Come immaginare un film su Sherlock Holmes, mi aspetterei di trovare azione intrighi avventura, attese dettate dai film precedenti ma questo non è come gli altri film su Holmes.
Più che un giallo lo definirei quasi un film drammatico e risulta un film impegnativo perchè analizza la vita in uno dei due momenti più importanti.... sul finire.
Questo Sherlock Holmes si è ritirato da circa trent'anni nella sua casa di campagna, ha 93 anni e vive con la governante e suo figlio e deve affrontare l'ultima sfida se stesso.
Interpretato magistralmente da Ian McKellen, grande in Gandalf in Magneto e in tantissimi altri film, accompagnato dalla bravissima Laura Linney e al giovane Milo Parker per un film che non ha grandi colpi di scena ma ti porta in casa nella vita quotidiana nei suoi drammi e nelle sue gioie.
Il film sarà deludente per chi si aspetta grandi azioni o gesta eroiche ma è una ricerca da parte di Holmes su cosa gli manca perchè si è ritirato dalle investigazioni 30 anni prima.
Un film sul voler vivere anche con dei limiti, vivere il quotidiano, vivere con qualcuno vicino, vivere con dei limiti dei deficit che fanno parte della vità e Holmes deve affrontare la sua amnesia senile.
L'amnesia non cambia Holmes che mantiene le sue capacità di analisi che lo hanno reso un investigatore famoso, ma queste capacità lo tengono distante dalla sua governante con cui ha attriti e incomprensioni.
Momenti di amnesia che il bambino accetta e in quelle pause attende il ritorno del detective per imparare ed impara così bene da sentirsi superiore alla madre con cui va in conflitto, ma se le parole aprono un conflitto le parole i chiarimenti lo chiudono.
Un film che visto come infermiere ha molto da insegnare su due argomenti, che possono essere le chiavi di lettura del film, la vità e la comunicazione.
La vità che vediamo noi è quella in reparto ma sarà banale però il nostro assistito se è un giovane vabbè si risolve c'è tempo si recupera, tante frasi ma se è un grande anziano consapevole che prima andava in bicicletta o nell'orto, con quale dramma e paure può vivere un ricovero che sia improvviso o attesso, a quanti fra dubbi e paure si troverà ad affrontare?
L'altro argomento cuore del film è la comunicazione, Holmes nella sua vità ha sempre usato una comunicazione tecnica e precisa fino a considerarla sempre la massima espressione di verità. Ma quello che a lui sembra la verità potrebbe solo essere fonte di dolore per chi gli sta vicino e dovrà fare un grande sforzo per comprendere questo concetto da solo.
La comunicazione della malattia in sanità è passata dal diciamo tutto poi se il paziente non capisce chiederà ad un diciamo cercando di farci capire, cercando di capire chi abbiamo davanti.
Un ultima cosa, spesso data per scontata, i doppiatori, le voci sono un ingrediente caratterizzante del personaggio una brutta voce affonda un film, ma non è questo caso sono perfette e coinvolgenti.
Film molto bello se si comprende che il mistero è nel capire i personaggi.
Il trailer