5. Se un infermiere si punge con un presidio che non ha sistemi di protezione ed avviene una sieroconversione deve avere una copertura assicurativa o ci sono dei riferimenti normativi per appellarsi che lo tutelano?

La copertura assicurativa per tutti gli operatori dipendenti di strutture sanitarie pubbliche e private è quella dell’INAIL mentre come ogni cittadino anche l’operatore sanitario ha il diritto di ricorrere legalmente ai sensi dei Codici di procedura civile e penale.
In un caso del genere normalmente viene avviata una procedura di riconoscimento della causa occupazionale dell’avvenuta infezione. Per questo motivo è di estrema importanza che gli operatori segnalino tutte le esposizioni a rischio e si sottopongano ai controlli consigliati.

Per quanto riguarda la particolare situazione contenuta nella domanda sottolineerei che in Italia il citato Decreto Legislativo 81/2008, già prevede quanto la Direttiva mette maggiormente a fuoco.

Nell’ Articolo 15 individua tra le Misure generali di tutela “l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico” e la “sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso”; nell’Articolo 272 richiede che “in tutte le attività per le quali la valutazione evidenzia rischi per la salute dei lavoratori il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici” ed in particolare “progetta adeguatamente i processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti biologici”.

La “nuova” Direttiva Europea definisce una strategia globale di prevenzione delle esposizioni occupazionali in ambito sanitario soprattutto da puntura con ago o lesione da tagliente, che tenga conto della tecnologia, dell’organizzazione del lavoro, delle condizioni di lavoro, dei fattori psico-sociali legati all’esercizio della professione e dell’influenza dei fattori legati all’ambiente di lavoro.
Appare evidente come sostanzialmente il Legislatore Europeo abbia ritenuto necessario mettere sotto una potente lente di ingrandimento quanto in realtà già contenuto in generale nei precedenti disposti comunitari in tema di sicurezza sul lavoro, focalizzandolo sulla prevenzione degli infortuni dovuti a dispositivi medici (aghi, bisturi ecc). In particolare, la vera “novità”, come già ricordato, è il chiaro riferimento ai dispositivi medici incorporanti meccanismi di prevenzione quali componenti della strategia globale, da implementare sulla base di una valutazione dei rischi.

Nel caso prospettato spetterà ai giudici il compito di una corretta interpretazione delle norme e di individuazione delle responsabilità.


Ringrazio il dott. Vincenzo Puro e alla dr.ssa Gabriella De Carli , membri del gruppo di studio PHASE, Epidemiologi presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, e coordinatori dello Studio Italiano sul Rischio Occupazionale da HIV (SIROH), per il prezioso contributo e la disponibilità data.

Franco Ognibene

Le altre domande dell'intervista sono:
1. Quale è la dimensione del problema in Italia? (LINK)
2. Esistono delle analisi o considerazioni per gli infermieri che entrano nel dettaglio dei casi per evidenziare il momento e la modalità dell'infortunio?(LINK)
3. Cosa accade, quando un infermiere si punge accidentalmente con un ago contaminato quali patologie hanno il maggior rischio di sieroconversione? (LINK)
4. Questo periodo di revisione di spesa e quindi di ristrutturazione delle aziende sanitarie può essere un momento favorevole per proporre delle strategie di implementazione?(LINK)
5. Se un infermiere si punge con un presidio che non ha sistemi di protezione ed avviene una sieroconversione deve avere una copertura assicurativa o ci sono dei riferimenti normativi per appellarsi che lo tutelano?(LINK)
6. Suggerimenti (LINK)

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