Lunedì 20 Marzo 2023

marie colvinIl film racconta la vita e la morte della giornalista Marie Colvin corrispondente di guerra, la storia entra nel dramma della guerra e della violenza senza motivo.

Marie Colvin si mette in gioco molto per raccontare la verità e la sofferenza delle persone, quella sofferenza del popolo che nessuno racconta perchè coperta dai comunicati ufficiali.

Lei vede con i suoi occhi il dolore e la sofferenza, che gli entrano dentro e la sua storia trova analogie per la sofferenza vista dagli infermieri tutti i giorni.

 

 

 

 

 

La guerra privata è quella di Assad in Siria e malgrado lei fosse sotto i bombardamenti di Homs con il rischio imminente di morire dove la fuga sembrava l'unica possibilità, lei sceglie di restare.

Marie sceglie di restare a Homs e cercherà di fare il possibile, infatti lascia un'intervista alla BBS mentre i bombardamenti erano in atto dove denuncia Assad che da bambino guardava suo padre distruggere una citta e lui stava facendo lo stesso.

Il giorno dopo l'ennesimo bombardamento indiscriminato che la ucciderà.

 

Poi avviene la trasformazione al fronte donna lucida con un nobile scopo, a casa lo stress e gli incubi la trasformano in un'alcolista e una fumatrice accanita che si trascura a tal punto da avere i denti marci.

Il dolore della guerra è un  argomento enorme e nobile, ma il film è  anche un esempio di come quando per lavoro si è a contatto con una sofferenza continua, questa ti trasforma ti fa male dentro si prova a cercare una via di fuga.

Il film è bello, e usarlo come traccia per una riflessione sulla professione dell'infermiere può sembrare una forzatura, ma chi non ha mai sentito di un infermiere o  OSS che si è suicidato o che è sempre pronto ad ubriacarsi o fumare in modo ossessivo o a fare foto moralmente inaccettabili o ad abusare di farmaci..

Quando sentiamo o vediamo questi colleghi pensiamo sempre che sia altro che li ha portati ad essere così.

Il pensiero che un lavoro a contatto con il dolore causi un accumulo di dolore dentro e che non lo si riesca ad elaborare lo escludiamo, perché altrimenti ci dovremmo chiedere quando potrebbe toccare a me o a te, e se saresti in grado di capire che hai bisogno d'aiuto.

L'infermiere un professionista che non si ammala mai e spesso fa da solo per non pesare sui colleghi e questo è un dato di fatto,ma se si può risolvere un mal di pancia un problema psicologico, no.

Infine riconoscere che l'infermiere è un essere umano e che si ammala davanti a tanta sofferenza crea un problema perché le malattie sul lavoro sono sotto la responsabilità del medico competente e se non in casi eclatanti, dal punto di vista psicologico non può fare nulla. 

 

Dolore