La tesi che andrò a trattare riguarda un campo sanitario spesso sottovalutato e poco conosciuto, oggetto di nozioni qualunquistiche e svariati pregiudizi sia in generale da parte della società, sia nello specifico dagli operatori sanitari, ossia la Psichiatria.

Tratto dalla Tesi di Valentina Gieco, relatore Dott.ssa Federica Marini e Dott.ssa Emma Giannelli.

Capitolo 1. In questo capitolo si procederà all’inquadramento del problema attraverso la definizione e descrizione dei vari tipi di stigma e delle conseguenze dello stesso sulla vita delle persone affette da patologie psichiatriche.

1.1 Definizione e cenni storici

I greci, i quali sembra fossero molto versati nell’uso di mezzi di comunicazione visiva, dettero origine alla parola stigma per indicare quei segni fisici che caratterizzano quel tanto di insolito e criticabile della condizione morale di chi li ha. Questi segni venivano incisi col coltello o impressi a fuoco nel corpo e rendevano chiaro a tutti che chi li portava era uno schiavo, un criminale, un traditore, o comunque una persona segnata, un paria che doveva essere evitato specialmente nei luoghi pubblici. Questo termine è particolarmente usato per indicare la discriminazione nei confronti del malato mentale. Oggi quando ci troviamo davanti un estraneo, è probabile che il suo aspetto immediato ci consenta di stabilire in anticipo a quale categoria appartiene e quali sono i suoi attributi, qual è, in altri termini la sua « identità sociale ». È meglio dire così piuttosto che « status sociale », perché in questo contesto attributi personali come «l’onestà» si presentano insieme ad attributi strutturali come « l’occupazione » Quando quell’estraneo è davanti a noi, può darsi ci siano le prove che egli possiede un attributo che lo rende diverso dagli altri, dai membri della categoria di cui presumibilmente dovrebbe far parte, un attributo meno desiderabile.

Concludendo si può, al limite, arrivare a giudicarlo come una persona cattiva, o pericolosa, o debole.

Lo stigma della malattia mentale è una preoccupazione in tutto il mondo che negativamente impatto le opportunità di vita e di benessere psicologico di molte persone con malattie mentali.

Le persone affette possono sperimentare stigmatizzazione pubblica (cioè, il pregiudizio e la discriminazione che derivano dalla popolazione generale avallando stereotipi circa la malattia mentale) così come auto-stigma (vale a dire, il danno per l'autostima che deriva da interiorizzare stereotipi culturali circa la malattia mentale).

Nella nostra mente, viene così declassato da persona completa e a cui siamo comunemente abituati, a persona segnata, screditata. Tale attributo è uno stigma specialmente quando ha la capacità di esercitare un profondo effetto di discredito.

Talvolta viene anche chiamato una mancanza, un handicap, una limitazione.

 

 

 

Allora il termine stigma verrà ad essere usato per riferirsi ad un attributo profondamente dispregiativo, ma si deve notare che ciò che veramente conta è un linguaggio dei rapporti, e non degli attributi.

Nella storia recente, specialmente in Inghilterra, l’appartenenza alle classi subalterne costituiva, come le colpe dei genitori o almeno il loro ambiente, un importante stigma tribale che ricadeva sui bambini quando venivano allevati in una condizione sociale più elevata. Il modo di affrontare lo stigma di classe costituisce naturalmente uno dei temi di fondo del romanzo inglese. Specie di discriminazioni, grazie alle quali gli ridiciamo, con molta efficacia anche se spesso inconscia mente, le possibilità di vita.

Mettiamo in piedi una teoria dello stigma, una ideologia atta a spiegare la sua inferiorità e ci preoccupiamo di definire il pericolo che quella persona rappresenta talvolta razionalizzando un’animosità basata su altre differenze, come quella di classe.

Nella nostra conversazione quotidiana ci serviamo di termini specifici, come zoppo, bastardo, demente, che diventano una fonte di metafore e di immaginazione; è tipico che ormai non si pensi più al significato che avevano originariamente.

I pregiudizi nei confronti dei malati mentali sono attuati in contesti nei quali le informazioni sono date in modo superficiale, così da scatenare pregiudizi e emarginazione nei confronti dei malati mentali, senza considerare che costui è colpito da una comune malattia e che ha la stessa sofferenza di un malato di cancro. Dunque lo stigma, in psichiatria, viene definito come l’insieme di atteggiamenti, credenze, pensieri e comportamenti negativi che influenzano l’individuo o in più in generale l’opinione pubblica e inducono paura, rifiuto e pregiudizi discriminatori verso le persone affette da patologia mentale .

Il National Institute of Mental Health considera lo stigma come l'aspetto più debilitante di una malattia mentale.

E 'facile capire perché.

Lo stigma aumenta la sofferenza mentale e porta alla vergogna, di evitare di trattamento, l'isolamento sociale, e, di conseguenza, un peggioramento dello stato di salute.

Addirittura da alcuni studi è emerso che in Cina il malato mentale è “portatore di vergogna” per la propria famiglia.

La qualità di vita dei malati mentali è negativamente condizionata non solo dalla malattia e dalla invalidità che essa provoca, ma anche dalle relazioni delle altre persone: attraverso il pregiudizio sociale, le cause e le colpe, il rifiuto e la diffamazione.

I pazienti non soffrono solo per un dato disturbo mentale, ma anche per le conseguenze della stigmatizzazione della loro sofferenza e per il danno alla loro identità.

Tesi infermieri