L'assistenza sanitaria moderna è pensata e gestita come un'azienda, e come tale deve considerare non solo il prodotto salute e ciò che ne deriva, ma anche quelle che sono le emissioni di tutto il processo. Se nel mondo l'assistenza sanitaria fosse un grande Paese, sarebbe il quinto produttore di emissioni inquinanti del pianeta, dopo Cina, Stati Uniti, India e Russia.

La produzione di CO2 ha un forte impatto ambientale, ma non è mai la singola azienda che viene considerata ma tutta la filiera, nel nostro caso dalla produzione di materiale sanitario come farmaci e presidi alla stessa offerta sanitaria le strutture e i prodotti utilizzati, tutto viene incluso per comprendere quanto è forte l'effetto sull'ambiente. 

L'assistenza sanitaria come qualsiasi azienda industriale produce:

  • emissioni di gas serra
  • inquinamento dell'aria
  • inquinamento dell'acqua (anche con prodotti chimici e farmaceutici)
  • produzione di rifiuti.

Le campagne mondiali nascono non solo dal cambiamento climatico ma anche dagli inquinanti che contribuiscono all'aumento di:

  • gravità e la frequenza delle malattie respiratorie e cardiovascolari
  • decessi legati a eventi meteorologici avversi (come inondazioni)
  • decessi a causa del caldo e del freddo estremi.

Il settore sanitario ne è consapevole?

Forse lo sospettava, ma non c'erano dati di confronto fra i paesi, nel 2019 è stato pubblicato Health care climate footprint report.

Il rapporto "HEALTH CARE’S CLIMATE FOOTPRINT: HOW THE HEALTH SECTOR CONTRIBUTES TO THE GLOBAL CLIMATE CRISIS AND
OPPORTUNITIES FOR ACTION"
 confronta i dati di 43 paesi e ci offre la prima stima globale in assoluto dell'impronta climatica dell'assistenza sanitaria. Il report si basa su una copertura globale completa dei dati di spesa, insieme a informazioni dettagliate di 43 paesi. Grazie a questa analisi identifica le principali fonti di emissioni sanitarie consentendo un confronto tra nazioni arrivando a formulare una serie di raccomandazioni utili per allineare gli obiettivi sanitari globali con gli obiettivi climatici globali. 

Le emissioni del gas serra sono suddivise in tre categorie che possono essere quantificate in:

      •  17% Scope 1, emissioni dirette generate dall’azienda, la cui fonte è di proprietà o controllata dall’azienda,
      • 12% Scope 2, emissioni indirette generate dall’energia acquistata e consumata dalla società
      • 71% Scope 3, comprende tutte le altre emissioni indirette che vengono generate dalla catena del valore dell’azienda. 

L'Italia ha un SSN evoluto e l'assistenza sanitaria si stima che sia responsabile del 4% di tutte le emissioni nazionali. Molti paesi hanno produzioni più alte e la media europea è del 4,7%.

Questo non toglie che il SSN pubblico e privato possano migliorare ancora, infatti il rapporto pubblicato identifica due grandi momenti della produzione di CO2:

il primo riguarda le emissioni di Scope 3 (71%) in cui saranno sicuramente necessari ulteriori studi per contestualizzare gli interventi nei singoli stati ma è altamente probabile che la stragrande maggioranza di queste emissioni provenga dalla produzione, dall'imballaggio, dai trasporti e smaltimento di beni e servizi acquistati dall'assistenza sanitaria. Questi includono prodotti farmaceutici e altri prodotti chimici, dispositivi medici, attrezzature ospedaliere, strumenti e altro ancora.

Il secondo punto su cui lavorare è il consumo di energia, in parte modificabile con sistemi a maggiore efficienza energetica in parte dall'utilizzo di fonti da energie rinnovabili.

L'assistenza sanitaria e ambiente, agire sulla salute a qualsiasi costo?

Abbiamo sempre pensato alla vita e alla salute come un bene che ha un valore inestimabile e per questo si sono sviluppate capacità tecnico e scientifiche che avevano come limiti il tempo e il costo, non ci siamo guardati attorno.

La Sanità e l'assistenza sanitaria in tutta la sua filiera dalla produzione al consumo dei prodotti produce CO2 e questo a sua volta porta a danni per la salute. Ebbene ha senso produrre salute senza sapere se si contribuisce a casusare malattie?

Come operatori sanitari agiamo per la vita e la salute delle persone con gli strumenti che ci vengono messi a disposizione e non abbiamo scelta.

Chi dirige può scegliere di avere ospedali ad impatto zero?

Non credo, le scelte che possono modificare gli ospedali, in Italia, sono decise a livello regionale e nazionale che spesso sono concentrati sui limiti economici dell'assistenza sanitaria. Le scelte prese sono anche politiche le persone possono influenzarle portanto l'ambiente come valore aggiunto agli ospedali perchè legato alla salute delle persone allora solo allora ci potrà essere un cambiamento.

Bibliografia:

https://noharm-uscanada.org/climatefootprintreport