Written by Franco Ognibene on . Posted in In ospedale.
Diritti del morente violati dal coronavirus
L'isolamento ha causato e causa ancora oggi nel mondo il decesso di tante persone in condizioni non rispettose dei diritti del morente.
La morte in solitudine era presente anche prima del coronavirus ma cercavamo di alleviarla con la nostra presenza, poi è accaduto che l'isolamento in camera o in rianimazione ci impedisse anche quel poco che si poteva fare.
La carta dei diritti del morente è stata proposta nel 1997 dal Comitato Etico presso la Fondazione Floriani · C.E. F. F e si sviluppa in 12 punti:
Chi sta morendo ha diritto:
- A essere considerato come persona sino alla morte
- A essere informato sulle sue condizioni, se lo vuole
- A non essere ingannato e a ricevere risposte veritiere
- A partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto della sua volontà
- Al sollievo del dolore e della sofferenza
- A cure ed assistenza continue nell’ambiente desiderato
- A non subire interventi che prolunghino il morire
- A esprimere le sue emozioni
- All’aiuto psicologico e al conforto spirituale, secondo le sue convinzioni e la sua fede
- Alla vicinanza dei suoi cari
- A non morire nell’isolamento e in solitudine
- A morire in pace e con dignità
L'assistenza al morente dovrebbe sempre rispettare i 12 punti previsti dalla carta ma il paziente affetto da coronavirus ci ha messo con le spalle al muro perchè siamo davanti ad una malattia nuova di fronte alla quale tutti siamo indifesi almeno fino alla comparsa del vaccino.
L'impegno nel cambiare l'assistenza davanti al malato di covid-19 è stato fortissimo, ci sono stati giorni in cui le direttive avevano cambiamenti rapidi. Adesso che si sta cercando di tornare alla normalità siamo davanti ad una scelta, dimenticare quei momenti tristi dove il nostro assistito moriva in solitudine, oppure ricordarcelo con dolore e cercare soluzioni perchè non accada più.