bianca chiamata VinaVil, ci si appiccicavamo le mani e poi restava la pellicola e il brontolio della mamma quando non erano lavate bene.
Adesso abbiamo una colla pronta da usare sul paziente per favorire la tenuta del presidio e ridurre le complicanze.
Quando gestiamo CVC, PICC, agocannule, lo vediamo benissimo, il tubino che entra ed a volte scorre, sappiamo che può essere un rischio, ma oltre all'apposizione di una buona medicazione non possiamo fare altro.
Quindi non ho resistito ed ho fatto una simulazione per tenere in mano la colla e vedere come funzionava.
L'esercitazione è stata effettuata con una colla Glubran Tiss2, sulla confezione è riportato che l'esterno della monodose è sterile, questo perchè è contenuta in una confezione di alluminio, che una volta aperta rispettando l'asepsi, può essere messa su di un campo sterile.
L'esercitazione è stata realizzata con dei simulatori di finta pelle, la colla non polimerizza a contatto con superfici sintetiche e crea solo dei fiocchetti cristallizzati quando si asciuga.
Quindi, l'esercitazione, brevissima, ci vuole veramente poco.
Si apre la confezione, si apre la colla, si innesta il pennellino blu.
A questo punto si mette la colla con due obiettivi:
saldare la cute, ad esempio in fase di impianto il taglietto del bisturi (seldingher) può essere sigillato in modo efficace,
fissare il CVC, sigilla il foro e si riduce a 0 il potenziale scorrimento (causa dell'ingresso di microrganismi).
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Durante l'esercitazione è possibile anche provare la tensione esercitata da un piccolo film di colla nel favorire il posizionamento del CVC/PICC.
Durante l'esercitazione con la GlubranTiss2 (LINK) è emerso un punto interessante sulla differenza di polimerizzazione della colla, se a caldo, ovvero crea una reazione chimica che libera calore e può dare senzazione di bruciore al paziente, cosa che non accade se a freddo (temperatura ambiente).
La diffusione di un prodotto efficace è spontanea e in breve tempo ne abbassa il costo, la colla però si inserisce nelle medicazioni con biopatch, nelle medicazioni con feltrini o gel di clorexidina, dato che se il foro è sigillato con la colla in alcuni casi sono incompatibili.
La colla ha avuto a tempi di record un consenso nelle ultime linee guida che riporto:
2. Le colle tissutali in cianoacrilato sono state studiate in vitro, negli animali e in piccoli studi pilota sui cateteri periferici venosi e arteriosi. Il cianoacrilato - associato ad una medicazione trasparente standard – sembra essere efficace nel ridurre le dislocazioni, anche se sono necessari studi su casistiche più ampie per confermare tali risultati e individuare le indicazioni cliniche. 5,15-17 (III)
Linee Guida INS 2016 - trad. italiana, pag. 38 (LINK)
Io ho visto presentazioni solo per gli accessi venosi centrali ma non per le agocannule e sarebbe interessante uno studio sul campo.